domenica 19 ottobre 2014

AMPA

Ipercifosi toracica à collo prono in avanti

Iperlordosi lombare à bacino in avanti, sedere in fuori

Massima capacità discriminativa è posseduta da punta dita, labbra e lingua.

Ginnastica propriocettiva sviluppa percezione corporea.

Forza di gravità agisce su: C2, C7, D9, L2 e L5. Il lavoro muscolare contro forza gravità è attivo e costante.

Piollet: “Mantenimento costante ed ottimale del rapporto curve”.

IN POSTURA ERETTA NORMALE il peso si distribuisce in modo omogeneo (50%-50%). Carichi mantenuti per lunghi periodi, conseguenza è diminuzione in altezza del disco intervertebrale.
IPERESTENSIONE, carico meccanico grava tanto più su articolazioni interapofisarie quanto più è accentuata la lordosi. L’estensione distende legamento longitudinale anteriore, schiaccia cartilagine articolare, determinando potenziale lesione da sovraccarico.
FLESSIONE, notevole carico di lavoro meccanico sulla porzione anteriore del segmento mobile. Danneggia in sequenza: legamenti sovraspinosi, le capsule delle faccette, l’anulus nella sua porzione posteriore, producendo una notevole aumento della pressione intervertebrale.

PRINCIPIO DI WOLF. Data la forma di un osso, gli elementi ossei si dispongono o si spostano, secondo la direzione delle forze ed aumentano o diminuiscono la loro massa proporzionalmente a tali forze.
PRINCIPIO DI HEUTER-VOLKMAN. Variazione dei dischi epifisari di accrescimento: con pressione uguale su piatti epifisari, l’epifisi cresce simmetricamente; se un’area è sottoposta ad una maggiore pressione non cresce tanto rapidamente o completamente quanto l’area sottoposta a pressione minore.

Disco intervertebrale: è ammortizzatore, spaziatore e struttura insensibile. (nucleo polposo e anello fibroso). Il disco non può dare dolore, ma i tessuti adiacenti si. Attenzione all’interessamento della radice nervosa. Protusione è degenerazione discale.

“se non si piegano le gambe si lede la schiena”
Non raccogliere mai qualcosa (es scatola) in cifosi lombare, iperlordosi lombare, flessione anteriore del busto. Raccogliere esclusivamente in inclinazione.

LEVE:
I genere à inter-fulcrata
II genere à inter-resistente
III genere à inter-potente

Psoas iliaco, deleterio per tratto lombare. Addominali con arti inferiori flessi per salvaguardia tratto lombare.

Ergonomia (definizione). Relazione tra lavoratore, lavoro effettuato, obiettivi ed attività inerenti a quel lavoro ed ambiente in cui lavoro viene svolto. Ergonomia migliora salute, efficienza e qualità del movimento durante il lavoro.
Consigli dell’ergonomia vanno individualizzati, fatti su misura. Non è una scienza esatta, ma un arte di conoscenze.

Valgo (a X), varo (contrario)

Valutazione morfofunzionale. Scopo è avere visione completa di eventuali deformità strutturali, quindi importante osservare paziente in diverse posizioni ed atteggiamenti.
Si inizia da paziente in posizione ortostatica, schiena verso operatore (visione dorsale), poi frontale, infine laterale.
Valutazione procede sempre da basso verso l’alto. La prima valutazione è del retropiede. Piede può essere normale, valgo (deviato in pronazione, tendine d’achille convesso verso l’interno) o varo (deviato in supinazione).

Bacino. Osservare prima allineamento ali iliache, poggiando mani su di esse. Valutare su piano frontale un’eventuale dismetria. Significative deviazioni su piano frontale del bacino possono determinare alterazioni del carico su arti inferiori e tratto lombare.
La dismetria può essere strutturale (arto più corto congenitamente, a seguito di fratture di tibia, femore, perone); o funzionale (aumento tensione catene muscolo-connettivali, traslocazione laterale bacino, restrizione articolare – quindi della mobilità – iliaca, sacrale o lombare).

Rachide. Osservare l’allineamento dei processi spinosi, simmetria triangoli della taglia.
Alterazioni spazio triangolo della taglia possono essere indicative di uno spostamento del rachide lombare o dorso lombare, sul piano frontale, in presenza di una deformità scoliotica.
Flessione anteriore del busto (bending anteriore). Scomparsa curvatura sul piano frontale, evidenziata in posizione eretta à atteggiamento scoliotico. Comparsa o aumento di un gibbo costale à scoliosi vera, in corrispondenza della convessità della curva rachidea.
Con lateroflessione si può osservare risposta dei corpi vertebrali: con scoliosi SX, lateroflessione a DX aumenta gibbo.
Considerare anche posizione scapole, distanza interscapolare (normalmente 3 dita) e spalle.

Arti inferiori. Far unire le gambe, si procede ad osservazione zone di contatto:
1.     zone di non contatto tra pube e muscoli adduttori
2.     zona di contatto a livello di muscoli adduttori (circa metà coscia)
3.     altra zona di non contatto tra adduttori e condili femorali mediali (altezza ginocchia) che si toccano.
Ginocchio varo: femore e tibia non sono perfettamente allineati, formano angolo ottuso aperto medialmente. (definito a parentesi contrapposta).
Ginocchio valgo: definito ad X; formano angolo ottuso aperto lateralmente.

Alterazioni morfologiche possono essere di 4 tipi:
-       turbe psicomotorie: determinate da carenza o ineguatezza esperienze psicomotorie, o da lacune nella maturazione dei centri motori superiori.
-       Atteggiamenti viziati: postura diversa dalla norma, che altera statica e dinamica del corpo. Errata posizione assunta può causare un’espressione di schemi motori errati, e di conseguenza l’assunzione di atteggiamenti scorretti.
-       Paramorfismi: modeste alterazioni morfologiche acquisite, che si sono consolidate a livello muscolare o tendineo.
-       Dismorfismi: alterazioni morfologiche in cui risulta alterata anche la componente scheletrica. Causate da disturbi o ritardi delle funzioni neuropsichiche della postura e dell’equilibrio.

Atteggiamento scoliotico e scoliosi strutturale: differenze
Atteggiamento scoliotico se deviazione compare solo quando il soggetto assume determinate posizioni. A parte alcune eccezioni, la deviazione si riduce completamente in posizione distesa. Può svilupparsi conseguentemente ad altre anormalità.
Scoliosi strutturale quando rachide risulta deformato in modo permanente e deformazione non è volontariamente riducibile.
Deformazione sul piano trasverso, costituita da una rotazione localizzata a formare il gibbo, rappresenta l’elemento più dannoso per la morfologia del soggetto.
Sono evolutive durante l’accrescimento, in particolare durante la pubertà. Fino a maturità ossea. Si possono aggravare anche lentamente, durante l’età adulta. Le idiopatiche, la cui eziologia è sconosciuta, sono le più numerose.
-       Curvature fisiologiche sono quattro: cervicale, lombare, sacrale e pelvica. Cervicale e lombare sono lordosi; sacrale e pelvica cifosi.
Scoliosi è una deviazione permanente, laterale e rotatoria del rachide. Atteggiamento scoliotico è visibile solo se colonna è sotto carico. Le scoliosi, in base alle cause, sono di tre tipi: congenite, acquisite, idiopatiche (vedi su).

Le idiopatiche, la cui eziologia è sconosciuta, sono l’80-88% di tutte le scoliosi. Le ipotesi più accreditate di eziologia sono:
-       alterazioni primarie della muscolatura vertebrale
-       ereditarietà/familiarità
-       deficit alimentari, tossici e vitaminici
in base alla sede le distinguiamo in scoliosi: lombari, dorso-lombari, combinate dorsali e lombari, dorsali.

Caratteristiche anatomo patologiche
Curvatura primaria o primitiva: determinata direttamente da causa principale della patologia stessa, quella con maggiori alterazioni strutturali.
Curvatura secondaria o di compenso: si sviluppa nei tratti superiori o inferiori alla primaria, al fine di compensare equilibrio.

Rotazione à attorno a asse longitudinale del rachide. Interessa tutto il tratto vertebrale coinvolto nel rachide.
Deformazione à interessa i singoli corpi vertebrali, causato dal danno prodotto dalle sollecitazioni del carico.

Deformazioni del torace
Gibbo costale posteriore: si sviluppa sul lato della convessità della curvatura, per spinta sulle costole da parte della apofisi trasverse delle vertebre che ruotano su loro stesse.
Gibbo costale anteriore: si sviluppa con meccanismo analogo dal lato della concavità della curvatura.

Valutazione gravità scoliosi
Necessario valutare l’entità della rotazione dei corpi vertebrali, il grado di curvatura.
Metodo di Cobb à identificare vertebre da estremità curvatura, tracciare parallele alle limitanti, abbassare perpendicolari a queste, angolo che deriva dall’intersezione indica entità curvatura scoliotica.
<20° modesta
20°-40° grave
>40° molto grave

Trattamento forme iniziali, terapia cinesiterapica: stimolare muscolature paravertebrali, favorire stabilizzazione attiva delle curve, riequilibrare movimenti tronco.
Trattamento forme più gravi (20°-40°), corsetti ortopedici: devono essere portati dal paziente giornalmente, secondo programma personalizzato. Associati sempre ad esercizi muscolari e respiratori, per favorire trofismo muscoli paravertebrali e lo sviluppo della capacità respiratoria, che potrebbero essere alterati dalla scoliosi.
Trattamento forme molto gravi, terapia chirurgica: preceduta da trattamento cinesiterapico e/o da applicazione corsetto, consiste nell’applicazione di un’asta su versante concavo della curvatura scoliotica, ancorata alle lamine delle due vertebre limitanti.

Scapole alate. Difetto che quasi sempre accompagna dorso curvo, cui è strettamente legato. Caratterizzato da uno spostamento in avanti del moncone della spalla e da allontanamento cassa toracica del margine interno e dell’angolo inferiore della scapola, che crea così la tipica fossetta.
Causata da ridotta funzionalità muscoli adduttori delle scapole e dal sopravvento dei muscoli pettorali che rompono l’equilibrio con il loro massimo trofismo.

METODO MEZIERES (aforismi):
“L’uomo ha una sua forma ottimale, tutte le deviazioni sono espressione di disequilibrio corporeo in atto, che porterà comparsa di processi patologici visti non più come fenomeni accidentali, ma come prodotto di fattori operanti nel tempo”.
“Tutti i dismorfismi, che non siano di natura congenita, sono sempre correggibili”.
Lavoro è contemporaneo su 4 catene/lavoro in espirazione/lavoro si avvarrà di contrazioni isometriche (uniche in grado di aumentare numero sarcomeri).
METODO MEC KENZIE:
Distingue in 3 gruppi di pazienti: posturale, di disfunzione, da rangment.  

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