giovedì 23 ottobre 2014

Teorie e Metodologia dell'Allenamento (TMA)

Cinque punti:
1.     Definire dove siamo: perché e come ci dovremo interessare di allenamento?
ALLENAMENTO SPORTIVO à Organizzazione vittoria mediante medicina.
Definire à fornire idea chiara e distinta
Problema del definire: è complessa la definizione completa di allenamento sportivo. Dobbiamo a Stalin quel che oggi è l’allenamento sportivo. Bisogna sapere per allenare/ problemi nascono da richiesta di Stalin a Romanov di vincere più medaglie degli USA.
2.     Definiamo allenamento partendo da lontano arrivando nel futuro.
Allenamento sportivo à organizzazione vittoria mediante autodisciplina.
a)     Osservare ampiezza
b)     Osservare relativa complessità
c)     Valutare equilibrio parti
d)    Valutare se definizione può o non può essere utilizzata in dato contesto

OBIETTIVI D’ALLENAMENTO
-        Motori (Fattori organico-muscolari, capacità e abilità coordinative)
-        Cognitivi (nozioni tecnico tattiche, come ottimizzare e rendere efficace allenamento)
-        Affettivi di apprendimento (forza di volontà e superamento di sé stessi, autocontrollo, capacità di affermazione)
CONTENUTI DELL’ALLENAMENTO
-        Esercizi di carattere generale
-        Esercizi speciali
-        Esercizi di gara o simili

Mezzi di allenamento sono quelli che sostengono lo svolgimento del processo di allenamento. Sono di tipo organizzativo o di tipo informativo.
Metodi di allenamento sono procedure pianificate miranti a realizzare specifici obiettivi di allenamento. Dipendono da durata, intervalli, ripetizioni e gara.

COMPONENTI DEL CARICO DI ALLENAMENTO
Intensità di allenamento, densità dello stimolo, durata dello stimolo, volume dello stimolo, frequenza dello stimolo e complessità dello stimolo.

I PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO
-        del carico: principio stimolo allenante, del carico individualizzato, del carico crescente, successione dei carichi, del carico variabile, dell’altalenanza del carico, relazione ottimale carico-recupero.
I PRINCIPI DELLA DIVISIONE IN CICLI
-        del carico continuo, del carico periodizzato, del recupero periodizzato.
PRINCIPI DELLA SPECIALIZZAZIONE
-        adeguatezza rispetto all’età, carico finalizzato


Organizzazione allenamento / Pianificazione allenamento / elaborazione piani allenamento / analisi allenamento (dopo prestazione)

 Mesociclo: è la componente del sistema di allenamento che consente di realizzare la sommazione dei carichi di lavoro e di apprezzare la crescita di condizione. Termine che viene utilizzato per indicare la parte di un ciclo. Mesociclo (o ciclo funzionale) giustifica anche presenza test da campo per verificare condizione.

ALLENAMENTO ALLA RESISTENZA
Resistenza è capacità psicofisica di opporsi all’affaticamento.
Resistere per alcuni minuti o ore à attività continuative.
Resistere conservando continuità lavorativa e resistenza tecnico-tattica à fasi di impegno alternate a fasi di recupero maggiore o minore.
Resistere conservando qualità gesto tecnico à reiterazione gesti tecnici.

CLASSIFICAZIONE VARI TIPI RESISTENZA
- % massa muscolare: resistenza generale e locale
- specificità rispetto allo sport: resistenza generale (o di base) e specifica
- trasformazione energetica: resistenza aerobica-anaerobica
- durata temporale: breve, media, lunga
- sollecitazione motoria: alla forza, alla forza rapida, alla rapidità


Fattori condizionanti della resistenza: fattori organici, psichici e tecnici.

Metodi di sviluppo della resistenza
Prevedono come caratteristica fondamentale la durata: possono essere basati su metodo continuo o ad intervalli.


[RICOMINCIAMO]

Capacità di prestazione: grado di formazione di una determinata prestazione sportiva, determinata da una molteplicità di fattori specifici.

-        L’allenamento ha:
obiettivi [motori, cognitivi, affettivi e sociali]
contenuti [esempi di sviluppo generali, di sviluppo di gara, speciali]
metodi [durata, intervalli, ripetizioni, gara]
mezzi [tipo di attrezzo, di informazione, di organizzazione]

OBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO
- motori: fattori organico muscolari, capacità ed abilità coordinative
- cognitivi: nozioni tecnico tattiche, ottimizzare e rendere efficace allenamento
- affettivi di apprendimento: forza di volontà, superamento sé stessi, autocontrollo… (componenti psicologiche)
CONTENUTI DELL’ALLENAMENTO
-        esercizi di carattere generale: creare base per specializzazione successiva, poca attinenza con il gesto di gara.
-        Esercizi speciali: costruiti su quelli di sviluppo generale, contengono uno o più gesti tecnici di gara, parametri spazio-temporali riflettono quelli di gara
-        Esercizi di gara o simili: si identificano con la competizione, o tendono a riprodurne una parte significativa.
MEZZI DI ALLENAMENTO (mezzi che sostengono allenamento)
-        di tipo organizzativo (forme di schieramento)
-         di tipo informativo (verbale, visivo, cinestetico)
METODI DELL’ALLENAMENTO: durata, a intervalli, a ripetizioni, gara

LE COMPONENTI DEL CARICO DI ALLENAMENTO
Intensità dello stimolo: forza del singolo stimolo à esprimere una modalità nella quale è stata determinata un’esercitazione (assoluta o relativa).
Densità dello stimolo: rapporto temporale tra fasi di carico e recupero. Influenza anche l’intensità: densità elevata si realizza a scapito dell’intensità.
Durata dello stimolo: durata dell’azione di un singolo stimolo o di un insieme di stimoli.
Volume dello stimolo: durata e numero degli stimoli per unità di allenamento.
Frequenza dello stimolo: numero di unità di allenamento giornaliere o settimanali.
Complessità dello stimolo: prodotto della combinazione di diverse richieste, di diversi metodi e contenuti di allenamento.

PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO
-        provocare effetti di adattamento à i principi del carico
-        assicurare l’adattamento à i principi della divisione in cicli
-        specializzazione dell’allenamento à i principi della specializzazione
-        formazione dei presupposti della prestazione à i principi della proporzionalità

I principi del carico
Dello stimolo allenante, del carico individualizzato, del carico crescente (carico può essere aumentato in modo graduale o improvviso), corretta successione del carico (esercizi che richiedono freschezza à che richiedono pause incomplete à deputati dello sviluppo della resistenza), principio del carico variabile (variare il carico per continuare a migliorare), principio dell’alternanza del carico (utile nelle discipline multiple), relazione ottimale tra carico e recupero.
I principi della divisione in cicli (ciclicità)
Carico continuo, carico periodizzato, recupero periodizzato.
-        Principio del carico continuo: carichi continui determinano un progressivo aumento della capacità di prestazione.
-        Principio del carico periodizzato: l’atleta non può rimanere per tutto l’anno agonistico al massimo della forma.
-        Principio del recupero periodizzato: negli atleti di vertice, se dopo anni di allenamento la prestazione ristagna, c’è prolungato periodo di rigenerazione (assenza dalle gare, minore intensità e misure di rigenerazione, ristabilire capacità psicofisiche nell’atleta).
-        Adeguatezza rispetto all’età [carichi di allenamento devono tener conto dell’età biologica, sfruttare le fasi sensibili], carico finalizzato [ogni sport ha un profilo caratteristico, processo di specializzazione] (diretti a rendere specifico l’allenamento).
I principi della proporzionalità
Rapporto ottimale tra formazione generale e speciale / relazione ottimale nello sviluppo delle componenti della prestazione.
Relazione tra condizione e coordinazione e sviluppo di forza e di resistenza.  

PIANIFICAZIONE, ORGANIZZAZIONE E ANALISI DELL’ALLENAMENTO
Organizzazione dell’allenamento. Con il concetto di organizzazione si intende il concetto non casuale, ma preordinato, che deve caratterizzare l’allenamento.
Importante la scelta razionale degli stimoli (esercizi), sulla base di dati sperimentali (analisi sistematica di dati scientifici o delle esperienze di allenamento), riferita all’esercizio (generale, speciale, di gara).
Pianificazione dell’allenamento. Tiene conto dello stato individuale di prestazione,  della strutturazione sistematica del processo di allenamento (anche a lungo termine), orientato in base alle scienze dello sport ed alle esperienze. Progressivo adattamento, costruzione per fasi temporali, periodizzazione del carico di allenamento.
L’elaborazione dei piani di allenamento. Processo di elaborazione di un piano:
1.     stabilire durata complessiva, obiettivi formativi, principali contenuti.
2.     Stabilire obiettivi parziali e compiti, per le differenti parti del piano.
3.     Pianificare contenuti, mezzi e metodi per ciascun compito.
4.     Calendarizzare le gare (di varia importanza) e valutare la prestazione.

Dopo l’allenamento c’è l’analisi dell’allenamento:
Rielaborazione immediata à efficacia dell’unità di allenamento
Rielaborazione differita à efficacia di un blocca di allenamento (periodo, stagione, anno)

Il controllo dell’allenamento (della prestazione)
Confronto tra dati programmati e dati reali. Sincronizzazione finalizzata di tutte le misure di allenamento, dei suoi controlli e delle gare e della loro valutazione. L’obiettivo è raggiungere prestazione e successi sportivi migliori.
La diagnostica della prestazione (valutazione funzionale)
Identificazione, definizione e rilevamento del livello individuale delle componenti di una prestazione sportiva, o di un livello della prestazione sportiva. [questionari, interviste, video, test, metodi psicologia dello sport, metodi fisiologia dello sport, metodi anatomia funzionale, metodi biomeccanica]

PERIODIZZAZIONE DELL’ALLENAMENTO
Distribuzione cronologica, non casuale, dei contenuti dell’allenamento.
Le fasi di un progetto continuo:
-        Pianificazione: formulazione della strategia delle macrovariazione, della struttura dell’allenamento.
-        Periodizzazione: enunciazione dei principi teorici relativi all’andamento più particolareggiato dello sviluppo dei carichi nei diversi periodi.
-        Programmazione: sviluppo del programma di allenamento.
Ciclo di allenamento
Periodo di preparazione à periodo di gara (o agonistico) à periodo di transizione

La forma sportiva può essere intesa come la sintesi globale dei fattori organico muscolari e coordinativi, più idonea per conseguire la massima prestazione.


IL PERIODO PREPARATORIO
Nell’allenamento giovanile e di medio livello. Prevalenza esercitazioni a carattere generale (minore volume, maggiore intensità)
Livello di qualificazione di maggiore livello. Prevalenza esercitazioni a carattere speciale.
IL PERIODO AGONISTICO
Perfezionamento e consolidamento della forma consente di sviluppare migliori prestazioni.
-        Scelta di gare adeguate alle capacità di prestazione del momento.
-        Durata: circa metà del periodo preparatorio.
-        Periodi competitivi lunghi: prevenire decadimenti alcune capacità à reintroduzione esercitazioni del periodo preparatorio.
IL PERIODO DI TRANSIZIONE
Mira ad assecondare la naturale tendenza alla perdita temporanea della forma.
-        esercitazioni complementari rispetto all’attività praticata, intervallati da giorni di riposo per favorire il ripristino delle disponibilità fisiche e psicologiche dell’atleta.
-        Riduzione intensità e volume.

“L’allenatore deve essere pronto a rimettere in considerazione il programma previsto ogni giorno. Deve considerare tale programma come una sorta di ipotesi di lavoro. Così sarà disposto a interrompere prima o modificare una seduta di allenamento. Così atleta è posto al centro dell’allenamento, mentre il sistema di allenamento è un mezzo al suo servizio.”

“Allenatore prospetta all’atleta una crescita ideale del carico, senza precisare una misura formale. L’atleta deve imparare a conoscersi meglio, gestendo le parti dell’allenamento, fornendo informazioni importanti all’allenatore. Questa strada permette all’allenatore di imparare dall’atleta, fermo restando la possibilità che l’atleta impari dall’allenatore”.

STRUTTURA DEL CICLO E DEL PIANO DI LAVORO
1.     La seduta di allenamento (sessione)
2.     Microciclo di allenamento
3.     Ciclo funzionale (detto mesociclo da alcuni)
4.     Ciclo annuale (ciclo)
5.     Piano a lungo termine

La sessione di allenamento. È l’unità più piccola della struttura di allenamento. La sessione ci dà la possibilità di orientare in maniera non equivoca il carico.
Sono tre i grandi gruppi di sessioni di lavoro:
-        sessioni di sviluppo à sono le sessioni chiave, perché incentrate su principali obiettivi del momento;
-        sessioni di mantenimento
-        sessioni di sviluppo

Seduta divisa in:
-        parte introduttiva (riscaldamento)
-        parte fondamentale (effettuazione carico programmato)
-        parte conclusiva (defaticamento, successivo a carico)
Collocare un solo esercizio chiave per ogni sessione.

Defaticamento. Esercizi a bassa intensità (riduzione temperatura corporea, frequenza cardiaca e pressione arteriosa, normalizzazione volume sanguigno), esercizi di rilassamento e respirazione (graduale diminuzione ventilazione polmonare, riduzione eccitazione SNC, diminuzione tensione emotiva), esercizi di stretching (riduzione rigidità e durezza muscoli, allungamento muscoli accorciati, aumento elasticità muscolare e tendinea, aumento flessibilità).

Contenuto della modalità dominante
Modalità compatibili


Capacità alattacida

RESISTENZA AEROBICA
Espressione resistente di forza


Forza massima e ricerca di ipertrofia

Sono le modalità compatibili a rendere possibili effetti positivi dalla combinazione dei carichi.

MICROCICLO: le caratteristiche


Tipo di Microciclo
Obiettivo
1
Di adattamento al carico
Sviluppo graduale della condizione psico-fisica
2
Sviluppo del carico
Sviluppo di un alto livello di condizione
3
Di massimo impatto
Sviluppo massimo della condizione con stimoli massimi
A
Di preparazione
Preparazione progressiva
B
Pre-competitivo
Preparazione specifica alla gara
C
Competitivo
Favorire l’espressione delle massime capacità
D
Recupero
Favorire recupero con mezzi attivi


Tipo di microciclo
Microcicli utilizzati nella pratica
A
Di preparazione
A1, A2, A3
B
Pre-competitivo
B2,B3
C
Competitivo
C3,C2
D
Di recupero
D1 [?], D2 [?]


Obiettivi del carico
Livello di carico
Tempi approssimativi di recupero (h)
Dopo quanto tempo un carico analogo?
Sviluppo di capacità (importante la fase di recupero)
Massimo
Molto alto
Alto
>72
48-72
24-48
3-4 gg
2-3 gg
1-2 gg
Mantenimento
Medio
12-24
½-1 gg
Recupero
Basso
<12
½ gg


Recuperare meglio da un carico vuol dire creare intorno al carico svolto una serie di altri carichi.

IL CICLO FUNZIONALE (MESOCICLO)
Rende giustificata l’utilizzazione di test. Consente di realizzare la sommazione dei carichi di lavoro, apprezzando la crescita di condizione. È fondamentale precisare la sua durata ed i suoi contenuti.
Abbiamo 3 diversi tipi di ciclo funzionale:
1.     di accumulo
2.     di trasformazione
3.     di realizzazione (piena espressione delle capacità)

Ciclo funzionale di accumulo A ha la tipica struttura dell’inizio del ciclo di allenamento. Dura dalle 4 alle 6 settimane.
Ciclo funzionale di accumulo B ha la tipica struttura della parte centrale e finale del ciclo di allenamento. Dura dalle 2 alle 4 settimane.

Il ciclo funzionale: caratteristiche

Tre tipi diversi di ciclo funzionale
Obiettivo specifico del tipo di ciclo funzionale
1
Di accumulo
Ampliare la capacità di svolgere carichi di allenamento
2
Di trasformazione
Effettuare carichi di lavoro con contenuti molto specifici, alta densità ed elevata intensità
3
Di piena espressione delle capacità
Realizzare migliore prestazione possibile in competizione

Il ciclo funzionale ha aspetti tecnico-tattici. Proporre, quindi, compiti motori tipici dell’attività praticata:
1.     simulazione della competizione
2.     simulazione competizione divisa in parti
3.     simulazione di particolari aspetti
4.     simulazione comportamento e abitudini pre-gara

Il ciclo annuale racchiude tutto, il suo valore può apprezzarsi solo al termine della stagione.


L’ALLENAMENTO DELLA RESISTENZA
La capacità psicofisica di opporsi all’affaticamento. Contrastare i sintomi dell’affaticamento che via via insorgono e si manifestano con diverse modalità.
Classificazione dei vari tipi di resistenza
-        %Massa muscolare à resistenza generale, resistenza locale
-        specificità rispetto allo sport à resistenza generale, resistenza specifica
-        trasformazione energetica à res aerobica, anaerobica
-        durata temporale à breve, media, lunga
-        sollecitazione motoria à res alla forza, forza rapida, rapidità
Resistere: il punto di vista energetico
-        assicurare rifornimento energia e suo utilizzo nel tempo
-        substrati energetici qualitativamente e quantitativamente disponibili
-        capacità di trasformare energia dei substrati in lavoro meccanico
Espressioni della resistenza dal punto di vista energetico
Anaerobica alattacida (pochi secondi), aerobica (lunga durata), aerobica lattacida (fino a 120”)

I fattori condizionanti della resistenza sono organici, psichici e tecnici.
Fattori organici:
-        funzionalità apparato cardiocircolatorio e respiratorio
-        capacità e potenza sistemi energetici
-        capacità sopportare modificazioni (fisiche e psichiche)
-        adattamento o modificazioni morfofunzionali delle strutture muscolari
Fattori tecnici:
-        perfezione del gesto atletico
-        proporzionalità tra azione muscolare e gesto motorio
Fattori psichici:
-        sopportazione conseguenze squilibri funzionali
-        intelligenza tattica
-        capacità di amministrarsi
-        conoscenza della disciplina
-        giusto atteggiamento mentale

Fattori condizionanti resistenza anaerobica: fattori bioenergetici, fattori neuromuscolari, capacità tampone, fattori cardiovascolari.

[Resistenza è alla forza, alla forza rapida ed alla rapidità. ]

METODI E MEZZI DI SVILUPPO DELLA RESISTENZA
La durata è la caratteristica fondamentale. Basati su fasi di lavoro interrotte (metodo continuo), caratterizzati da pause che interrompono le fasi di lavoro (metodi a intervalli).
Metodi di sviluppo della resistenza:
-        metodo del carico prolungato
-        metodo ad intervalli
-        metodo della ripetizione
-        metodo della gara

Il metodo continuo (la capacità aerobica ed i suoi fattori limitanti:
determinanti della capacità aerobica sono à glicogeno (intensità), enzimi aerobici (CHO, grassi), sistema cardiovascolare (cuore e capillarizzazione), sangue (trasporto ossigeno, capacità tampone).

Il metodo continuo estensivo
Volumi elevati ed intensità relativamente basse. Adattamenti enzimatici che favoriscono ossidazione lipidica (utile per rigenerazione e recupero) à risparmio scorte carboidrati
Aspetti positivi: effetti di possibile accelerazione dei processi di recupero in corso di prestazione.
Aspetti negativi: allenamento prevalentemente sul volume e scarsamente intensivo.

Il metodo continuo intensivo
Intensità più elevata e periodi di tempo limitati (lavoro alla soglia). Utilizzo e riduzione delle riserve di carboidrati.
Superamento soglia anaerobica; dipende dallo stato di allenamento.
L’intensità di soglia può essere tenuta elevata per un periodo di tempo limitato. [40-60’ per specialisti resistenza/15-30’ per atleti giochi sportivi]
Non deve essere troppo frequente nell’arco della settimana.

Modalità esecutive del metodo continuo
-        ad andatura, velocità o ritmo costante, variabile, progressivamente accelerato nel tempo.

Il metodo lento e lungo propone adattamenti fisiologici (funzione cardiovascolare, termoregolazione, capacità ossidativa muscolare). Da considerare per aumentare la resistenza aerobica, il volume di allenamento, nella fase preparatoria del ciclo (pone le basi fisiologiche).

Interval training
Giochi sportivi: da 40 a 120” di gioco collettivo, partendo da 2vs2 in zone strette, allargando. Alta intensità. Singola serie di N di ripetizioni separate da micropause à volume più elevato del carico, effetto sulla capacità lattacida.
Più serie separate da macropause à più elevata intensità complessiva, potenza lattacida.  

Pause lunghe o lunghissime, non servono per la resistenza, ma per un’elevata intensità e per l’allenamento della tecnica.
Metodo può essere estensivo (volume elevato, intensità scarsa), o intensivo (volume scarso, intensità elevata). Principio della pausa vantaggiosa. Solo una parte della pausa è vantaggiosa, il recupero completo chiede troppo tempo. Recupero incompleto quando FC 120-140 battiti per minuto.

Metodo della ripetizione
Esecuzione ripetuta di una distanza prescelta, che ogni volta viene percorsa alla massima velocità possibile, dopo aver recuperato completamente la prova precedente.
Metodo intermittente
Massima intensità. Recupero: passivo, di durata stabilita, incompleto.
Metodo della gara
Metodo globale. Fitta successione di gare come allenamento. Per le capacità speciali di resistenza. Consente di stressare sistemi in modo unico e specifico.

RESISTENZA AEROBICA. In modo uniforme, progressivo, variato (fartlek).
POTENZA AEROBICA. Ripetute, intermittente, interval training.

LE RIPETUTE
Per il miglioramento aerobico. Ripetute da 10’ a 20’, parte bassa di zona 4 – recupero da 4’-6’ a zona 2.
Per la resistenza alla forza. Ripetute da 1’ a 6’ con azione tecnica; gesto più lungo di quello della gara. Recupero da 2’ a 12’.

Allenamento intermittente.
-        costituito da fasi di lavoro alternate a fasi di recupero da fermo
-        permette di sostenere per periodi relativamente lunghi intensità relativamente alte, con bassi accumuli di lattato
-        rapido innalzamento frequenza cardiaca
-        frequenza cardiaca sempre elevata con poca differenza fra minimo e massimo
-        può migliorare aspetti di efficienza meccanica di corsa
-        nel calcio molto usate le navette (10+10)
-        consente di effettuare azioni vicino alla potenza gara, o superiore (100-125%)
-        il sistema anabolico si specializza nel velocizzare il recupero, mantenendosi sempre al 60-80% del VO2max
-        nelle serie lunghe diventa un lavoro lattacido
-        consente di lavorare anche in regimi di forza resistente, o di resistenza di forza, aumentando anche la forza del gesto tecnico

“è il cervello, non il cuore o i polmoni, l’organo limitante.” Rogger Bannister




FORZA

La forza si divide in MASSIMALE (forza massimale che sistema neuro-muscolare può esprimere con una contrazione volontaria), RAPIDA (capacità del sistema neuro-muscolare di superare resistenza con elevata rapidità di contrazione), RESISTENTE (capacità dell’organismo di opporsi alla fatica durante prestazioni di forza nel tempo).
Nei diversi sport non si ha mai una forma pura di forza, ma sempre una combinazione di forze.
La forza ESTREMA è oltre la forza massimale: differenza tra forza estrema e massimale è definita DEFICIT DI FORZA, che può andare dal 30 al 10%.
La forza MASSIMALE si divide in statica (isometrica, massima forza che sistema neuro muscolare riesce ad esprimere in una contrazione volontaria), forza dinamica. Questa a sua volta si divide in positiva (o concentrica) e negativa (o eccentrica).

La forza RAPIDA è capacità del corpo di muoversi, o di muovere oggetti, alla massima velocità possibile. Si divide in FORZA ESPLOSIVA (es: partenza dai blocchi di uno sprinter), ESPLOSIVO-ELASISTICA (azione pilometrica della muscolatura, con movimenti articolari accentuati eseguiti alla massima velocità), ESPLOSIVO ELASTICA RIFLESSA (movimenti ridottissimi e rapidissimi; spesso si riduce ad appoggio e spinta del piede).

Tipologie tensioni muscolari sono 3: Isotonica, Isometrica e Auxotonica (misto tra le due precedenti).

LA RAPIDITA’
È una proprietà generale del sistema nervoso centrale che si manifesta nella reazione motoria.
LA VELOCITA’
È una proprietà prevalente dei muscoli che riguarda il movimento completo; si manifesta nel tempo che essi impiegano a contrarsi e riguarda spostamento del corpo nello spazio. Si concretizza nella capacità di accelerazione, raggiungimento e mantenimento della massima velocità.

Rapidità di reazione semplice: per esempio la partenza dai blocchi, o la partenza nel nuoto. Reazione breve. Reazione ad un segnale già conosciuto con un determinato programma di movimento automatizzato. La sua allenabilità non è elevata, ma anche un sensibile miglioramento può cambiare in meglio la prestazione in gara.
Reazione complessa. Esempio, la parata del portiere. Prima analisi ambientale, poi atto motorio. Di fondamentale importanza negli sport di situazione.
Rapidità dei movimenti aciclici. Capacità di eseguire azioni non ripetute nel minor tempo possibile. È determinata dalla libertà di azione, che consiste nella rapida costruzione del singolo gesto intenzionale.
(dipende da fibre bianche e tonicità muscoli antagonisti)
Rapidità dei movimenti ciclici. Capacità ripetere stessi elementi nel minor tempo possibile, in un arco di tempo costante. (distribuzione fibre muscolari, qualità tecnica gesto, mobilità articolare, elasticità muscolo, coordinazione).
Tipi di velocità:
velocità di contrazione à tempo che intercorre tra attivazione di un muscolo e completamento del movimento da questo realizzato.
Velocità di azione à durata di un movimento complesso, che richiede attivazione di più gruppi muscolari, quindi lo spostamento del corpo in una o più direzioni.
Velocità dei movimenti ciclici à capacità di effettuare un’azione ciclica completa nel minor tempo possibile, spostando il corpo, o un attrezzo, nello spazio.

Secondo opinione generale prevalente la rapidità dipende dalla genetica, quindi non è migliorabile quanto la forza con l’allenamento. Questo fenomeno dipende dalla distribuzione delle fibre, quindi dai pattarn d’attivazione. L’allenamento può cambiare, limitatamente, il volume e la capacità di queste fibre, ma non la loro distribuzione.
La velocità è una funzione della rapidità, della forza rapida, della coordinazione ottimale dei movimenti in relazione all’ambiente esterno. Velocità è più facilmente incrementabile rispetto alla rapidità.
Bambini hanno alta percentuale di fibre intermedie, quindi se vengono indirizzati precocemente verso allenamento rapidità, dopo trasformazione fibre intermedie possono aumentare quelle rapide.


[attraverso allenamento le capacità attentive di un soggetto si consolidano, portando ad un vero e proprio stile attentivo. È necessario utilizzare nell’allenamento la scelta dei segnali che vengono utilizzati in gara o in partita.]

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