domenica 19 ottobre 2014

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO Adolescenza e compiti dello sviluppo

Adolescenza è la transazione dallo stato di bambino allo stato di adulto. Copre un arco temporale piuttosto lungo, mutevole da persona a persona, da cultura a cultura. Spesso per capire il momento si usa la metafora del labirinto: luogo al cui interno si cerca la strada giusta.

Palmonari: “Gli adolescenti sono persone in grado di partecipare alla vita del mondo di cui sono parte; non sono solo ‘soggetti’ da valutare in prospettiva”.
L’adolescenza è un percorso/processo di costruzione dell’identità all’interno del ciclo di vita. Si configura, quindi, come una fase importante quanto l’infanzia e la fanciullezza (che l’hanno preceduta).
Erikson e Marcia: modelli da punto di vista psicologia dello sviluppo.
Vygotskji, Brunner e Cole: hanno fornito strumenti necessari per accostarsi ad adolescenza criticamente.

INQUADRAMENTO CULTURALE:
Erikson parla di sviluppo come ciclo di vita, costellato di eventi critici, che rappresenta un punto teorico cruciale. Non propone più visione ristretta a punto di vista psicosessuale dello sviluppo (come fatto in precedenza da Freud).  Tre sono le dimensioni fondamentali: soma, psiche ed ethos. Processi biologici, psiocologici e sociali sono ugualmente presenti nell’indirizzare lo sviluppo.
Epigenesi è fondamentale nel modello eriksoniano: nell’organismo sono presenti potenzialità che con il passare del tempo, e delle esperienze, diventano attuali, fornendo dinamicità, continuità e ciclicità allo sviluppo. (aspetto multidimensionale).
Concetto di identità diventa significativo nel processo adolescenziale. Ciclo di vita prende avvio e si consuma nella costruzione dell’identità. Erikson individua per ciascuno stadio del ciclo di vita un particolare compito di sviluppo: ogni stadio dello sviluppo è caratterizzato da un dilemma psicosociale.
Il dilemma che l’adolescente deve affrontare è relativo ad antitesi fra identità e confusione d’identità. Da un lato il ragazzo è chiamato a ripudiare le identificazioni della fanciullezza, dall’altro è chiamato ad assumere un ruolo che gli consenta di essere riconosciuto dalla comunità sociale. Secondo Palmonari questo è un “processo esaltante, ma anche doloroso”.
Al termine dell’adolescenza il ragazzo dovrebbe possedere una maggiore consapevolezza della propria identità e delle sue caratteristiche. Erikson individua questa nelle seguenti componenti:
continuità e coerenza
reciprocità
libertà ed accettazione dei limiti
avvertire una destinazione
Tal lavoro di costruzione non termina non termina con l’uscita dalla fase adolescenziale; la costruzione della persona continuerà ad essere una componente fondamentale nella vita di un soggetto.

La concezione dell’Identità nella ricerca attuale
Kroger sviluppa tre linee di ricerca dopo riflessioni di Erikson:
1.     Ricerche per studiare collocazione della dicotomia tra identità e confusione d’identità nello schema eriksoniano a otto stadi.
2.     Ricerche focalizzate solo su V stadio
3.     Ricerche fondate su un approccio più generale
James Marcia fonda suo studio sulla nozione di impegno, con particolare attenzione a esiti che identità dell’adolescente può conoscere. Divide in stato del Sé e Stato dell’identità. Ogni stato del sé viene a definirsi partendo da due dimensioni: una è detta dell’esplorazione, l’altra dell’impegno.
Gli stati d’identità individuati sono: identità realizzata, blocco d’identità, diffusione dell’identità e moratoria dell’identità.
Berzonsky in linea con Marcia ed Erikson. All’interno del modello socio-cognitivo della costruzione identitaria parla di stili di identità. L’identità è da intendersi come struttura cognitiva e come processo.
Egli individua tre stili d’identità differenti:
identità formativa: adolescenti che la possiedono sono portati a riflettere su di sé; critici e dubbiosi circa le proprie convinzioni, disposti a mettersi in gioco.
stile normativo: tendono a conformarsi alle attese ed ai valori prescritti da altri per loro. Cercano di difendersi da feedback negativi, sono poco tolleranti.
Stile diffuso-evitante: tendenza a procrastinare scelte, evitare confronto su obiettivi, su conflitti adolescenziali.

Adolescenza e compiti di sviluppo
Bonino: “Compito di sviluppo adolescenziale che può concretizzarsi in compiti più specifici e differenziati a seconda delle culture è quello di costruire in modo autonomo la propria identità, che è individuale e allo stesso tempo sociale”.
Havinghurst: “Compito di sviluppo: buona risoluzione porta a felicità ed al successo nell’affrontare i problemi successivi, fallimento di fronte ad esso conduce ad infelicità”. à forte analogia con modelli di Erikson e Marcia.
Havinghurst, compiti sviluppo: instaurare nuove e mature relazioni con i coetanei di entrambi i sessi, accettazione proprio corpo, orientarsi verso (professione, ruolo sociale), sviluppo competenze, acquisizione comportamento consono, acquisizione valori.

Palmonari individua alcuni compiti di sviluppo come universali nell’adolescenza, organizzandoli in categorie.
Prima categoria: compiti legati a sviluppo fisico e sessuale.
Seconda categoria: sviluppo cognitivo.
Terza categoria: compiti sviluppo legati a evoluzione identitaria e a conseguente riorganizzazione del Sé.
Nei diversi autori ricorrono stessi punti, stessi problemi comuni a tutti gli adolescenti: problemi che devono essere affrontati per costruzione propria identità.

Rapporto tra costruzione dell’identità e ancoraggio alla psicologia culturale si esplica su più livelli:
1.     Cambiamenti biologici e maturativi, dovuti a diverse aree geografiche e realtà sociali, si rivelano essere importanti. Non è possibile affrontare un studio senza considerare il dove e il quando.
‘I genitori hanno smesso di farsi obbedire per paura, hanno deciso di farsi obbedire per amore. I bambini non hanno più il compito di deidealizzare i propri genitori’.
In tempi recenti è stata raggiunta consapevolezza che adulti parlano di adolescenti come persone alle prese con difficoltà, problemi e conflitti; quindi sono i genitori ad affrontare situazione come problema, più che gli stessi adolescenti. Insieme all’adolescente entrano in crisi altri soggetti sociali.
2.     Studio degli adolescenti va affrontato tenendo conto delle importanti trasformazioni tecnologiche, cambiamenti e abitudini di vita. Oggi è importante il controllo considerando che si diventa adolescenti prima, colpe dei modelli che offrono i media.
3.     Bruner parla di Sé transazionale, estensione dell’idea eriksoniana di identità. Il legame tra narrazione e Sé trova massima espressione nel resoconto autobiografico. I Sé non sono per Bruner nuclei di coscienza isolati, ma sono distribuiti in senso interpersonale e assumono significato a seconda delle circostanze storiche.

Compiti di sviluppo nei contesti culturali

La cultura dell’appartenenza da un lato indirizza, dall’altro si lascia plasmare da adolescenti. Primo compito evolutivo è legato a sviluppo fisico-corporeo e sessuale. Un secondo compito sviluppo cognitivo. Infine vi è articolata dimensione relazionale.


L’adolescente e lo sviluppo emotivo-affettivo
L’adolescenza è il momento della sperimentazione: stesso adulto, quando la ricorda, lo fa in modo vivido e coinvolgente.

Sviluppo emotivo-affettivo nell’infanzia. Bimbo associa sorriso, pianto… a pronte risposte dell’adulto, così si crea e rafforza legame affettivo.
Sroufe: primo anno di vita compaiono emozioni vere e proprie. Ciò non sarebbe possibile se il bimbo non avesse contatti sociali. “Sviluppo emozionale deve essere studiato di concreto con sviluppo cognitivo e sociale”.
Competenza emotiva: insieme di abilità che rendono le persone efficaci negli scambi sociali.
Nel corso di infanzia e fanciullezza bambini danno un nome a emozioni.
Teoria dell’attaccamento (proposta originariamente da Bowlby): sottolinea ruolo della madre nell’organizzazione emotiva del bambino, richiama attenzione sul legame affettivo tra i due.  Diverse tipologie di legame madre-bambino (studio basato su osservazioni sistematiche, dette strange situation): sicuro, insicuro ansioso-ambivalente, insicuro ansioso-evitante.

Sviluppo emotivo-affettivo nell’adolescenza: Rosenblum e Lewis “Sviluppo emotivo-affettivo in adolescenza è caratterizzato sia da continuità che da discontinuità”.
Continuità: data dal fatto che novità su piano ormonale e fisico, accesso al pensiero formale ed autonomia sociale, si stabilizzano in età adulta, dopo essersi presentati in adolescenza.
Discontinuità: in adolescenza appaiono eventi unici, contesti di vita particolari per costruire e sostenere relazioni tra pari.

Sviluppo emotivo
Ci soffermiamo su due aspetti principali: insieme di competenze ed esperienze emotive.
Competenze emotive: posseggono diverse abilità. A partire dai 12 anni si possiede un’articolata comprensione delle emozioni. Pons, Doudin, Harris e deRosnay sostengono che, attorno ai 12 anni, vengano pienamente comprese tre componenti dette riflessive. Queste appartengono, rispettivamente, a comprensione natura, causa, controllo emotivo. Nell’ambito della competenza emotiva dell’adolescente rientra la capacità di mentalizzare le emozioni. Notare però che lessico mentalistico compare già nell’infanzia, anche se la consapevolezza piena dei propri ed altrui sentimenti matura solo nell’adolescenza.
Graziani Gavazzi e Antoniotti confermano che in tarda adolescenza si ha un incremento della mentalizzazione emotiva.
Gli adolescenti possiedono capacità di coinvolgimento empatico più raffinate rispetto a quelle dei bambini; secondo Eisenberg sono più abili nel regolare più alti livelli d’attivazioni negative.
Sviluppano capacità di coping: capacità di far fronte a emozioni troppo intense o durature.

Esperienze emotive adolescenziali nella vita quotidiana: rispetto a infanzia, emozioni a valenza positiva, nella prima adolescenza, tende a diminuire. Stato d’animo negativo diviene più frequente, soprattutto nelle femmine. I ragazzi divengono più sensibili e reattivi a eventi del passato o del futuro. Adolescenti, rispetto a adulti, provano emozioni ad intensità più elevata, soprattutto quelle con valenza negativa.  ‘emozioni estreme’.
Differenze di genere: presenza nelle femmine di emozioni miste e abitudine a scrivere diari.
D’Urso: gli adolescenti, soprattutto quelli dediti ad attività sportive, manifestano apertamente rabbia, considerandola funzionale per assumere posizione di prestigio nel gruppo.
Barone e Zaccagnino: paura fortemente legata ad un’accezione di pericolo focalizzata su di sé e su propria incolumità. Tristezza, invece, si connette a compiti di sviluppo legati a mantenimento legami affettivi ed a efficace realizzazione dei propri obiettivi. Vergogna relativa al sentirsi esposto a sguardo e valutazione altrui. Senso di colpa disattendere propri canoni morali. Gelosia timore di essere postposti ad altri nelle relazioni affettive, non diversamente da quel che accade in età adulta.

Sviluppo affettivo e attaccamento in adolescenza
Crittended: propone modello evolutivo dell’attaccamento. Grazie a maturazione e comparsa nuove competenze garantite anche da plasticità e flessibilità alle rappresentazioni mentali del legame d’attaccamento.
Durante il periodo adolescenziale declino d’attaccamento verso propri genitori. Vi è sviluppo capacità di pensare in modo autonomo e di riflettere in modo nuovo su relazioni d’attaccamento.
“Quanto più positiva sarà la relazione d’attaccamento con i propri genitori tanto più l’adolescente si sentirà libero di sperimentare nuovi legami”.
Probabile che in situazioni di stress moderato adolescente possa evitare di far riferimento ai genitori. Questo non vuol dire che in situazioni di ansia/stress elevato adolescente non torni a cercare basi sicure; vuol dire, però che cercherà anche altre basi, oltre a genitori. Quindi si crea attaccamento ai pari. Con adulti si tratta di relazioni di tipo gerarchico.
Adolescenti con trattamento sicuro, in genere, mostrano maggiore facilità nel fare amicizie, vengono accettati nel gruppo e sono più abili nelle attività coordinative. Mostrano anche maggiore coerenza e competenza nella narrativa (sia nel pensare che nel parlare delle proprie esperienze relative ad attaccamento).

Adolescenza e mondo sociale
Lo sviluppo è scandito in ogni età dallo scambio con gli altri.
Coetanei fungono da supporto e sostegno; sono anche importante banco di prova per sperimentare ed affinare capacità relazionali, sociali ed affettive.
Microculture: ogni storia di vita, raccontata da ogni singolo adolescente, ne rivela la sua particolarità ed unicità. E’ all’interno della propria cultura che adolescente colloca il proprio resoconto autobiografico.

Adolescenti e genitori protagonisti insieme
Emancipazione da genitori fondamentale per raggiungimento di una sempre più completa autonomia. Durante adolescenza si arriva a rinnegare in parte le precedenti identificazioni, per cercare nuove figure identificatorie altrove. Quello compiuto da adolescente è un processo di separazione psicologica.

E’ forte la spinta d’autonomia che adolescenti sentono. Petter parla di saturazione dell’adolescente sente nei confronti di certi atteggiamenti presenti nell’ambito famigliare. Vuole interrompere rapporto perché lo sente vincolante: vuole avere libertà di sperimentarsi. Da un lato, infatti, vuole emanciparsi, dall’altro vuole continuare ad essere dentro la famiglia.
Garantire ai propri figli di allontanarsi psicologicamente vuol dire garantire a questi la possibilità di abbandonare una concezione di sé ancora infantile.
Finzi e Battistin individuano crisi d’identità dei genitori di riconoscersi in ruolo che deve essere modificato.

In passato, primo periodo adolescenza era periodo di conflittualità e turbolenze. Tale aspetto è andato ridimensionandosi. Pietropolli Charmet parla di questo aspetto. Cercare di mantenere unità famigliare e garantire autonomia del figlio crea conflitti e contemporaneamente ne giustifica la funzionale presenza. Solo attraverso il confronto, anche se aspro, si ha una ristrutturazione dei rapporti.
Pietropolli Charmet: Adolescente aggressivo rivendica maggiori spazi di autonomia e movimento razionale”
Genitori e figli discutono spesso per situazioni ordinarie e quotidiane, non arrivano ad intaccare legame affettivo profondo.
De Wit: “Grazie a conflitti ed a soluzione adolescente apprende importanti abilità sociale”.

In famiglie dove clima è minaccioso ed ostile, spesso conflitti conoscono pericolose escalation e portano adolescente ad estraniarsi. Può avvertire come soffocanti riti famigliari, creando netto rifiuto.

Dire di no per poter dire ‘sono diverso’
Probabile che tipo di rapporto tra genitori e figli influenzi modo in cui adolescente affronterà i compiti di sviluppo che lo attendono.
Maccoby e Martin: individuano due dimensioni. Permessività/severità e sollecitudine/ostilità.

Classificazione stili educativi e genitoriali (più utilizzato è quello di Baumrind), trattasi di quattro dimensioni:
-        funzione genitoriale autoritaria
-        funzione genitoriale permissiva
-        funzione genitoriale autorevole
-        funzione genitoriale trascurante e di rifiuto

Per promozione autonomia stile più funzionale risulta quello autorevole (offre possibilità sperimentazione, con atmosfera sostegno e buoni scambi comunicativi).

Petter propone schema elaborato da Fitz-Simons basato su due dimensioni (accettazione/rifiuto e dominanza/sottomissione). Nessuno di questi sembra favorire un funzionale sviluppo e garantire percorso d’autonomia.
Atmosfera ottimale sembra esser data da un lato da una chiara accettazione del figlio e dei suoi interessi, dall’altro da un atteggiamento di alternanza tra dominanza e sottomissione.
Importante la chiarezza dei rapporti: ruoli educativi/regole.
Critica è la paura ad assumere autorità o la carenza di autorità. Si è passati, negli anni, da eccesso di sicurezza – dei genitori -  ad eccesso di insicurezza per paura di sbagliare.
Famiglia degli affetti: rischio è che si perde dimensione educativa del rifiuto, della frustrazione, a vantaggio di una dimensione affettiva che trova nella gratificazione e nell’annullamento della fatica la sua espressione più congeniale. Quindi figli di questa famiglia affrontano adolescenza senza frustrazione e dolore.
Pietropolli Charmet: “Giovani di oggi sregolati non perché trasgrediscono regole, ma perché non le conoscono”.
Questa latitanza di regole impedisce esperienza trasgressione.

Adolescenti e scuola
Scuola non più luogo di trasmissione e costruzione conoscenza, contesto in cui sperimentare nuove competenze. Scuola è possibilità per adolescente.
Primo obiettivo: conoscenza. Bruner: “importante legame tra cultura e educazione”.
Non si realizza tentativo di lasciare fuori da scuola dimensione emotiva.
Secondo obiettivo: affettivo relazionale. Esperienza d’apprendimento, per esser davvero tale, deve poter essere contenuta anche da punto di vista emotivo. Dolore mentale strettamente connesso a esperienza di apprendimento.
Rischio è quello di omologazione perché scuola tende ad appiattire. Scuola non deve essere seconda casa, ma deve tenere presente condizione di adolescente.

Due sono i punti di svolta: momento legato a scelta scuola e passaggio fra cicli scolastici.
Insuccesso e abbandono scolastico sono fenomeni riscontrabili in particolar modo proprio nel primo biennio di scuola superiore.
Motivazione ad apprendere: importante comprendere quali siano le motivazioni dei ragazzi, come fare a sostenerle ed incrementarle.

Adolescenti insegnanti
Insegnante deve essere cosciente di ciò che adolescente sta vivendo; deve avere compito educativo a tutto tondo.
Petter individua componenti della professionalità dell’insegnante che vengono particolarmente sollecitate da studenti di questa età: componente culturale, componente pedagogico didattica, componente psicologica.

Vegetti Finzi e Battistin parlano di diversi stili:

1.     stile autoritario: insegnante attento a trasmissione conoscenze
2.     stile tollerante: insegnante permissivo
3.     stile autorevole: insegnante che cerca di muoversi in modo flessibile ed equilibrato

Nuovi legami sociali
Attraverso intersoggettività esseri umani arrivano a costruirsi come persone.
Durante infanzia amicizie vengono gestite da adulti, poi si arriva a costruire rapporti propri. A partire da preadolescenza coetanei sono una riferimento essenziale. Sempre più consistente tempo che bambino passa insieme a coetanei, imparando presto a mettersi nei panni degli altri.

Nei rapporti inizialmente si ha amico/a del cuore, poi piccolo gruppo amici stesso sesso, poi grande gruppo (detto compagnia), infine partner sentimentale.
Amico cuore. Nella preadolescenza amicizia tra due soggetti dello stesso sesso. Relazione intensa, a tratti simbiotica: esigenza reciproca fedeltà.  Bisogno di conservare o ritrovare sicurezza, bisogno trovare modello concreto cui ispirarsi, realizzare processo separazione da infanzia. In più prepara a relazione sentimentale (rispetto coppia).
Gruppo dei pari. Gruppi spontanei, numericamente importanti. Stare con gli amici diviene sinonimo di tempo libero. Gruppo maschi: abitano nella stessa zona, micro-cosmo sociale senza separazioni nette.
In gruppo emerge necessità fare nuove esperienze in condizione di marginalità psicologica.  Dimensione gruppo rafforza spirito d’avventura. Si attenuano sensi di colpa; gruppo come laboratorio sociale.
Gruppo maschile: senso di coalizione (Unione fa la forza).
Gruppo femmine: esperienze fuori da controllo famigliare. Oggi i contenuti di maschi e femmine sono più vicini rispetto ad anni fa. Dietro apparente omologazione, però, vi sono diverse realtà. Gruppo femminile, sotto spinta precoce sviluppo puberale, ha organizzazione gerarchica meno strutturata. Gruppo femminile più parole che azioni.
Grande gruppo misto. Detto compagnia, si tratta di gruppi informali, spontanei, molto numerosi. Elevato bisogno solidarietà, che si esprime attraverso un’intensa attività comunicativa. Frequentazione in forma continuativa è importante per una buona identificazione.
Genitori mostrano diffidenza nei confronti di questi gruppi, potenziale fonte di devianza per i propri figli. Appartenere ad una compagnia è fondamentale per realizzazione diversi obiettivi: riorganizzazione sistema di sé, conoscenza di sé e degli altri, apprendimento componenti ed atteggiamenti, costruzione di legami sentimentali.
Coppia sentimentale. Capacità di stabilire più mature con i coetanei dell’altro sesso per compito più complicato dell’intera adolescenza. Avere un ragazzo ed appartenere ad un gruppo non sono fatti che si escludono vicendevolmente. Le prima coppie fisse devono rivedere i loro rapporti con gli altri; secondo Pombeni rapporti possono seguire diversi percorsi:
1.     Il partner NON richiede cambiamento, relazione con vari membri gruppo rimane invariata.
2.     La nuova relazione affettiva influenza la presenza della coppia nel gruppo.
3.     Il gruppo perde d’importanza, prioritario il rapporto con il partner.
Mentre i maschi continuano a desiderare rapporto con il gruppo, nelle femmine questo desiderio non è cosi forte.
Prima appaiono bisogni di natura sessuale poi quelli affettivi. Bisogni di progetti futuri appaiono in forma romantica. Principali funzioni sono quelle di promuovere autonomia ed incrementare consapevolezza identità sessuale, tenere compresenti elementi sessualità e tenerezza.

Se le cose funzionano, il percorso di crescita che l’adolescente attua sul versante delle relazioni di coppia, lo prepara alla transizione verso l’età adulta, rendendolo disponibile a rinunciare a gratificazione narcisistica in vista della costruzione di legami stabili.

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