Capitolo 4
Le
risorse
In
sistema delle risorse di cui ciascuna azienda è dotata può variare per quantità
e qualità in funzione di vari fattori, tra cui: l’apporto iniziale dei soci, le
attività da svolgere e gli specifici risultati che,di volta in volta, si propone
di raggiungere. Come ogni essere umano è unico perché ha un proprio DNA, così
anche ogni azienda ha un proprio sistema di risorse unico, un suo DNA.
Approfondimento
Le
risorse vengono di solito raggruppate in alcune classi, intitolate a elementi
originari che sono:
• il lavoro
• il capitale-risparmio
L’investimento
in azienda degli elementi originari consente poi il reperimento di tutte le
altre risorse necessarie allo svolgimento dell’attività.
Infatti, accanto
alle operazioni che sono direttamente connesse allo svolgimento della missione
produttiva dell’azienda vi sono operazioni, che potremmo definire di
gestione/sviluppo del sistema di risorse (iniziative di formazione, campagne
pubblicitarie, delocalizzazioni produttive, investimenti in informazioni
tecnologiche e in ricerca e sviluppo, ristrutturazioni aziendali, fusioni e acquisizioni).
Il
sistema di risorse quindi contribuisce al funzionamento di ogni
azienda, costituendone, al contempo, un input e un prodotto congiunto che va ad
aggiungersi al tradizionale e più evidente output, i prodotti/servizi. Di input
in output,bensì come un processo circolare, nell’ambito del quale il sistema di
risorse può non solo consumarsi ed essere impoverito, ma anche auto-alimentarsi
ed essere quindi arricchito.
Il
Sistema di risorse e le sue basi:una classificazione
Il
sistema delle risorse, osservato nel suo aspetto dinamico, vive e contribuisce al
funzionamento aziendale in virtù delle relazioni che si instaurano tra gli
elementi del sistema stesso (le risorse) e il
contesto azienda-ambiente. L’unicità di ciascun mix si sviluppa a partire da tre
basi genetiche,ossia da tre principali tipi di risorse, comuni a qualsiasi
realtà aziendale:
• le risorse finanziarie
• le risorse materiali
• le risorse immateriali
Le
risorse finanziarie
Le
risorse finanziarie sono rappresentate tipicamente dal fattore produttivo
generico(il denaro) attualmente disponibile e dai mezzi monetari che
diventeranno disponibili in un futuro più o meno prossimo. L’esistenza di
crediti di funzionamento e di finanziamento è infatti foriera di future entrate
di denaro che si libereranno e diverranno disponibili nel momento in cui il
cliente pagherà il proprio debito (estinguendo il credito di funzionamento) e il
soggetto finanziato corrisponderà oneri finanziari, restituendo il
prestito/finanziamento ricevuto. Il denaro di cui un’azienda dispone, in quantità
e forme variabili nell’arco della propria vita, può derivare dall’esterno, e
quindi può avere origine esogena, oppure
essere generato internamente e quindi avere origine endogena.
Ha
origine esogena quando viene concesso, tipicamente a titolo di capitale di
prestito, da banche o da altri operatori economici (circuito dei finanziamenti da
terzi). In prima approssimazione potrebbe essere considerato di natura esogena
anche il denaro che i soci investono nell’azienda nel momento della sua
costituzione o in momenti successivi (circuito del capitale di proprietà). Ha
invece origine endogena, il denaro che emerge dall’efficace ed efficiente
svolgimento dell’attività aziendale, cioè quando il flusso di ricavi, che produce
la disponibilità di nuovi mezzi monetari, si mantiene al di sopra del volume dei
relativi costi per l’acquisizione dei fattori produttivi. La differenza tra
ricavi e costi determina l’ammontare dell’utile conseguito che,a seconda delle
politiche aziendali, può essere o meno reinvestito nell’attività. La parte degli
utili conseguiti che viene trattenuta nell’attività aziendale dà origine
all’autofinanziamento, il quale rappresenta a pieno titolo una fonte di
finanziamento alternativa all’indebitamento (capitale di terzi) o al
conferimento di capitale da parte della proprietà (capitale proprio o rischio).
Le
risorse materiali
Le
risorse materiale identificano ben tangibili,ossia fattori produttivi
specifici, caratteristici dell’attività che un’azienda svolge. Le risorse
materiali includono:
• I fattori produttivi a fecondità
semplice, ossia beni tipicamente destinati a rimanere nell’attività
aziendale(materie prime, o componenti per produrre il bene) o consumati per
erogare un servizio
• I fattori produttivi a fecondità
ripetuta:ossia beni che partecipano a più processi produttivi o di
erogazione (attrezzature)
• I fattori produttivi pluriennali: ossia
beni,che oltre a partecipare a più processi produttivi, sono destinati a
rimanere vincolati nell’attività aziendale per più anni (immobili, impianti)
Sostanzialmente, quindi, mentre
il denaro investito per l’acquisto di fattori produttivi a fecondità semplice è
destinato a rientrare in forma liquida con la vendita del prodotto finito o del
servizio, l’investimento in fattori produttivi pluriennali, tipicamente di
dimensioni più consistenti, potrà rientrare in forma liquida solo in un arco di
tempo medio-lungo. Le risorse materiali possono essere acquistate dall’esterno, e
quindi avere natura esogena, o essere prodotte internamente, e quindi avere
natura endogena. Chiaramente l’investimento in fattori produttivi pluriennali
rappresenta per l’azienda una decisione rischiosa in quanto non è per nulla
scontato che le dinamiche di mercato, l’evoluzione dei gusti dei consumatori, la
commercializzazione di prodotti o servizi sostitutivi e, non ultimo, il
progresso tecnologico consentano di ottenere i ricavi sperati e di recuperare
l’investimento effettuato.
Le
risorse immateriali
Le
risorse immateriali comprendono una vasta gamma di elementi, e più in
generale,condizioni produttive accomunati dalla caratteristica di avere natura
intangibile. È in questi anni che si diffonde il concetto di capitale intellettuale, il quale
identifica tre principali componenti delle risorse immateriali:
• Il capitale umano
• Il capitale organizzativo
• Il capitale relazionale
Il capitale umano consiste nel
potenziale insito nelle persone che operano in azienda ed è collegato alle loro
conoscenze, abilità.
il capitale organizzativo si riferisce
a conoscenze che, a vario titolo e in vario modo, permangono i azienda anche al
di là del turnover del personale. Comprende quindi:
• la
conoscenza sedimentata all’interno dell’azienda
• la
conoscenza formalizzata,ossia codificata
• la
conoscenza che,oltre a essere formalizzata,gode anche di protezione legale
In
un certo senso potremmo dire che il capitale organizzativo è il capitale umano
che l’azienda è riuscita a fare proprio. È evidente quindi l’importanza della
relazione tra capitale organizzativo e capitale umano. Da un lato il capitale
umano alimenta il capitale organizzativo. Dall’altro il capitale organizzativo
definisce i presupposti affinché il capitale umano possa cedere la propria
utilità nello svolgimento delle operazioni aziendali e sviluppare ulteriore
conoscenza.
Il capitale relazionale è il sistema di
relazioni che l’azienda instaura con i propri
interlocutori(lavoratori, finanziatori, fornitori, clienti, sindacati) e l’immagine
di cui essa gode in questo ambiente relazionale. Anche il capitale
relazionale, come il capitale umano,non può definirsi di proprietà in quanto
l’azienda non ha pieno ed esclusivo controllo delle relazioni che instaura.
Le
risorse immateriali possono essere acquisite dall’esterno tramite operazioni di
scambio in cui, a fronte dell’investimento di denaro, si ottiene la disponibilità
di una risorsa (acquisto di un brevetto). Una seconda modalità con cui le risorse
immateriali possono entrare a far parte della combinazione aziendale è
attraverso iniziative specifiche sviluppate in collaborazione con soggetti
esterni che forniscono soluzioni. L’implementazione di sistemi di certificazione
della qualità, la ristrutturazione dei processi aziendali o, più semplicemente, l’incentivazione
al lavoro in team. L’investimento in risorse immateriali presenta quindi delle
caratteristiche essenzialmente diverse rispetto all’acquisizione di una risorsa
materiale, per esempio un impianto. Innanzitutto mentre all’investimento di
denaro per l’acquisizione di un impianto segue necessariamente, presto o
tardi, la disponibilità e il controllo del bene, nel caso delle risorse
immateriali questa relazione causale non sempre è verificata. Gli investimenti
in risorse immateriali sono infatti caratterizzati da un elevato rischio visto
che le variabili con il potere di influenzare il successo, e quindi la
disponibilità della risorsa desiderata, non sono sempre sotto il controllo
dell’azienda e possono richiedere anche tempi lunghi per portare dei risultati.
Risorse
e fattori produttivi
Già
da questa sintetica descrizione dei tre principali tipi di risorse di cui ogni
azienda si serve per svolgere la propria attività si può intuire come non
esista una sovrapposizione perfetta tra il concetto di risorsa e quello di
fattore produttivo. Mentre infatti tutti i singoli
elementi (denaro, macchinari, conoscenze) che compongono le tre basi sono
caratterizzate dal fatto di essere input (e output) del funzionamento
aziendale, non tutti possono definirsi fattori produttivi, non tutti cioè possono
dirsi parte del patrimonio aziendale.
Una
risorsa, per essere riconosciuta come fattore produttivo, deve soddisfare tre
requisiti:
• essere
chiaramente identificabile, ossia possedere,anche disgiuntamente,una delle
seguenti caratteristiche:
- essere separabile
- derivare da contratto o altri diritti
legali
- essere esprimibile in quantità monetarie
• essere
utile, ossia deve osservi la possibilità che da tale risorsa derivino benefici
economici futuri
• essere
controllabile da parte dell’azienda sia in termini di impiego nella
combinazione aziendale sia in termini di appropriabilità dei benefici che ne
derivano.
È
evidente quindi che, considerando risorse diverse da quelle finanziarie e
materiali, il concetto di fattore produttivo diventa sempre meno sovrapponibile
a quello di risorsa. In altre parole, mentre le risorse finanziarie e materiali
possono essere considerate a tutti gli effetti produttivi, non altrettanto si
può dire delle risorse immateriali, che già in buona parte non soddisfano
neppure il requisito dell’identificabilità. In estrema sintesi potremmo dire che
possono essere considerati fattori produttivi tutti gli elementi immateriali
che:
• sono stati acquistati dall’esterno e
soddisfano di conseguenza, il requisito dell’identificabilità
• sono stati sviluppati endogenamente ma
godono di qualche tipo di protezione legale (brevetti interni) e quindi vengono
in qualche modo controllabili.
Risorse
e competenze per il funzionamento delle aziende
L’attività
dell’azienda è infatti un continuo scambio con l’ambiente circostante, fatto del
mercato o dei mercati di approvvigionamento, di vendita, finanziario o dei
capitali, ma anche in termini più generali dal contesto
economico, politico, giuridico, sociale e culturale.
Fronteggiare
l’ingresso della concorrenza cinese, offrire proposte adeguate alle mutevoli
esigenze dei clienti, essere in grado di differenziare la propria offerta
rispetto a quella della concorrenza, realizzare prodotti o servizi di qualità a
costi competitivi, garantire una remunerazione, adeguata ai soci e agli altri
fornitori di risorse, anticipare un cambiamento tecnologico, adattarsi
prontamente a un cambiamento nel contesto normativo: queste sono solo alcune
delle sfide che un’azienda si trova a fronteggiare quotidianamente nell’arco
della propria vita. Possedere risorse appropriate per affrontare le sfide
dell’ambiente e gestirle in maniera adeguata consente di ottenere, ceteris
paribus, risultati migliori rispetto a
chi invece,pur operando nello stesso settore ed essendo sottoposto alle
stesse dinamiche, non abbia le stesse doti o abilità.In altre parole, il valore
d’uso di una risorsa non è necessariamente intrinseco alla risposta stessa né è
facilmente determinabile in modo oggettivo, bensì dipende dal contributo che
essa può dare all’attività aziendale.potremmo affermare allora che le risorse
di valore possono essere di due tipi:
• risorse individuali: che essenzialmente
si identificano negli elementi che compongono le tre basi del sistema di
risorse
• competenze: che invece si riferiscono alle
capacità di organizzare le risorse, tipicamente in combinazione, per raggiungere
determinati risultati.
In
questa prospettiva le risorse individuali possono poi essere ulteriormente
classificate in base alla loro natura (finanziaria, materiale e immateriale). Le
competenze invece si presentano come risorse di ordine sovraordinato e
trasversali rispetto alle risorse individuali,comunque classificate. Le
competenze rappresentano infatti delle qualità o potenzialità del sistema
aziendale,che possono essere specificate in un insieme di componenti, ma che
assumono identità solo nell’interazione sistemica che si sviluppa tra le
componenti medesime. Ciò non toglie che svolgano un ruolo critico per il
funzionamento aziendale, legato in particolare al loro potenziale nel ridurre
l’impatto dei quattro principali fattori che limitano i processi di
accumulazione delle risorse, e che sono:
• le diseconomie legate al tempo di
riproduzione delle risorse: tentativi di replicare in tempi ridotti processi di
accumulazione delle risorse spesso infatti sono forieri dei risultati
insoddisfacenti
• dimensione minima efficiente delle
risorse: se la massa di risorse richiesta per svolgere un’attività con costi non
competitivi è rilevante, lo sviluppo della massa di risorse a partire da una
situazione iniziale di svantaggio può essere difficoltosa
• interconnessione tra le risorse: le
difficoltà di accumulazione delle risorse sono derivate non tanto dalla massa
quantitativa minima delle risorse quando dal mix delle stesse
• ambiguità casuale: la natura complessa del
processo di accumulazione delle risorse e le interconnessioni che tra queste
esistono possono rendere difficoltoso riconoscere quali sono le variabili
rilevanti nei processi di accumulazione.
Le
competenze sono quindi risorse complesse,in cui domina la componente tacita che
le rende difficilmente interpretabili secondo schemi codificati e quindi anche
limitatamente riproducibili.
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