Ipercifosi toracica à
collo prono in avanti
Iperlordosi lombare à
bacino in avanti, sedere in fuori
Massima capacità discriminativa è posseduta da punta dita,
labbra e lingua.
Ginnastica propriocettiva sviluppa percezione corporea.
Forza di gravità agisce su: C2, C7, D9, L2 e L5. Il lavoro
muscolare contro forza gravità è attivo e costante.
Piollet: “Mantenimento costante ed ottimale del rapporto
curve”.
IN POSTURA ERETTA NORMALE il peso si distribuisce in modo
omogeneo (50%-50%). Carichi mantenuti per lunghi periodi, conseguenza è
diminuzione in altezza del disco intervertebrale.
IPERESTENSIONE, carico meccanico grava tanto più su
articolazioni interapofisarie quanto più è accentuata la lordosi. L’estensione
distende legamento longitudinale anteriore, schiaccia cartilagine articolare,
determinando potenziale lesione da sovraccarico.
FLESSIONE, notevole carico di lavoro meccanico sulla
porzione anteriore del segmento mobile. Danneggia in sequenza: legamenti
sovraspinosi, le capsule delle faccette, l’anulus nella sua porzione
posteriore, producendo una notevole aumento della pressione intervertebrale.
PRINCIPIO DI WOLF. Data la forma di un osso, gli elementi
ossei si dispongono o si spostano, secondo la direzione delle forze ed
aumentano o diminuiscono la loro massa proporzionalmente a tali forze.
PRINCIPIO DI HEUTER-VOLKMAN. Variazione dei dischi epifisari
di accrescimento: con pressione uguale su piatti epifisari, l’epifisi cresce
simmetricamente; se un’area è sottoposta ad una maggiore pressione non cresce
tanto rapidamente o completamente quanto l’area sottoposta a pressione minore.
Disco intervertebrale: è ammortizzatore, spaziatore e
struttura insensibile. (nucleo polposo e anello fibroso). Il disco non può dare
dolore, ma i tessuti adiacenti si. Attenzione all’interessamento della radice
nervosa. Protusione è degenerazione discale.
“se non si piegano le
gambe si lede la schiena”
Non raccogliere mai qualcosa (es scatola) in cifosi lombare,
iperlordosi lombare, flessione anteriore del busto. Raccogliere esclusivamente
in inclinazione.
LEVE:
I genere à
inter-fulcrata
II genere à
inter-resistente
III genere à
inter-potente
Psoas iliaco, deleterio per tratto lombare. Addominali con
arti inferiori flessi per salvaguardia tratto lombare.
Ergonomia
(definizione). Relazione tra lavoratore, lavoro effettuato, obiettivi ed
attività inerenti a quel lavoro ed ambiente in cui lavoro viene svolto. Ergonomia
migliora salute, efficienza e qualità del movimento durante il lavoro.
Consigli dell’ergonomia vanno individualizzati, fatti su
misura. Non è una scienza esatta, ma un arte di conoscenze.
Valgo (a X), varo (contrario)
Valutazione
morfofunzionale. Scopo è avere visione completa di eventuali deformità
strutturali, quindi importante osservare paziente in diverse posizioni ed
atteggiamenti.
Si inizia da paziente in posizione ortostatica, schiena
verso operatore (visione dorsale), poi frontale, infine laterale.
Valutazione procede sempre da basso verso l’alto. La prima
valutazione è del retropiede. Piede
può essere normale, valgo (deviato in pronazione, tendine d’achille convesso
verso l’interno) o varo (deviato in supinazione).
Bacino. Osservare
prima allineamento ali iliache, poggiando mani su di esse. Valutare su piano
frontale un’eventuale dismetria. Significative deviazioni su piano frontale del
bacino possono determinare alterazioni del carico su arti inferiori e tratto
lombare.
La dismetria può essere strutturale
(arto più corto congenitamente, a seguito di fratture di tibia, femore,
perone); o funzionale (aumento
tensione catene muscolo-connettivali, traslocazione laterale bacino,
restrizione articolare – quindi della mobilità – iliaca, sacrale o lombare).
Rachide. Osservare
l’allineamento dei processi spinosi, simmetria triangoli della taglia.
Alterazioni spazio triangolo della taglia possono essere
indicative di uno spostamento del rachide lombare o dorso lombare, sul piano
frontale, in presenza di una deformità scoliotica.
Flessione anteriore del busto (bending anteriore).
Scomparsa curvatura sul piano frontale, evidenziata in posizione eretta à atteggiamento
scoliotico. Comparsa o aumento di un gibbo costale à scoliosi vera, in
corrispondenza della convessità della curva rachidea.
Con lateroflessione si può osservare risposta dei corpi
vertebrali: con scoliosi SX, lateroflessione a DX aumenta gibbo.
Considerare anche posizione scapole, distanza interscapolare
(normalmente 3 dita) e spalle.
Arti inferiori. Far
unire le gambe, si procede ad osservazione zone di contatto:
1.
zone di non contatto tra pube e muscoli
adduttori
2.
zona di contatto a livello di muscoli adduttori
(circa metà coscia)
3.
altra zona di non contatto tra adduttori e
condili femorali mediali (altezza ginocchia) che si toccano.
Ginocchio varo: femore e tibia non sono perfettamente
allineati, formano angolo ottuso aperto medialmente. (definito a parentesi
contrapposta).
Ginocchio valgo: definito ad X; formano angolo ottuso
aperto lateralmente.
Alterazioni
morfologiche possono essere di 4 tipi:
-
turbe
psicomotorie: determinate da carenza o ineguatezza esperienze psicomotorie,
o da lacune nella maturazione dei centri motori superiori.
-
Atteggiamenti
viziati: postura diversa dalla norma, che altera statica e dinamica del
corpo. Errata posizione assunta può causare un’espressione di schemi motori
errati, e di conseguenza l’assunzione di atteggiamenti scorretti.
-
Paramorfismi:
modeste alterazioni morfologiche acquisite, che si sono consolidate a
livello muscolare o tendineo.
-
Dismorfismi:
alterazioni morfologiche in cui risulta alterata anche la componente
scheletrica. Causate da disturbi o ritardi delle funzioni neuropsichiche della
postura e dell’equilibrio.
Atteggiamento
scoliotico e scoliosi strutturale: differenze
Atteggiamento scoliotico se deviazione compare solo
quando il soggetto assume determinate posizioni. A parte alcune eccezioni, la
deviazione si riduce completamente in posizione distesa. Può svilupparsi
conseguentemente ad altre anormalità.
Scoliosi strutturale quando rachide risulta deformato
in modo permanente e deformazione non è volontariamente riducibile.
Deformazione sul piano trasverso, costituita da una
rotazione localizzata a formare il gibbo, rappresenta l’elemento più dannoso
per la morfologia del soggetto.
Sono evolutive durante l’accrescimento, in particolare
durante la pubertà. Fino a maturità ossea. Si possono aggravare anche
lentamente, durante l’età adulta. Le idiopatiche, la cui eziologia è
sconosciuta, sono le più numerose.
-
Curvature fisiologiche sono quattro: cervicale,
lombare, sacrale e pelvica. Cervicale e lombare sono lordosi; sacrale e pelvica
cifosi.
Scoliosi è una deviazione permanente, laterale e rotatoria
del rachide. Atteggiamento scoliotico è visibile solo se colonna è sotto
carico. Le scoliosi, in base alle cause, sono di tre tipi: congenite,
acquisite, idiopatiche (vedi su).
Le idiopatiche,
la cui eziologia è sconosciuta, sono l’80-88% di tutte le scoliosi. Le ipotesi
più accreditate di eziologia sono:
-
alterazioni primarie della muscolatura vertebrale
-
ereditarietà/familiarità
-
deficit alimentari, tossici e vitaminici
in base alla sede le distinguiamo in scoliosi: lombari,
dorso-lombari, combinate dorsali e lombari, dorsali.
Caratteristiche
anatomo patologiche
Curvatura primaria o primitiva: determinata
direttamente da causa principale della patologia stessa, quella con maggiori
alterazioni strutturali.
Curvatura secondaria o di compenso: si sviluppa nei
tratti superiori o inferiori alla primaria, al fine di compensare equilibrio.
Rotazione à
attorno a asse longitudinale del rachide. Interessa tutto il tratto
vertebrale coinvolto nel rachide.
Deformazione à
interessa i singoli corpi vertebrali, causato dal danno prodotto dalle
sollecitazioni del carico.
Deformazioni del
torace
Gibbo costale posteriore: si sviluppa sul lato della
convessità della curvatura, per spinta sulle costole da parte della apofisi
trasverse delle vertebre che ruotano su loro stesse.
Gibbo costale anteriore: si sviluppa con meccanismo
analogo dal lato della concavità della curvatura.
Valutazione gravità
scoliosi
Necessario valutare l’entità della rotazione dei corpi
vertebrali, il grado di curvatura.
Metodo di Cobb à
identificare vertebre da estremità curvatura, tracciare parallele alle
limitanti, abbassare perpendicolari a queste, angolo che deriva
dall’intersezione indica entità curvatura scoliotica.
<20° modesta
20°-40° grave
>40° molto grave
Trattamento forme iniziali,
terapia cinesiterapica: stimolare
muscolature paravertebrali, favorire stabilizzazione attiva delle curve,
riequilibrare movimenti tronco.
Trattamento forme più
gravi (20°-40°), corsetti ortopedici: devono essere portati dal paziente
giornalmente, secondo programma personalizzato. Associati sempre ad esercizi
muscolari e respiratori, per favorire trofismo muscoli paravertebrali e lo
sviluppo della capacità respiratoria, che potrebbero essere alterati dalla
scoliosi.
Trattamento forme
molto gravi, terapia chirurgica: preceduta da trattamento cinesiterapico
e/o da applicazione corsetto, consiste nell’applicazione di un’asta su versante
concavo della curvatura scoliotica, ancorata alle lamine delle due vertebre
limitanti.
Scapole alate. Difetto
che quasi sempre accompagna dorso curvo, cui è strettamente legato.
Caratterizzato da uno spostamento in avanti del moncone della spalla e da
allontanamento cassa toracica del margine interno e dell’angolo inferiore della
scapola, che crea così la tipica fossetta.
Causata da ridotta funzionalità muscoli adduttori delle
scapole e dal sopravvento dei muscoli pettorali che rompono l’equilibrio con il
loro massimo trofismo.
METODO MEZIERES
(aforismi):
“L’uomo ha una sua forma ottimale, tutte le deviazioni sono
espressione di disequilibrio corporeo in atto, che porterà comparsa di processi
patologici visti non più come fenomeni accidentali, ma come prodotto di fattori
operanti nel tempo”.
“Tutti i dismorfismi, che non siano di natura congenita,
sono sempre correggibili”.
Lavoro è contemporaneo su 4 catene/lavoro in
espirazione/lavoro si avvarrà di contrazioni isometriche (uniche in grado di
aumentare numero sarcomeri).
METODO MEC KENZIE:
Distingue in 3 gruppi di pazienti: posturale, di
disfunzione, da rangment.
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