venerdì 17 ottobre 2014

Economi Aziendale - Parte 5

Economia Aziendale - Parte 5

Capitolo 4 

Le risorse

In sistema delle risorse di cui ciascuna azienda è dotata può variare per quantità e qualità in funzione di vari fattori, tra cui: l’apporto iniziale dei soci, le attività da svolgere e gli specifici risultati che,di volta in volta, si propone di raggiungere. Come ogni essere umano è unico perché ha un proprio DNA, così anche ogni azienda ha un proprio sistema di risorse unico, un suo DNA.

Approfondimento
Le risorse vengono di solito raggruppate in alcune classi, intitolate a elementi originari che sono:
   il lavoro
   il capitale-risparmio

L’investimento in azienda degli elementi originari consente poi il reperimento di tutte le altre risorse necessarie allo svolgimento dell’attività.
Infatti, accanto alle operazioni che sono direttamente connesse allo svolgimento della missione produttiva dell’azienda vi sono operazioni, che potremmo definire di gestione/sviluppo del sistema di risorse (iniziative di formazione, campagne pubblicitarie, delocalizzazioni produttive, investimenti in informazioni tecnologiche e in ricerca e sviluppo, ristrutturazioni  aziendali, fusioni e acquisizioni).
Il sistema di risorse quindi contribuisce al funzionamento di ogni azienda, costituendone, al contempo, un input e un prodotto congiunto che va ad aggiungersi al tradizionale e più evidente output, i prodotti/servizi. Di input in output,bensì come un processo circolare, nell’ambito del quale il sistema di risorse può non solo consumarsi ed essere impoverito, ma anche auto-alimentarsi ed essere quindi arricchito.


Il Sistema di risorse e le sue basi:una classificazione 

Il sistema delle risorse, osservato nel suo aspetto dinamico, vive e contribuisce al funzionamento aziendale in virtù delle relazioni che si instaurano tra gli elementi del sistema stesso (le risorse) e il contesto azienda-ambiente. L’unicità di ciascun mix si sviluppa a partire da tre basi genetiche,ossia da tre principali tipi di risorse, comuni a qualsiasi realtà aziendale:
   le risorse finanziarie
   le risorse materiali
   le risorse immateriali

Le risorse finanziarie
Le risorse finanziarie sono rappresentate tipicamente dal fattore produttivo generico(il denaro) attualmente disponibile e dai mezzi monetari che diventeranno disponibili in un futuro più o meno prossimo. L’esistenza di crediti di funzionamento e di finanziamento è infatti foriera di future entrate di denaro che si libereranno e diverranno disponibili nel momento in cui il cliente pagherà il proprio debito (estinguendo il credito di funzionamento) e il soggetto finanziato corrisponderà oneri finanziari, restituendo il prestito/finanziamento ricevuto. Il denaro di cui un’azienda dispone, in quantità e forme variabili nell’arco della propria vita, può derivare dall’esterno, e quindi può avere origine esogena, oppure essere generato internamente e quindi avere origine endogena.
Ha origine esogena quando viene concesso, tipicamente a titolo di capitale di prestito, da banche o da altri operatori economici (circuito dei finanziamenti da terzi). In prima approssimazione potrebbe essere considerato di natura esogena anche il denaro che i soci investono nell’azienda nel momento della sua costituzione o in momenti successivi (circuito del capitale di proprietà). Ha invece origine endogena, il denaro che emerge dall’efficace ed efficiente svolgimento dell’attività aziendale, cioè quando il flusso di ricavi, che produce la disponibilità di nuovi mezzi monetari, si mantiene al di sopra del volume dei relativi costi per l’acquisizione dei fattori produttivi. La differenza tra ricavi e costi determina l’ammontare dell’utile conseguito che,a seconda delle politiche aziendali, può essere o meno reinvestito nell’attività. La parte degli utili conseguiti che viene trattenuta nell’attività aziendale dà origine all’autofinanziamento, il quale rappresenta a pieno titolo una fonte di finanziamento alternativa all’indebitamento (capitale di terzi) o al conferimento di capitale da parte della proprietà (capitale proprio o rischio).

Le risorse materiali

Le risorse materiale identificano ben tangibili,ossia fattori produttivi specifici, caratteristici dell’attività che un’azienda svolge. Le risorse materiali includono:
   I fattori produttivi a fecondità semplice, ossia beni tipicamente destinati a rimanere nell’attività aziendale(materie prime, o componenti per produrre il bene) o consumati per erogare un servizio
   I fattori produttivi a fecondità ripetuta:ossia beni che partecipano a più processi produttivi o di erogazione (attrezzature)
   I fattori produttivi pluriennali: ossia beni,che oltre a partecipare a più processi produttivi, sono destinati a rimanere vincolati nell’attività aziendale per più anni (immobili, impianti)

Sostanzialmente, quindi, mentre il denaro investito per l’acquisto di fattori produttivi a fecondità semplice è destinato a rientrare in forma liquida con la vendita del prodotto finito o del servizio, l’investimento in fattori produttivi pluriennali, tipicamente di dimensioni più consistenti, potrà rientrare in forma liquida solo in un arco di tempo medio-lungo. Le risorse materiali possono essere acquistate dall’esterno, e quindi avere natura esogena, o essere prodotte internamente, e quindi avere natura endogena. Chiaramente l’investimento in fattori produttivi pluriennali rappresenta per l’azienda una decisione rischiosa in quanto non è per nulla scontato che le dinamiche di mercato, l’evoluzione dei gusti dei consumatori, la commercializzazione di prodotti o servizi sostitutivi e, non ultimo, il progresso tecnologico consentano di ottenere i ricavi sperati e di recuperare l’investimento effettuato.

Le risorse immateriali

Le risorse immateriali comprendono una vasta gamma di elementi, e più in generale,condizioni produttive accomunati dalla caratteristica di avere natura intangibile. È in questi anni che si diffonde il concetto di capitale intellettuale, il quale identifica tre principali componenti delle risorse immateriali:
   Il capitale umano
   Il capitale organizzativo
   Il capitale relazionale

Il capitale umano consiste nel potenziale insito nelle persone che operano in azienda ed è collegato alle loro conoscenze, abilità.

il capitale organizzativo si riferisce a conoscenze che, a vario titolo e in vario modo, permangono i azienda anche al di là del turnover del personale. Comprende quindi:
   la conoscenza sedimentata all’interno dell’azienda
   la conoscenza formalizzata,ossia codificata
   la conoscenza che,oltre a essere formalizzata,gode anche di protezione legale

In un certo senso potremmo dire che il capitale organizzativo è il capitale umano che l’azienda è riuscita a fare proprio. È evidente quindi l’importanza della relazione tra capitale organizzativo e capitale umano. Da un lato il capitale umano alimenta il capitale organizzativo. Dall’altro il capitale organizzativo definisce i presupposti affinché il capitale umano possa cedere la propria utilità nello svolgimento delle operazioni aziendali e sviluppare ulteriore conoscenza.

Il capitale relazionale è il sistema di relazioni che l’azienda instaura con i propri interlocutori(lavoratori, finanziatori, fornitori, clienti, sindacati) e l’immagine di cui essa gode in questo ambiente relazionale. Anche il capitale relazionale, come il capitale umano,non può definirsi di proprietà in quanto l’azienda non ha pieno ed esclusivo controllo delle relazioni che instaura.
Le risorse immateriali possono essere acquisite dall’esterno tramite operazioni di scambio in cui, a fronte dell’investimento di denaro, si ottiene la disponibilità di una risorsa (acquisto di un brevetto). Una seconda modalità con cui le risorse immateriali possono entrare a far parte della combinazione aziendale è attraverso iniziative specifiche sviluppate in collaborazione con soggetti esterni che forniscono soluzioni. L’implementazione di sistemi di certificazione della qualità, la ristrutturazione dei processi aziendali o, più semplicemente, l’incentivazione al lavoro in team. L’investimento in risorse immateriali presenta quindi delle caratteristiche essenzialmente diverse rispetto all’acquisizione di una risorsa materiale, per esempio un impianto. Innanzitutto mentre all’investimento di denaro per l’acquisizione di un impianto segue necessariamente, presto o tardi, la disponibilità e il controllo del bene, nel caso delle risorse immateriali questa relazione causale non sempre è verificata. Gli investimenti in risorse immateriali sono infatti caratterizzati da un elevato rischio visto che le variabili con il potere di influenzare il successo, e quindi la disponibilità della risorsa desiderata, non sono sempre sotto il controllo dell’azienda e possono richiedere anche tempi lunghi per portare dei risultati.

Risorse e fattori produttivi

Già da questa sintetica descrizione dei tre principali tipi di risorse di cui ogni azienda si serve per svolgere la propria attività si può intuire come non esista una sovrapposizione perfetta tra il concetto di risorsa e quello di fattore produttivo. Mentre infatti tutti i singoli elementi (denaro, macchinari, conoscenze) che compongono le tre basi sono caratterizzate dal fatto di essere input (e output) del funzionamento aziendale, non tutti possono definirsi fattori produttivi, non tutti cioè possono dirsi parte del patrimonio aziendale.
Una risorsa, per essere riconosciuta come fattore produttivo, deve soddisfare tre requisiti:
   essere chiaramente identificabile, ossia possedere,anche disgiuntamente,una delle seguenti caratteristiche:
-      essere separabile
-      derivare da contratto o altri diritti legali
-      essere esprimibile in quantità monetarie
   essere utile, ossia deve osservi la possibilità che da tale risorsa derivino benefici economici futuri
   essere controllabile da parte dell’azienda sia in termini di impiego nella combinazione aziendale sia in termini di appropriabilità dei benefici che ne derivano.

È evidente quindi che, considerando risorse diverse da quelle finanziarie e materiali, il concetto di fattore produttivo diventa sempre meno sovrapponibile a quello di risorsa. In altre parole, mentre le risorse finanziarie e materiali possono essere considerate a tutti gli effetti produttivi, non altrettanto si può dire delle risorse immateriali, che già in buona parte non soddisfano neppure il requisito dell’identificabilità. In estrema sintesi potremmo dire che possono essere considerati fattori produttivi tutti gli elementi immateriali che:
   sono stati acquistati dall’esterno e soddisfano di conseguenza, il requisito dell’identificabilità
   sono stati sviluppati endogenamente ma godono di qualche tipo di protezione legale (brevetti interni) e quindi vengono in qualche modo controllabili.

Risorse e competenze per il funzionamento delle aziende

L’attività dell’azienda è infatti un continuo scambio con l’ambiente circostante, fatto del mercato o dei mercati di approvvigionamento, di vendita, finanziario o dei capitali, ma anche in termini più generali dal contesto economico, politico, giuridico, sociale e culturale.
Fronteggiare l’ingresso della concorrenza cinese, offrire proposte adeguate alle mutevoli esigenze dei clienti, essere in grado di differenziare la propria offerta rispetto a quella della concorrenza, realizzare prodotti o servizi di qualità a costi competitivi, garantire una remunerazione, adeguata ai soci e agli altri fornitori di risorse, anticipare un cambiamento tecnologico, adattarsi prontamente a un cambiamento nel contesto normativo: queste sono solo alcune delle sfide che un’azienda si trova a fronteggiare quotidianamente nell’arco della propria vita. Possedere risorse appropriate per affrontare le sfide dell’ambiente e gestirle in maniera adeguata consente di ottenere, ceteris paribus, risultati migliori rispetto a  chi invece,pur operando nello stesso settore ed essendo sottoposto alle stesse dinamiche, non abbia le stesse doti o abilità.In altre parole, il valore d’uso di una risorsa non è necessariamente intrinseco alla risposta stessa né è facilmente determinabile in modo oggettivo, bensì dipende dal contributo che essa può dare all’attività aziendale.potremmo affermare allora che le risorse di valore possono essere di due tipi:
   risorse individuali: che essenzialmente si identificano negli elementi che compongono le tre basi del sistema di risorse
   competenze: che invece si riferiscono alle capacità di organizzare le risorse, tipicamente in combinazione, per raggiungere determinati risultati.

In questa prospettiva le risorse individuali possono poi essere ulteriormente classificate in base alla loro natura (finanziaria, materiale e immateriale). Le competenze invece si presentano come risorse di ordine sovraordinato e trasversali rispetto alle risorse individuali,comunque classificate. Le competenze rappresentano infatti delle qualità o potenzialità del sistema aziendale,che possono essere specificate in un insieme di componenti, ma che assumono identità solo nell’interazione sistemica che si sviluppa tra le componenti medesime. Ciò non toglie che svolgano un ruolo critico per il funzionamento aziendale, legato in particolare al loro potenziale nel ridurre l’impatto dei quattro principali fattori che limitano i processi di accumulazione delle risorse, e che sono:
   le diseconomie legate al tempo di riproduzione delle risorse: tentativi di replicare in tempi ridotti processi di accumulazione delle risorse spesso infatti sono forieri dei risultati insoddisfacenti
   dimensione minima efficiente delle risorse: se la massa di risorse richiesta per svolgere un’attività con costi non competitivi è rilevante, lo sviluppo della massa di risorse a partire da una situazione iniziale di svantaggio può essere difficoltosa
   interconnessione tra le risorse: le difficoltà di accumulazione delle risorse sono derivate non tanto dalla massa quantitativa minima delle risorse quando dal mix delle stesse
   ambiguità casuale: la natura complessa del processo di accumulazione delle risorse e le interconnessioni che tra queste esistono possono rendere difficoltoso riconoscere quali sono le variabili rilevanti nei processi di accumulazione.

Le competenze sono quindi risorse complesse,in cui domina la componente tacita che le rende difficilmente interpretabili secondo schemi codificati e quindi anche limitatamente riproducibili.

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