giovedì 23 ottobre 2014

Nuoto e Igiene

Fluido: sostanza che si deforma se sottoposto a spostamenti e tagli. Il suo comportamento è caratterizzato da viscosità. Luquidi, gas, solidi plastici e plasma sono fluidi.
La fluidomeccanica è la scienza che studia fluidi: si divide in fluido-statica e fluido-dinamica.

I liquidi hanno 3 caratteristiche: fluidità, elasticità ed incomprimibilità (cioè mantiene un volume costante).

La tensione superficiale (y) è una proprietà dei fluidi, opera lungo la superficie di separazione tra il fluido ed il materiale di altra natura.
Viscosità (µ) à resistenza a scorrimento. Dipende dal tipo di fluido e da temperatura. Diminuisce nei liquidi ad aumento di temperatura, nei gas avviene il contrario.  
Viscosità = Pascal x Secondo
Numero di Reinaults à rapporto tra forze inerziali e forze viscose
Re = p UL / µ
p (sta per rho) è la densità del fluido; U è la velocità media del fluido; L è lunghezza caratteristica del corpo.

Flusso laminare > 2000          regime di transizione 2000-4000
Regime turbolento < 4000
Strato limite è lo strato di fluido nelle vicinanze della superficie solida.

Fluido ideale: viscosità nulla, densità costante al variare della pressione.

Galleggiamento: principio di Archimede
Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto uguale per intensità al fluido spostato.
Il galleggiamento dipende anche dalla densità
Densità media del corpo umano: 0,98 uomo / 0,96 donna
-       Centro spinta idrostatica è il torace. Nell’uomo non coincide con il centro di gravità, che è nel tratto addominale. Forze di coppia: forze reattarie quando centro di spinta idrostatico e centro di gravità non sono concomitanti.

Densità relativaà rapporto tra densità e densità di un egual volume d’acqua.
Legge di Pascalà pressione che si esercita su pareti immerse.

Resistenza e propulsione, 3 teorie: Teoria traiettoria semicircolare, teoria rettilinea, teoria a S.

[PESO SPECIFICO. PS= P/V]
Drag:
1.     frontale
2.     attrito superficiale (aumenta con aumento velocità nuotatore)
3.     vortice (incapacità dell’acqua su parti del corpo meno idrodinamiche)

Strato limite: linea di corrente
Sweep: movimenti circolari che indirizzano la mano
    In                   out
    Down           up

Corrente parassita. Detta anche corrente di Foucault; correnti indotte in masse metalliche conduttrici che si trovano immerse in un campo magnetico variabile o che, muovendosi, attraversano un campo magnetico costante o variabile. IN OGNI CASO LA VARIAZIONE DEL FLUSSO MAGNETICO GENERA QUESTE CORRENTI.

Resistenza da onda. Influisce su prestazione, movimento acqua su superficie. Profilo nuotatori e velocità influenzano.

I legge della dinamica. Un corpo fermo tende a rimanere fermo, se in movimento tende a rimanere in movimento, mantenendo una velocità costante.
II legge della dinamica. L’accelerazione aumenta con l’aumento della forza applicata.
III legge della dinamica. Ogni azione genera una reazione uguale e contraria.

SCULLING. Remata orizzontale, si attua per mantenere una parte del corpo al di fuori della superficie dell’acqua in modo stabile.

Teorema di Bernoulli. In un fluido perfetto (privo di viscosità) che scorre in un tubo, provo di attrito, indipendentemente dal percorso, ad ogni aumento di sezione del tubo corrisponde una diminuzione della velocità del flusso, e viceversa. La pressione, per contro, aumenta in corrispondenza dell’aumento di sezione e si riduce se la sezione del tubo diminuisce. Quindi:
+sezione=-velocità=+pressione
-sezione=+velocità=-pressione

CRAWL
-       Downsweep
-       Presa
-       Insweep/Unpsweep (fase propulsiva)
-       Uscita/Recupero
GAMBEà downbeat è propulsivo / upbeat coordinativo, funzione bilanciare rollio.

DORSO
3 fasi propulsive
-       Down
-       Up
-       Down
-       Up
-       Uscita e recupero
(presa ha fase propulsiva, mano bassa verso l’esterno) propulsivo finale, mano parte prossimale coscia, palmo volto verso l’alto.
(rollio cambia al secondo down)

STEP DIDATTICI

Ambientamento
-       accettazione psichica
-       accettazione psicofisica
-       esercizi ambientamento con ausili didattici
-       ambientamento acqua bassaà discesa scaletta / spostamento multilaterale / respirazione/ conquista equilibrio / immersioni progressive / esercizi respirazione
-       ambientamento acqua mediaà familiarizzazione fondo. Galleggiamento vertiacale e obliquo
-       ambientamento acqua profondaà galleggiamento prima supino poi prono (7-8” apnea + espirazione)/galleggiamento supino gambe dorso-prono cagnolino/ conquista autosufficienza. Si ripete progressione didattica senza ausili didattici.
-       Salti e tuffi in acqua medio-alta


Crawl
-       spintaàscivolamentoàgalleggiamento prono con apnea 7-8” più battuta di gambe
-       gambe crawl/braccia galleggiamento/capo emerso
-       ripetere con respirazione frontale
-       gambe crawl/un arto su galleggiante ed uno sul fianco/respirazione laterale
-       gambe crawl/respirazione monolaterale senza ausili
-       gambe crawl/respirazione laterale con braccia lungo i fianchi
-       gambe crawl/respirazione laterale con braccia lungo i fianchi
-       arti inferiori sul fondo/braccia su galleggiante/una bracciata/respirazione monolaterale
-       movimento gambe/braccia su galleggiante/una bracciata/respirazione monolaterale
-       movimento gambe con pausa prima 3-4” poi 1-2”
-       movimento gambe/braccia su galleggiante/respirazione monolaterale ogni due bracciate dello stesso arto
-       movimento gambe/arti superiori su galleggiante/respirazione monolaterale ogni due bracciate (alternanza Dx-Sx)
-       movimento gambe/arti superiori su galleggiante/respirazione bilaterale (con bracciata successiva)
-       movimento gambe/arti superiori su galleggiamento/respirazione bilaterale (ogni 2 bracciate successive)
-       movimento gambe/arti superiori su galleggiamento/respirazione ogni 3 bracciate

Dorso
1.     Spinta e scivolamento in galleggiamento supino
2.     Verifica movimento arti inferiori nel dorso
3.     Movimento arti inferiori dorso con variazione di posizione degli arti superiori
4.     Arti inferiori dorso e fase propulsiva contemporanea arti superiori
5.     Arti inferiori dorso e fase propulsiva di un solo arto superiore a dorso
6.     Arti inferiori dorso e fase di recupero del braccio lungo il fianco
7.     Arti inferiori dorso ed esercizi misti – fase propulsiva contemporanea e recupero degli arti superiori
8.     Arti inferiori dorso e coordinazione monolaterale
9.     Arti inferiori dorso e coordinazione bilaterale successiva
10. Arti inferiori dorso e coordinazione diametralmente opposta
11. Arti inferiori dorso e coordinazione alternata a dorso
12. Esercizi di perfezionamento: arti inferiori dorso, coordinazione alternata e allungamento spalla in alto
13. Esercizi perfezionamento: arti inf dorso, coordinazione alternata e fase propulsiva con flesso distensione
14. Nuotata a dorso con flesso distensione e traiettoria ad S
15. Partenza subacquea con delfinizzazione arti inferiori e nuotata completa

Rana
1.     in stazione eretta: 1 arto inferiore es isometrici; isom-isotonici; isotonici a rana
2.     proni sul pavimento o sulla panca: es isometrici; isom-isotonici; isotonici a rana
3.     supini sul pavimento con i gomiti poggiati a terra: controllo visivo del movimento degli AI a rana
4.     proni sul pavimento, esercizi a coppie: 1 guida, 2 esegue AI a rana
5.     proni, mani poggiate su bordo o corsia: es a coppie, 1 guida-2esegue AI rana
6.     galleggiamento prono in apnea: scivolamento braccia alte, eseguire AI a rana
7.     galleggiamento supino a braccia basse: controllo visivo del movimento Ai a rana
8.     in galleggiamento prono con tavoletta: capo emerso, movimenti AI rana
9.     in galleggiamento prono con tavoletta: 1 respirazione, 1 ciclo AI rana
10. in galleggiamento prono braccia alte: 1 respirazione 1 ciclo AI rana
11. coordinazione AS-AI-respirazione: impostazione con piedi sul fondo solo AS e respirazione
12. coordinazione AS-AI-respirazione: spinta e scivolamento, azione completa AS con respirazione nella fase propulsiva-inserimento colpo di gambe durante il ritorno degli AS
13. miglioramento coordinazione: ricerca scivolamento e ritmo nuotata
14. esercizi potenziamento: galleggiamento verticale, con spinte simmetriche o a bicicletta, combinazione AS a rana, AI crawl o delfino
15. nuotata completa

Delfino
1.     impostazione a terra: fase propulsiva e fase di ritorno AS a delfino
2.     impostazione in acqua, piedi sul fondo: fase propulsiva e fase di ritorno AS a delfino con capo immerso
3.     es delfinizzazione (superamento corsia; AI delfino in apnea in profondità, in galleggiamento supino, in galleggiamento laterale
4.     spinta e scivolamento: AI delfino, in apnea con braccia alte
5.     spinta e scivolamento: AI delfino, braccia su tavola, respirazione libera
6.     spinta e scivolamento-braccia alte-delfinizzazione: movimento AI a delfino, accenno movimento AS rana, respirazione frontale e successiva immersione del capo
7.     coordinazione AS con respirazione laterale: delfinizzazione, crawl delfinato monolaterale
8.     cordinazione AS con respirazione bilaterale: delfinizzazione, crawl delfinato successivo dx e sx
9.     coordinazione AS con respirazione bilaterale: delfinizzazione, crawl delfinato, 2 bracciate successive degli AS
10. coordinazione AS con respirazione: delfinizzazione, crawl delfinato successivo ed una braccia completa a delfino con respirazione frontale
11. coordinazione AS con respirazione: delfinizzazione, crawl delfinato successivo e più bracciate complete a delfino con assecondamento AI
12. es perfezionamento: delfinizzazione più bracciate complete a delfino in apnea con assecondamento AI
13. es perfezionamento, delfinizzazione: del-rana. Farfalla
14. coordinazione AS con AI a delfino con respirazione ad ogni bracciata
15. nuotata completa a delfino con respirazione ogni 2 o più bracciate

























IGIENE

Legionella: causata dal batterio legionella pneumophila, si trasmette per via aerea tramite aerosol e colpisce l’apparato respiratorio.

EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA: studia la distribuzione del fenomeno salute/malattia nella popolazione presa in esame.
Gli studi inerenti:
-       studi case reportsàdescrizione di segni e sintomi relativi a un caso tipico
-       studi case seriesàdescrizione segni e sintomi relativi ad un maggior numero di casi
-       studi trasversali o cross sectionalàvalutano l’esposizione della popolazione ad un possibile fattore di rischio
-       studi ecologiciàvalutazione l’associazione tra esposizione ed effetto

Epidemiologia costruttiva (analitica)
I principali studi:
-       studi caso controlloàindagano il ruolo che uno o più potenziali fattori di rischio possono aver avuto nell’insorgenza di una malattia.
-       Studi di coorte (prospettici)àpartono dalla conoscenza dello stato di esposizione. Prendono in considerazione un insieme di soggetti con caratteristiche comuni e vengono osservati e monitorati per un certo periodo di tempo.

Verruca plantare: causata da papilloma virus di tipo 1e2. Sintomi: calli e dolore. 2 tipi: semplice ed a mosaico. Trasmissione per via cutanea.

Piede d’atleta (dermatosi plantare): causato da funghi dermatositi. Appartiene alla classe della dermatomicosi. Colpisce la pelle glabra (priva di peli). Colpisce atleti e coloro che frequentano centri sportivi pubblici.
Trasmissione: diretta e/o indiretta
Sintomi: inizialmente è interessata la parte di pelle tra le dita dei piedi. Poi si può estendere alla pianta, al dorso ed alle unghie. Possono essere altri sintomi eritema, ispessimento cutaneo, vesciche, cattivo odore, prurito.

MORTALITA’ EVITAVILEàdecessi che avvengono per cause che possono essere contrastate con interventi di prevenzione primaria, diagnosi precoce e terapie, igiene ed assistenza sanitaria.
Classificate: fumo, dieta scorretta, comportamento sessuale a rischio.

CAPITOLO 1

Igiene: dal greco igeaàpersonificazione salute fisica e spirituale, prevenzione delle malattie e stato di salute.
Scienza della salute pubblica: finalizzata alla prevenzione, tutela e promozione della salute. Con maggiore attenzione alla collettività ed alla popolazione.
Salute: completa stato di benessere fisico, psichico e sociale, è un diritto di tutti i cittadini con valenza positiva.
Rischio: misura della probabilità che si verifichi con un evento negativo per la salute.

La prevenzione ha come obiettivo fondamentale l’igiene:
-       la prevenzione primariaàeziologica-ambientale
-       prevenzione secondariaàpatogenica-clinica
-       prevenzione terziariaàriabilitativo-sociale
L’attività può intervenire su tutte e 3 ed agisce anche nelle patologie multifattoriali. Il movimento non è connesso solo al contrasto della sedentarietà (fattore di rischio), ma di fattore protettivo nelle patologie cronico-degenerative.

CAPITOLO 2

Tasso di mortalità: indica il numero totale delle morti per tutte le cause in una determinata popolazione ed è riferito ad un determinato periodo di tempo.
Tasso di morbosità: misura la frequenza e l’entità delle malattie nella popolazione.

LA PREVENZIONEàogni attività messa in opera per evitare che all’azione sugli individui degli agenti eziologici o dei fattori di rischio faccia seguito la perdita della salute, o la diminuzione del suo livello. Vi sono interventi sulla persona ed interventi sull’ambiente.
Prevenzione eziologico-ambientale. Si rivolge alla popolazione sana per impedire l’insorgenza delle malattie. Diminuisce il tasso d’incidenza della malattia.
Esempio: vaccinazioni, bonifiche ambientali, disinfezione, educazione sanitaria. Per quanto riguarda l’attività motoria: contrasta la sedentarietà.
Prevenzione patogenetico-critica. Obiettivo: individuare i soggetti a rischio di sviluppare una patologia, ed impedirne la manifestazione.
Consiste nella diagnosi precoce.
Vantaggio: il suo intervento può determinare maggiori probabilità di guarigione definitiva.
Esempio: lo screening.
In attività motoria: programmi fisici adattati a diabetici, obesi ed ipertesi.
Prevenzione riabilitativo sociale. Rivolta alla popolazione già malata.
Obiettivo: impedire o ridurre l’invalidità derivante dalla malattia, favorendone il recupero ed il reinserimento sociale e familiare.
Esempio: strumenti medico-riabilitativi o socio assistenziali.
In attività motoria: rieducazione e mantenimento motorio nel post infartuato, nel politraumatizzato, negli affetti da disabilità.

Educazione alla salute e comunicazione sanitaria. Si propone di elevare il grado di salute, aumentare le conoscenze ed influenzando gli stili di vita della popolazione.
Obiettivo: sostituire comportamenti irrazionali e nocivi con altri positivi.
3 momenti principali dell’educazione alla salute:
1.     sollevare interesse sui problemi della salute [stampa, media]
2.     infondere persuasione per la loro importanza [informazione, motivazione, rimozione delle resistenze, reazione]
3.     avviare l’azione per tentare di risolverli

La metodologia elementare per una campagna di educazione alla salute deve avere 4 momenti:
1.     fase conoscitiva
2.     fase di programmazione
3.     fase operativa
4.     fase valutativa



CAPITOLO 4
Malattia infettiva: ogni condizione morbosa causata dall’azione di un agente eziologico vivente.
Caratteristiche: sono trasmissibili; sono dovute ai fattori di rischio specifici; comportano una proliferazione di agenti viventi estranei all’organismo.

TRIANGOLO EPIDEMIOLOGICO: ambiente-agente eziologico-ospite
Ambienteàsede del contagio

Agente eziologicoàcausa necessaria non sufficiente di malattia infettiva. Rapporto di casualità è specifico e biunivoco.
Essi possono essere: virus, batteri, miceti, protozoi, prioni.
Le caratteristiche dell’agente eziologico sono:
-       infettivitààcapacità di moltiplicarsi nell’ospite
-       patogenicitààcapacità di recare danno all’ospite
-       virulenzaàgrado di patogenicità che può variare tra specie
-       contagiositààcapacità di giungere a contatto con l’ospite
-       tossigenicitààcapacità di produrre tossine

Ospiteà uomo o animale che può essere infettato.

STORIA NATURALE DELLE MALATTIE INFETTIVE
La prima condizione di rischio è l’esposizione (agente eziologico ed ospite sono nello stesso ambiente). Il contagio è il momento di contatto, ovvero il microrganismo penetra nell’ospite.
Da contagio si ha colonizzazione (microrganismo si replica nei tessuti).
Da colonizzazione si ha infezione che può abortire o sfociare in malattia. Essa può rimanere asintomatica.
La malattia (il potere patogeno vince sulle difese dell’organismo) prevede sintomatologia o quadro clinico.
Il rapporto tra morti e malati dà l’indice di fatalità.
Il rapporto fra malati ed esposti dà l’indice di patogenicità.

VIE DI PENETRAZIONE DEGLI AGENTI INFETTIVI
-       la cute, a causa di microlesioni
-       le mucose, danneggiate da tossine prodotte da batteri.
Le mucose che rappresentano vie d’accesso all’organismo sono:
-       vie respiratorie: infezione localizzata (faringite); coinvolge albero respiratori (broncopolmonite)
-       vie digerenti
-       vie genito-urinarie
-       via congiuntiva (congiuntivite)

TRASMISSIONE DI MALATTIE INFETTIVE. Si intende la fase che intercorre tra l’eliminazione dell’agente eziologico e l’incontro con l’ospite successivo.
Può essere:
-       diretta (contagio)àl’agente eziologico passa direttamente da una riserva ad un ospite
-       indiretta (contaminazione)àil passaggio avviene tramite veicoli e vettori

Gli agenti eziologici possono trasmettersi per via:
-       parenterale
-       sessuale/ematica
-       verticale (madre-feto)
-       infettiva
-       perinatale (placenta-feto)
Le malattie, a seconda del tipo di trasmissione, si classificano in:
-       per via aerea, esempio influenza
-       per via oro-fecale, esempio febbre tifoide e colera
-       da vettori, esempio malaria
-       per via parenterale (AIDS, epatite B, epatite C)
-       veneree (sifilide, gonorrea)
-       zoonosi (malattie da animale a uomo)
Non tutte le malattie infettive sono contagiose (come il tetano per esempio). Non sono contagiose quelle in cui l’agente non affiora in superficie.

CAPITOLO 3

Il rischio genetico

Il rischio genetico comprende: malattie genetiche cromosomiche e monogenetiche; malattie su base poligenetica-multifattoriale.
Le malattie caratterizzate da base genetica hanno maggiore prevalenza nei primi anni di vita e nell’infanzia.
Importante è distinguere le malattie monogenetiche (ad insorgenza tardiva) dalle patologie multifattoriali di tipo cronico-degenerativoàanche queste sono malattie genetiche dovute ad alterazione del genoma (genotipo).

La malattia (fenotipo) non si trasmette secondo i modelli mendelliani, bensì si eredita un insieme di geni che determinano nel complesso la suscettibilità (carattere poligenetico).
Tale assetto genetico acquisito alla nascita verrà ad interagire con l’esposizione ambientale ed il conseguente accumulo di danni al DNA.
Tale processo di induzione progressiva e cronica a gradini (multi-step process) contribuisce a spiegare l’insorgenza delle malattie multifattoriali nell’anziano, piuttosto che nelle prime fasce dell’età.

Il rischio ambientale
AMBIENTE: contesto in cui si svolgono le interazioni tra l’individuo e tutti quegli elementi e fattori che possono avere effetti su di esso.
-       Ambiente naturaleà [aria, acqua, suolo, clima]indipendente dall’azione dell’uomo
-       Ambiente prodottoà risultante delle attività scientifiche e tecnologiche (ambiente costruito) e socio-culturali (ambiente culturale e sociale) della collettività
-       Ambiente individualeà rappresentato dagli aspetti genetici e costituzionali di ogni soggetto
Tutte queste componenti possono influire negativamente sulla salute dell’uomo.
I principali fattori di rischio ambientaleàinquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e degli alimenti.
INQUINAMENTO: modificazione della composizione di queste matrici, tale da indurre effetti nocivi diretti ed indiretti sul benessere della popolazione.
Gli inquinanti possono essere di natura:
-       fisica: rumore radiazioni
-       chimica: elementi rustici
-       biologica: microrganismi e loro prodotti
L’esposizione a tali fattori può determinare: insorgenza di infezioni; aumento del rischio di sviluppare malattie multifattoriali.

Inquinamento atmosferico
Determinato da sostanze derivanti da eventi naturali o dalle attività umane. La prevenzione per la forma di inquinamento umano si fonda su:
-       diminuzione traffico motorizzato
-       controllo emissioni industriali
-       controllo di immissione nell’ambiente di prodotti nuovi poco smaltibili e/o biodegradabili
Per gli ambienti edilizi è opportuno parlare di ambiente confinato (indoor) caratterizzato da fattori inquinanti differenti da quelli esistenti nell’ambiente esterno.

Inquinamento idrico
Può derivare dall’immissione diretta o indiretta nelle risorse idriche di sostanze di scarico provenienti da attività agricole/zootecniche/industriali.
È importante che tali sostanze vengano allontanate da centri urbani e trattarle per renderle innocue prima di immetterle nei corpi idrici.

Inquinamento del suolo
Presenza di rifiuti solidi o liquidi prodotti dalle attività umane. Per tali rifiutiàopportuni metodi di raccolta, allontanamento e smaltimento.
Anche la catena alimentare può risultare contaminata. Nonché il contesto socialeàfattori di rischio per insorgenza malattie psichiche/psicosomatiche.

Ambienti confinati (indoor)
Luoghi chiusi ad uso abitativo, ricreativo o di lavoro.
Si parla di inquinamento indoor quando sono presenti nell’aria degli ambienti contaminati quegli inquinanti non presenti nell’aria esterna. L’esposizione protratta ad essi può determinare problemi di salute che vanno da leggeri malesseri a:
disturbi respiratori, fenomeni allergici, perdita di coscienza, insorgenza tumori (effetti che ricadono maggiormente su anziani, bambini e affetti da patologie croniche).

Relativamente a contaminati chimici, essi possono derivare dal riscaldamento, fumo di sigaretta, etc. ovvero da processi di combustione; oppure la causa potrebbe derivare da composti organici provenienti da vernici, mobili o apparecchiature.

I contaminanti biologiciàvirus, batteri, spore, acari, pollini, etc. (microrganismi) rilasciati da uomini e/o animali o da impianti di condizionamento.

Contaminanti fisiciàilluminazione, rumore.

Viziatura dell’aria
Persone in ambiente confinato, in assenza di adeguata ventilazione, determinano un’alterazione della composizione dell’aria che si accentua all’aumentare dei soggetti e del loro tempo di permanenza.
Negli ambienti scarsamente ventilati: meno ossigeno e più anidride carbonica (dovuto a respirazione), contaminazioni biologiche [viziatura dell’aria].
La viziatura dell’aria causa cefalea e svenimento. Negli ambienti confinati è fondamentale un adeguato ricambio di aria.

- Per stabilire quanti cambi sono necessari per evitare la viziatura:
C=K/m-q    
C=cubo d’aria – K=Co2 eliminata con respirazione – m=concentrazione critica Co2 – q=Co2 contenuta nell’aria esterna

-       Da questa formula si ottiene:
N=Pe x C/Ca
N=numero ricambi d’aria per ora – pe=numero di persone previsto – C=cubo d’aria individuale – Ca =cubatura ambiente

Per provvedere al ricambio d’aria 4 modalità:
-       ricambio naturale
-       ricambio sussidiario
-       ricambio artificiale
-       sistemi di condizionamento
Il movimento dell’aria, negli ambienti confinati, deve essere contenuto nell’intervallo ottimale oscillante fra 0,3 e 0,05 m/s.

Microclima
Costituito dall’insieme di fattori fisici che determinano le condizioni climatiche all’interno degli ambienti confinati. Riassume le condizioni climatiche negli ambienti chiusi.
Tali fattori sono:
-       temperatura dell’aria
-       umidità relativa
-       velocità dell’aria
-       temperatura radiante media
Condizioni ottimali:
-       temperatura: 19-22° [inverno] 24-26° [estate]
-       umidità relativa: 40-50% [inverno] 50-60% [estate]
-       velocità dell’aria: 0,05-1 m/s [inverno] 0,1-0,2 m/s [estate] (essa contribuisce a disperdere il calore corposo e influisce positivamente sul benessere). (E’ determinata da sistemi naturali artificiali)
-       temperatura radiante media: è la media dell’energia termica irradiata dagli oggetti e dalle superfici dell’ambiente confinato e può avere valori positivi o negativi a seconda che la fonte sia calda o fredda.

Rischio chimico
Pericolosità di un agente chimico viene definita in base:
-       alle caratteristiche chimiche, chimico fisiche e/o tossicologiche della sostanza
-       al danno e/o all’azione lesiva di cui la sostanza può essere responsabile.
L’esposizione a sostanze chimiche pericolose può avvenire per:
-       inalazione
-       ingestione
-       contatto con cute e mucose

Esempi: fumo di tabacco, alcol/sostanze stupefacenti/farmaci, insetticidi/fungicidi/erbicidi/detergenti/solventi, ossido di carbonio (scarichi autoveicolari), anestetici gassosi.
Il rischio chimico è molto rappresentato in:
-       ambito lavorativoàesposizione diretta ad agenti chimici
-       ambito sportivoàpulizia di locali e spogliatoi, trattamento acque piscina (impiego composti chimici dannosi)
In esposizione protratta a tali prodotti è stata correlata all’insorgenza di malattie respiratori acute e croniche.

RISCHIO BIOLOGICO
Comprende quelle situazioni che coinvolgono gli esseri viventi nella patogenesi della malattia. Essi possono essere:
-       microrganismi
-       metazoi
-       o loro prodotti
Gli agenti eziologici rappresentano cause di malattie infettive. Ma il rischio biologico comprende anche:
-       veicoli contaminati
-       vettori
-       prodotti quali tossine o allergeni
-       prodotti/processi delle biotecnologie
Elementi di microbiologia medica ed ambientale
La microbiologia è la scienza che studia i microrganismi, i quali vengono classificati in: batteri, virus, lieviti, miceti o funghi, protozoi.
Rapporti tra microrganismi e l’uomo:
non tutti i microrganismi sono pericolosi per la salute dell’uomo, anzi in molti casi rappresentano forma di difesa dai patogeni. Solo il 25% i microrganismi presenti in natura sono dannosi per l’uomo. Microrganismi utili:
-       nell’industria alimentare [yogurt, birra]
-       nell’industria farmaceutica [antibiotici, vaccini, ormoni]
-       nel risanamento ambientale
-       sono fondamentali per cicli naturali degli elementi

Tra i rapporti che si possono stabilire tra uomo e microrganismi la simbiosi è la più nota, può essere di vario tipo:
-       MUTUALISTICOà il rapporto determina una forma di vantaggi reciproci [flora intestinale]
-       COMMENSALISMOàquando i germi vivono e si moltiplicano nell’organismo superiore senza apporvi danni [microflore cutanee e delle mucose]
-       PARASSITISMOàil germe parassita trae vantaggio dall’ospite arrecandogli un danno più o meno grave, che può anche portare alla malattia. Nel caso della malattia si definisce patogeno. [Patogeni opportunistiàmicrorganismi che causano malattie solo in circostanze particolari]

BATTERI
Organismi unicellulari procarioti che possono avere morfologia di vario tipo. La maggior parte hanno vita autonoma, cioè tutte le funzioni sono svolta in un’unica cellula.
Il genoma batterico è costituito da un solo cromosoma circolare ed una divisione batterica avviene con scissione binaria (si moltiplica velocemente).
I batteri si moltiplicano ovunque, ma la loro crescita è influenzata da:
-       ossigenazione
-       temperatura
-       pH
-       sostanze nutritive
In base alla necessità di ossigeno si dicono:
-       AEROBIàcrescono solo in presenza di ossigeno
-       ANAEROBIàcrescono in assenza di ossigeno
-       AEROBI-ANAEROBIàcrescono in entrambe le condizioni
-       MICROAEROFILIànecessitano di ridotte quantità di ossigeno
[i PATOGENI rientrano in tutte le categorie]
In relazione alla temperatura:
-       PSICOFILI (<10°)
-       MESOFILI (<40°)àla maggior parte dei patogeni e quindi si moltiplicano a temperature simili a quelle umane
-       TERMOFILI (>40°)
Batteri che crescono a concentrazioni saline elevateàALOFILE [negli insaccati (staffilococchi) o in acque marine].
Per quanto riguarda il pH, in genere nei patogeni crescono a valori vicini alla neutralità, ma esistono anche specie ACIDOFILE e BASOFILE.
Le forme di resistenza dei batteri sono dette SPORE.

VIRUS
Sono dei microrganismi più semplici dal punto di vista strutturale, in quanto sono costituiti da acido nucleico (DNA o RNA) a singolo o doppio filamento racchiuso da un involucro proteico di origine virale (capside) ed in alcune specie da un ulteriore involucro esterno di origine cellulare (envelope).
I virus NON hanno vita autonoma, per questo devono riprodursi in altri organismi viventi, ed è questa la ragione per cui vengono chiamati parassiti intracellulari obbligati.
I virus dipendono in tutto e per tutto dalla cellula ospite.
Nell’ambiente esterno i virus possono sopravvivere ma non moltiplicarsi.

FENOMENO DEL TROPISMO: il microrganismo infetta preferenzialmente, se non esclusivamente, un tipo di cellule. Il virus riconosce e si lega a particolari recettori presenti su alcuni tipi di cellule ospite.
Altre specie virali, invece, sono in grado di infettare più tipi di tessuti/organi.
Nell’uomo i virus possono rimanere nel sito infiammatorio o possono diffondere per via ematica, infiammando altri distretti anatomici.
Virema: concentrazione del virus nel torrente circolatorio.
Virus detti ONCOGENI portano allo sviluppo di un tumoreàONCOGENI VIRALE

MICETI
Funghi o miceti hanno forme molto eterogenee per dimensioni e funzioni e si suddividono in:
-       lieviti e muffe (di interesse clinico ambientale)
-       funghi eduli
Muffe e lieviti possono essere unicellulari o pluricellulari, possono vivere come saprofiti o parassiti obbligati.
I lieviti sono forme unicellulari.
Le muffe sono miceti filamentosi che presentano un corpo (tallo) formato da filamenti (ife) che aggregandosi formano una struttura micelio.
Il ciclo riproduttivo dei funghi può avvenire anche attraverso la produzione di spore. Tra i miceti solo un centinaio sono capaci di causare malattie infettive dette micosi.
Ci sono 3 tipi di micosi:
-       micosi superficialiàesempio micosi dell’epidermide, micosi da candida cubicans
-       micosi sottocutaneeàinfezioni primarie che si manifestano con la formazione di asti e granulomi. L’ingresso dei miceti nel sottocute avviene per microtraumi/lesioni e tali infezioni diventano croniche
-       micosi profondeàpatologie che si localizzano in organi interni, causate sia da patogeni opportunisti sia da funghi che colpiscono soggetti in buona salute

PROTOZOI E METAZOI [PASASSITI]
Parassitiàorganismi che vivono a spese dell’ospite in cui possono causare un danno variabile.
Vi sono due tipi di parassiti:
-       Endoparassitiàvivono all’interno di tessuti/cellule/cavità dell’ospite
-       Ectoparassitiàvengono a contatto con le superfici esterne dell’ospite
Parassitismo può essere:
-       facoltativo-contatto occasionale
-       obbligato-parassita non può fare a meno dell’ospite
due tipi di parassiti di interesse per la salute dell’uomo: protozoi (unicellulari), metazoi (pluricellulari).

PROTOZOI
Sono unicellulari di varia forma.
Eucarioti provvisti di nucleo.
Citoplasma differenziato:
-       ectoplasma [contatto con l’esterno]
-       endoplasma [zona interna]
La riproduzione può essere sessuata o asessuata.
Le loro forme di resistenza sono cisti.
Tra le infezioni protozoarie: toxoplasmosi, malaria.

METAZOI
Pluricellulari appartenenti al regno animale.
Possono essere responsabili di forme di parassitosi o possono agire come vettori di altre malattie. [per esempio vermi, patogeni per l’uomo]
La trasmissione all’uomo si verifica:
-       per ingestione di uova infestanti o larve per via orofecale
-       per puntura di insetti infetti
-       per penetrazione delle larve attraverso la cute
Tre principali gruppi che interessano l’uomo:
-       cestodi
-       trematodi
-       nematodi
Artropodiàmetazoi che possono provocare malattia nell’uomo agendo come vettori. Tra le malattie da metazoi: la scabbia, pedicullosi o parassitosi connesse a zecche o pulci.

Come l’organismo si difende dalle infezioni
Le proprietà dell’ospite. Secondo il triangolo epidemiologico, il rapporto tra ospite ed agente eziologico è complesso e strettamente legato all’ambiente circostante.

La resistenza alle infezioni. L’organismo dispone di meccanismi di resistenza alle infezioni:
-       di tipo SPECIFICOàproduzione anticorpi, reazione cellulo-mediate
-       di tipo ASPECIFICOàbasati su secrezioni mucose, sostanze batteriostatiche, strutture anatomiche

Cute e mucose sono un prima importante barriera di difesa.
La cute intatta si oppone alla penetrazione della quasi totalità dei germi. Se la cute viene lesionata può essere facilmente penetrata da microrganismi consentendo l’infezione.
Le mucose sono considerate delle barriere parzialiàqueste intrappolano i copri estranei e li eliminano verso l’esterno grazie a movimenti peristatici e/o ciglia vibratili.

Anche la flora microbica è una difesa per l’organismo. Per quanto riguarda le difese naturali alle infezioni, sono proprio microbi a proteggere l’organismo.

LA RISPOSTA IMMUNITARIA
Caratteristiche del sistema immunitario:
-       dinamicitààcapacità di adattare la risposta e produrre anticorpi
-       specificitààcapacità di riconoscere elementi estranei e distinguerli da quelli dell’organismo
-       memoria immunitariaàricordo del contatto precedente più attiva risposta immunitaria (quando il patogeno è lo stesso)
Antigeni: microrganismi in grado di stimolare ed indurre una risposta immunitaria.
Due tipi di immunita:
-       immunità innataàsistema di difesa presente fin dalla nascita e si manifesta allo stesso modo indipendentemente dal tipo di patogeno. Si manifesta dalle prime fasi dell’infezione, comprende infiammazione e febbre. La reazione immunitaria coinvolge: macrofagi, processi di fagocitosi, linfatici TeB, sistema del complemento
-       immunità acquisitaàè specifica, rivolta ad un patogeno specifico e non si estende ad altri. È necessario che trascorrano alcuni giorni dopo l’esposizione, affinché esse venga indotta e possa divenire efficace. Tale immunità si può conseguire in modo naturale (in seguito ad infezione) o in modo artificiale (in seguito a vaccinazione). È mediata principalmente da linfociti BeT.
Nell’immunità umorale [linfociti B]àuna volta stimolati da un antigene, si differenziano in plasmacellule che producono immunoglobine in grado di reagire e neutralizzare l’azione dell’antigene. 5 classi di immunoglobine:
-       IgG (più alta concentrazione)
-       IgA (in vari tipi di secrezione e nel sangue)
-       IgM (nel sangue)
-       IgE (responsabili reazioni allergiche)
-       IgD (ruolo recettoriale)
L’immunità cellulare è mediata da linfociti T di cui:
-       i T-citotossici uccidono cellule infettate da virus e cellule tumorali
-       i T-helpee hanno funzione regolatrice e stimolano la risposta immune di altre cellule
-       i T-suppressor sopprimono la risposta immunitaria quando non più necessaria
Entrambi i tipi di linfociti sono in grado di sviluppare una memoria immunologica.

La risposta immunitaria è variabile in funzione di età, sesso, infezione primaria o secondaria. Talvolta la reazione immunitaria rappresenta un danno per l’organismo: esempio allergie, forme autoimmuni.

RISCHIO FISICO
Rischi di natura fisica cui l’uomo è esposto nell’ambiente: radiazioni ionizzanti (IR), radiazioni non ionizzanti (NIR), raggi ultravioletti (UV), rumore.
Radiazioni ionizzantiàcapaci di danneggiare le cellule umane inducendo la predisposizione di radicali liberi. Sono quelle capaci di penetrare la materia ed indurvi fenomeni di ionizzazione.  [particelle alfa, particelle beta, neutroni, raggi x]
Le fonti di esposizione ad IRI sono:
-       naturaliàrocce, o materiali impiegati nell’edilizia, componente raggi cosmici
-       artificialiàattività industriali o sanitarie
Radiazioni NON ionizzantiàun forte assorbimento di radiazioni può causare effetti termici con danni a carico degli organi colpiti. Non hanno energia sufficiente, queste radiazioni, a ionizzare la materia, ma possono indurre la formazione di campi elettromagnetici e comprendono: radiazioni ultraviolette, il visibile, le microonde, radiofrequenze, frequenze bassissime, frequenze estremamente basse.
Anche qui ci sono fonti naturali ed artificiali di radiazioni.
Raggi ultravioletti. Sono radiazioni elettromagnetiche. Vengono distinti in UV-A, UV-B, UV-C.
La loro azione si esplica solo su superfici direttamente esposte. I raggi ultravioletti hanno, tuttavia, effetti nocivi sulla cute e le mucose, nonché sugli occhi. Da non dimenticare i tumori della pelle.
Rumore. Vibrazione irregolare che può essere in grado di indurre fastidio sia per intensità che per instabilità della vibrazione. Effetti nocivi sulla salute: apparato uditivo, apparato cardiovascolare, apparato endocrino, apparato gastrointestinale.

RISCHI TRASVERSALI
CONSUMO DI DROGHE
Per droga si intende qualsiasi sostanza chimica attiva sul sistema nervoso, capace di alterare l’equilibrio psicofisico dell’organismo, generando dipendenza.
Oltre alle droghe propriamente dette, includiamo alcool, tabacco, caffè e vari farmaci.
In base ai livelli di uso di queste sostanze, è possibile distinguere:
-       consumatore occasionaleàpuò interrompere l’abitudine senza conseguenze
-       farmacodipendenzaàstato di intossicazione senza perdita di contatto con la realtà
-       tossicodipendenzaàbisogno irrefrenabile di continuare ad assumere una sostanza con completo distacco dai rapporti con gli altri e dalla vita reale
Alcool. Il suo abuso può avere effetto tossico, indurre dipendenza e tolleranza. Ne sono maggiormente colpiti soggetti di sesso maschile, tra i 35 ed i 50 anni. Numero adolescenti colpiti è in aumento. Fattori che contribuiscono a questo fenomeno posso essere di natura psicologica, famigliare e sociale. La tossicità acuta dell’alcool può condurre a comportamenti molesti, sonnolenza, morte in casi estremi.
Tabagismo. Assunzione abitudinaria e prolungata di eccessive quantità di tabacco, seguita da alterazioni organiche e funzionali. Il fumo di tabacco può indurre assuefazione e dipendenza. Aspettativa di vita dei fumatori è ridotta di 15 anni rispetto a non fumatori, effetti nocivi a carico di apparato respiratorio.
Droghe. Possono essere classificate in base all’effetto che sono in grado di indurre:
-       stupefacenti o narcotici
-       stimolanti
-       psicofarmaci
-       inebrianti
-       allucinogeni
Il fenomeno riguarda tutte le classi sociali. Caratteristica è la necessità per il soggetto di ripetere l’assunzione (addiction)in modo compulsivo.
CAPITOLO 4

Malattie a trasmissione enterica
Malattie infettive a diffusione oro-fecale. Il patogeno entra nell’organismo per via orale, si stabilisce a livello intestinale, da cui può raggiungere altri organi e viene eliminato con le feci nell’ambiente. Queste malattie comprendono: malattie provocate da infezioni batteriche (febbre tifoide e colera), virali (poliomelite e gastroenterici), protozoarie (giardiasi).

La trasmissione indiretta
Coinvolge veicoli (acqua, alimenti, oggetti), e vettori meccanici (mosche, ratti, animali domestici). Per quanto riguarda epidemiologia, tra i fattori che influenzano la diffusione di queste malattie: fattori connessi a condizioni ambientali (reti fognarie, acquedotti), utilizzo deiezioni (fertilizzanti), abitudini alimentarie scorrette (cibi crudi, verdure o frutti non lavati). Principali misure preventive: interventi su ambiente, isolamento, notifica, vaccinazione.

Febbre tifoide. Malattia infettiva contagiosa. È causata da salmonella typhi e si trasmette all’uomo tramite contatto diretto (mani), veicoli e vettori. Uomo malato o portatore è l’unica sorgente di infezione. La salmonella typhi entra nell’organismo per via orale, arriva all’intestino dove si ha la prima moltiplicazione, da qui si diffonde per via ematica, e linfatica ad altri organi, per poi ritornare all’intestino dove si verifica la seconda moltiplicazioneàreazione allergica.
Quadro clinico ha 4 periodo, ciascuno dura 7 giorni:
-       I settenarioàinvasione del circolo ematico (febbre e malessere)
-       II/III settenarioàbatteri colonizzano vari organi (febbre alta, brachicardia, delirio)
-       IV settimanaàperiodo di risoluzione (abbassamento febbre, cicatrizzazione ulcere)
Prevenzione (profilassi generale): denuncia (obbligatoria), isolamenti (preferibilmente in ospedale), disinfezione ambiente, disinfestazione Vs mosche, trattamento contatti, trattamento portatori, educazione personale.
Per l’immunizzazione attiva sono disponibili vaccini.
Colera. Malattia contagiosa. Causata da vibro colerae caratterizzato da diarrea profusa. Il batterio penetra per via orale, raggiunge l’intestino dove si moltiplica producendo l’ENTEROTOSSINA che determina un’alterazione dell’equilibrio idrosulino con conseguente perdita di notevole quantità d’acqua ed elettroliti.
Quadro clinico: dolori addominali, vomito, diarrea profusa con perdita di liquidi. Letalità: nei casi non trattati al 50%, con terapie meno 5%.
La malattia può decorrere anche senza sintomi. I serbatoi sono: l’uomo malato o portatore, acqua, pesci, molluschi.
La trasmissione avviene attraverso ingestione di acqua e/o cibo contaminati. La notifica è obbligatoria, l’isolamento avviene in ospedale. La vaccinazione è disponibile anche se non efficace.
Poliomelite. Malattia infettiva. È causata da poliovirus; si può contrarre per via oro-fecale o oro-faringea. Il virus può avere un grado diverso di diffusione interessando:
-       faringe, intestino (fase alimentare)
-       linfonodi (fese linfatica)
-       torrente circolatorio (fase ematica)
-       SNC (fase nervosa)
L’infezione si può arrestare in una delle diverse fasi, portando ad esiti patologici diversi:
-       infezione asintomatica (90% dei casi)
-       poliomelite abortiva (5%)
-       poliomelite non paralitica (2%)
-       poliomelite paralitica
Grazie alla vaccinazione di massa è diventata una malattia molto rara. Vi sono due tipi di vaccino:
1.     SABIN, vivo ed attenuato, per zone endemiche
2.     SALK, zone non a rischio

GASTOENTERITI ACUTE (infezioni diarreiche)
Le diarree infettive possono essere causate da agenti virali, batterici e protozoari. Durata ed intensità sono variabili. Nel processo infettivo microrganismi rimangono confinati nel lume intestinale. Il periodo di incubazione è breve, sintomi: diarrea, dolori addominali, febbre, vomito, disidratazione, squilibrio elettrolitico.
Sono diffuse in paesi in via di sviluppo, dove sono principale motivo morti infantili; frequenti anche in paesi sviluppati.
Giardiasi. È causata da giarda lamblia. Giarda può colonizzare intestino e duodeno, dove compromette la digestione e l’assorbimento delle sostanze nutritive. La trasmissione è per via orofecale, attraverso le asti che sono la forma di resistenza e di diffusione del protozoo.
Gastroenteriti virali. Virus enterici responsabili di oltre la metà di tutte le infezioni diarreiche. Sono più frequenti nei mesi invernali. Rotavirus e Adenovirus più frequenti nei bambini; norovirus in giovani e adulti. Uomo è serbatoio di infezione; il periodo di incubazione è breve (diarrea, vomito, febbre)àdecorso breveàmeno breve nei bimbi malnutriti. Per le gastroenteriti virali non è disponibile immunizzazione attiva.
Gastroenteriti batteriche. Causate da diverse specie batteriche, più frequenti nei mesi estivi.
Salmonellaàsalmonellosi
Esse hanno come ospite naturale l’intestino dell’uomo e degli animali. Penetrano nell’organismo per via orale e si moltiplicano nelle cellule della mucosa intestinale. I sintomi, non sempre presenti, sono i soliti. La diffusione dell’infezione è favorita da: inquinamento acque, scarsa igiene, mala conservazione alimenti.
Schigellosi: il contagio avviene per contatto con oggetti contaminati, inquinamento acque ed alimenti.
Criptosporidiosi. Infezione causata da cryptosporidium parvum.

MALATTIE INFETTIVE A TRASMISSIONE EMATICA e/o SESSUALE
Infezioni che si trasmettono da uomo a uomo per contatto diretto o attraverso sangue o altri liquidi biologici.
Epatite virale B. Il virus dell’epatite B (HBV) è un virus a DNA. Se ne conoscono attualmente 8 genotipi (A-H). Infiammazione di tipo genetico delle cellule specifiche. La trasmissione avviene per: via parenterale, via sessuale, via verticale da madre a figlio.
Soggetti a rischio: tossicodipendenti, omosessuali, chi ha contatti con persone infette, personale sanitario.
Malati si definiscono cronici se presentano nel sangue l’antigene di superficie dei virus per un periodo superiore ai sei mesi. Il periodo di incubazione varia, ma si attesta solitamente fra 60-90giorni. Nella sua forma acuta è nella maggior parte dei casi asintomatica. Nel 30-50% dei casi adulti, e nel 10% dei casi bambini è accompagnata da febbre lieve.
Imeroàcolorazione giallastra dovuta ad innalzamento livelli bilirubina nel sangue, causata da diminuita funzionalità epatica.
Può evolversi in diversi modi:
-       decorso acuto con completo recupero (80-90%)
-       epatite fulminante ed elevata mortalità
-       infezione cronica con danno epatico
-       stato di portatore inattivo, poco contagioso e senza danno epatico
Rischio cronicizzazione è minore nei giovani e negli adulti, maggiore nella prima infanzia. Letalità 1%, cirrosi epatica 20%, cancro al fegato 5-15%.
È disponibile vaccino sicuro ed efficace, garantisce immunità a lunga durata. In Italia, dal 1991, vaccinazione è obbligatoria (3 dosi 1°anno, richiamo dopo 10 anni).
La sieroprofilassi utilizza immunoglobuline specifiche per l’epatite B ed indicati per casi particolari ed urgenti.
Epatite virale C. L’agente infettivo è il virus HCV a RNA a singolo filamento. Identificati 6 genotipi e 90 sub-tipi. In Europa occidentale genotipo maggiormente diffuso è 1b. la coinfezione con il virus HIV è comune (30%), in quanto modalità di trasmissione sono simili. HCV responsabile 27% cirrosi e del 255 di epatocarcinomi nel corpo.
Trasmissione può avvenire per via parenterale; per via sessuale è meno efficace; per via materno fetale meno 5% dei casi.
Incubazione 6-9 settimane. Infezione acuta è asintomatica e anitterica. Mancanza di sintomi impedisce di mettere in atto una terapia precoce in quanto una diagnosi sicura si può fare solo ad infezione in atto. Non è disponibile vaccino.
AIDS: sindrome da immuno deficienza acquisita. L’agente eziologico dell’AIDS, scoperto nel 1951, fu universalmente chiamato HIV dal 1986. Il virus dell’Aids è un retrovirus del tipo lentivirus. Retrovirus perché è un virus che retro-trascrive il suo genoma a RNA in cDNA grazie alla trascrittasi inversa. La forma retro-trascritta in cDNA va ad integrarsi nel genoma della cellula ospite, avviando un processo di infezione cronica.

L’Hiv infetta cellule dell’organismo che hanno recettore CD4 (linfocitiT) e instaura un’infezione persistente che non viene eliminata dalla risposta immune dell’ospite, anche perché l’Hiv ha l’abilità di mutare generando varianti virali che evadono le difese immunitarie.

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