Proteine. Macromolecole
presenti in tutti i compartimenti molecolari. Tutte le proteine sono formate
dallo stesso gruppo di 20 amminoacidi (legati da legame covalente). Sono polimeri
di amminoacidi, in cui ogni residuo amminoacidico è unito a quello vicino
da uno speciale legame covalente.
Amminoacidi. Sono 20 a amminoacidi. Struttura: carbonio a legato a 4 gruppi diversià
-
(acido)
carbossilico
-
(basico) amminico
-
gruppo R
-
atomo di idrogeno
l’atomo di carbonio è al
centro chiralico.
L-amminoacidi: hanno il
gruppo amminico sulla sinistra/per le proteine
D-amminoacidi: hanno il
gruppo amminico sulla destra/per i piccoli peptidi (formano parete cellulare di
batteri)
[catene R differiscono per:
dimensione, carica, capacità di formare legami H, reattività chimica]
Amminoacidi classificati in base al gruppo R:
1.
alifatici: non
polari ed idrofobici. (glicinaàamminoacido con struttura più semplice, ha un atomo H
come catena laterale) (prolinaàha struttura ad anello)
2.
aromatici:
catene laterali aromatiche e relativamente non polari
3.
polari:
idrofilici, contengono gruppi funzionali che formano legami H con l’acqua
4.
basici:
carichi positivamente
5.
acidi:
carichi negativamente (carica negativa netta a Ph 7,0)
Amminoacido sciolto in acqua
diventa zwitterone [acidoàdonatore di protoni/baseàaccettatore di protoni)
Anfoteriche sono le sostanze che hanno questa doppia natura.
Amminoacido dipolareànon ha carica netta, il pH è detto isoelettrico (PI) e
si calcola: PI=1/2(PK1+PK2)
Legame peptidico [è rigido e planare (tutti e 4 gli atomi sono sullo stesso piano)]àsi forma per eliminazione di una molecola di acqua
formata dal gruppo carbossilico di un amminoacido e dal gruppo amminico
dell’altro, è un esempio di reazione di condensazione.
Oligopeptide: pochi
amminoacidi/Polipeptide: tanti amminoacidi
Proteine multisubunitàà due o più polipeptidi associati non covalentemente.
Le catene polipeptidiche possono essere identiche o diverse. Se sono identiche
sono dette oligomerica e le unità identiche sono dette protomeri.
Proteine coniugateàamminoacidi più gruppi chimici associati. La parte non
amminoacidica è detta gruppo prostetico.
Le proteine hanno diversi
livelli di struttura:
1.
struttura
primaria: costituita da una sequenza di amminoacidi legati tra loro da legami
peptidici covalenti e da ponti di solfuro.
2.
Struttura
secondaria: considera le relazioni spaziali tra amminoacidi adiacenti in tanti
localizzati.
3.
Struttura
terziari: è la struttura tridimensionale di un’intera catena polipeptidica.
4.
Struttura
quaternaria: considera le relazioni spaziate di più catene polipeptidiche
associate nella stessa proteina.
Purificazione delle proteine:
in una struttura estratto grezzo. Tramite processo di frazionamento si separano
le proteine in base a proprietà comuni.
Elettroforesi: separa
proteina in gel, in base alla loro messa e carica elettrica.
STRUTTURA TRIDIMENSIONALE DELLE PROTEINE
Struttura primaria: sequenza
lineare di amminoacidi genetica
Struttura secondaria: struttura
flessibile che si ripiega per formare la struttura terziaria
-
a elica: struttura elicoidale in cui lo scheletro del
polipeptide è arrotolato attorno ad un asse immaginario tracciato
longitudinalmente. Le catene R sporgono verso l’sterno della struttura, che è
stabilizzata dai legami H. queste eliche possono essere destrorse (andamento antiorario) e sinistrorse (orario). Destrorse nelle proteine.
-
b foglietto: andamento a zig zag, in cui i gruppi R
sporgono al di fuori alternativamente creando un’organizzazione sfalsata.
Struttura terziaria:
-
è stabilizzata
dai legami tra gruppi R degli amminoacidi che compongono la proteina.
-
Data dal
ripiegamento della struttura secondaria
-
Disposizione di
tutti gli atomi nello spazio tridimensionale, tiene conto delle relazioni a
lungo raggio esistenti nella sequenza amminoacidica. (struttura stabilizzata da
legami del gruppo R degli amminoacidi mioglobina)
Struttura quaternaria: unione
di più unità proteiche in complessi tridimensionali (emoglobina).
Emoglobina: oltre all’ossigeno trasporta anche H e CO2. Il legame dell’O2 all’emoglobina
è influenzato dal pH e dalla concentrazione di CO2. L’effetto del pH e della concentrazione
di CO2
sul legame e sul rilasciamento dell’ossigeno e dell’emoglobina è detto effetto
Bohr.
BPG (2,3 BISFOSFOGLICERATO)
si lega in un sito distante dal sito di legame dell’ossigeno e regola
l’affinità dell’emoglobina in relazione alla pressione parziale di ossigeno nei
polmoni. (regola il legame dell’ossigeno all’emoglobina).
Emoglobina ha struttura
quaternaria e lo rende più sensibile alle piccole variazioni di ossigeno.
Due gruppi principali di proteine:
1. globulari: sono coinvolte in specifiche e molteplici funzioni
biologiche, spesso di notevole importanza per l’economia cellulare. Comprendono
enzimi, ormoni e anticorpi (responsabile della difesa immunitaria),
immoglobine. Contengono più tipi di struttura secondaria. Sono semplici se
costituite da sola parte proteica. Sono coniugate se associate con altre
molecole e/o ioni metallici. (sono tondeggianti con funzione attiva)
2. fibrose: sono catene polipeptidiche, disposte in lunghi fasci o
foglietti. Sono costituite da un unico tipo di struttura secondaria. Hanno
funzioni biomeccaniche (per esempio rientrano nella costituzione di unghie e
peli) opponendo una valida difesa contro l’esterno. Unità strutturale:
struttura secondaria ripetuta. Sono insolubili nell’acqua (contengono alta
percentuale di amminoacidi idrofobici) (allungate per definire struttura
solida).
a cheretina: struttura che resiste alla tensione. Legami di
solfuro. a elica destrorsa.
3. collageno: proteina fibrosa essenziale dei tessuti connettivi.
Elemento fibroso principale di pelle, ossa, tendini, cartilagini, vasi
sanguigni, denti (è una proteina strutturale per il sostegno degli organi
interni; protegge e sostiene tessuti molli connettendoli allo scheletro)
Proprietà:
forma fibre insolubili con alta resistenza alla tensione. Ha una struttura
secondaria ripetitiva unica, detta catena a,
con tre filamenti che si avvolgono (mediante legami H) un filamento più grosso
e più resistente.
È un
superavvolgimento: 3 polipeptidi detti catena a sono avvolti gli uni sugli altri (eliche sinistrorse); la struttura
superelicoidale è destrorsa.
Tropocollageno: è l’unità strutturale base collageno. Tre catene polipeptidiche. (Le
catene di collageno sono rinforzate da 3 legami crociati tra varie catene di
tropocollagene).
Collagene tessuti giovaniàpochi legami crociati
Collageno tessuti più vecchiàmolto ricco di legami crociati/aumento di legami
comporta perdita di flessibilità.
[acido ascorbiotico
(vitamina C) importante per idrossilazione di prolina e lisina]
PATOLOGIE ASSOCIATE AL COLLAGENO
Scorbuto: mancanza
di vitamina C (acido ascorbico). Si manifesta progressiva debolezza, gengive
infiammate, caduta denti, dolore articolazioni emorragie sottocutanee (spesso
comporta anemia). Compare dopo 6 mesi di assenza totale di vitamina C.
Scarsa o mancante attività
degli enzimi.
PROTEINE CONTRATTILI
Muscoloàformato da fasci paralleli di fibre muscolari. Ogni
fibra contiene circa 1000 miofibrille. Ogni miofibrilla contiene filamenti
spessi e sottili (sarcomero).
Forza contrattile del muscolo
è data da interazione tra miosina e actina, due proteine.
-
miosina: costituita da 6 subunità (2 catene pesanti/4catene
leggere).
Nella
regione carbossili-terminale le catene pesanti sono organizzate in a eliche avvolte l’una sull’altra, generando una struttura fibrosa
superavvolta ad andamento sinistrorso. Nella regione amminico terminale avviene
l’idrolisi dell’ATP.
Nelle
cellule del muscolo le molecole si miosina si aggregano formando filamenti
spessi, strutture che sono il nucleo dell’unità contrattile.
-
actina: filamenti sottili formati da F actina, proteine
tropomiosina e troponina.
Contrazione avviene per:
energia per il movimento
deriva dall’idrolisi dell’ATP. Questa energia cambia l’angolazione della testa
di miosina, che così legano l’actina. Il movimento della testa di miosine,
l’attacco e distacco dell’actina fa scorrere i filamenti gli uni sugli altri.
Carboidrati
Funzione dei carboidrati:
-
riserva
energetica
-
fonte energetica
-
molecole strutturali
saccarosio formato da glucosio+fruttosio
Monosaccaridi (zuccheri), possono essere:
-
triosi (3
carboni)àtutti durante il metabolismo
-
tetrosi (4
carboni)à
-
pentosi (5
carboni)àribosio il più importante
-
esosi (6
carboni)àglucosio: tutti i carboidrati si convertono in esso
durante la digestione
Amido. Riserva
nelle cellule delle piante. Contiene due tipi di polimeri di glucosio,
amilosio, amilopectina.
Glicogeno.
è il principale polisaccaride di riserva delle cellule animali. Formato da
polimeri di glucosio molto ramificato. È particolarmente abbondante nel
fegato.
Glicogeno epatico (nel fegato):
-
costituisce una
riserva di glucosio a disposizione dell’intero organismo
-
mantiene stabile
la concentrazione di glucosio nel sangue
-
rifornisce di
glucosio gli altri tessuti
Lipidi
Funzione di:
-
riserva energetica: catabolizzanti nella B ossidazione per produrre ATP
-
molecole strutturali: membrane cellulari
-
precursori ormoni:
molecola anfipatica: testa idrofilica e coda idrofobica
Acidi grassi saturi: senza
doppi legami
Acidi grassi insaturi: uno o
più doppi legami (crea una piega nella coda, aumenta fluidità, le molecole non
possono stringersi)
Trigliceroli, chiamati anche trigliceridi.
Sono composti da 3 acidi grassi, ognuno legato con un legame estere a uno dei
gruppi ossidrilici di una molecola di glicerolo. Molecole non polari,
idrofobiche, non solubili in acqua.
Vengono utilizzati come
depositi energetici e la loro ossidazione rende una quantità di energia 2 volte
più grande di quella liberata da pari quantità di carboidrati.
[legame estereàmediante condensazione, eliminazione di una molecola
d’acqua]
Steroli. Sono
lipidi strutturali. Caratteristica strutturale è il nucleo steroideo costituito
da 4 anelli fusi (non consentono nessuna rotazione intorno ai legami C-C).
Colesterolo. È uno steroide. Ha struttura ad anello che lo rende rigido, altera la
fluidità di membrana interferendo con impaccamento delle code idrocarburiche
dei fosfolidi di membrana.
OSSIDAZIONE DEI GRASSI
I grassi della dieta vengono
assorbiti nell’intestino tenue. I sali bilari, rilasciati nell’intestino
tenue dopo un pasto ricco di grassi, convertono i trigliceridi in acidi grassi
liberi e glicerolo.
Gli acidi grassi e altri
prodotto sono assunti dalle mucose intestinali e convertiti in trigliceridi, e
vengono legati al colesterolo ed a specifiche proteine formando aggregati
lipoproteici detti chilomicroni.
I chilomicroni vengono trasferiti dalla mucosa intestinale al
sistema linfatico, entrano nel sangue e sono trasportati al muscolo dal tessuto
adiposo.
La lipoproteina lipasi rilascia
acidi grassi e glicerolo, che entrano nelle cellule.
Nel muscolo gli acidi grassi
sono ossidati per ricavare energia. Nel tessuto adiposo sono riesterificati per
essere conservati.
MEMBRANE BIOLOGICHE
Definiscono i contorni delle
cellule e regolano il traffico di molecole. Non sono solo barriere passive, ma
contengono proteine che contribuiscono ad alcune delle sue funzioni:
-
capacità di
riceve informazioni
-
capacità di
importare ed esportare molecole
-
capacità di
movimento ed espansione
Struttura:
le membrane sono costituite
da proteine e lipidi, principalmente fosfolipidi. Grazie ai fosfolipidi che
sono anfipatici, si forma un doppio strato con le regioni non polari disposte
all’interno e le teste polari verso l’esterno. Funzione lipidi:
-
riserva
energetica
-
sono molecole
strutturali per la membrana
-
precursori degli
ormoni
Costituzione:
costituiti nella parte
idrofobica da:
-
acidi grassi
saturi senza doppi legami (struttura lineare)
-
acidi grassi
insaturi, uno o più doppi legami (struttura piegata)
Colesterolo: uno dei lipidi
di membrana, è uno steroide, con struttura ad anello, che altera la fluidità di
membrana.
Le proteine di membrana
possono essere:
-
integraliàassociate alla membrana ed unite ad essa da interazioni idrofobiche con
i lipidi
-
perifericheàlocalizzate sulla superficie e facilmente rimovibili
Il passaggio di materiali
attraverso la membrana può avvenire per:
-
trasporto
passivoà avviene per diffusione di sostanza secondo gradiente
di concentrazione, da zona alta concentrazione a bassa concentrazione e
continua fino al raggiungimento di equilibrio.
-
Diffusione
semplice
-
Diffusione
facilitataàle molecole si legano alle proteine di trasporto.
GLUT
è il trasportatore per il glucosio
(T1 aperto verso l’esterno, T2 aperto verso l’interno)
GLUT
2 si trova nel fegato e trasporta
fuori il glucosio liberato dal glicogeno per rifornire il sangue.
GLUT4 si trova nei muscoli e nel tessuto adiposo, stimolato
dall’insulina.
-
trasporto
attivoà con
dispendio energetico perché contro gradiente. Può essere primario (implica
direttamente il consumo di energia) o secondario (la prima parte di
trasporto avviene per diffusione facilitata).
BIOSEGNALAZIONE
Le cellule hanno la capacità
di ricevere e rispondere ai segnali che arrivano dall’esterno della memoria
plasmatica. I segnali vengono identificati da recettori situati
sulla membrana, che convertono i segnali in risposta (trasduzione).
I recettori sono proteine di
membrana che si legano alle molecole segnale mediante interazioni chimiche
deboli.
Nel meccanismo recettori
molecola, 3 fattori:
-
specificitààrecettori sono proteine altamente specifiche, riconoscono
solo una specifica molecola
-
Amplificazioneà recettore
molecola provoca una cascata enzimatica
-
Desensibilizzazioneàin un enzima della cascata si produce una inibizione
retroattiva
Caratteristica delle vie di
trasduzione del segnale:
-
un segnale
interagisce con il suo recettore specifico
-
il recettore
attivato interagisce con un sistema molecolare interno che produce un nuovo
segnale oppure la modificazione dell’attività di una proteina cellulare
-
si ha una
modificazione dell’attività metabolica della cellula
-
la trasduzione
termina e la cellula ritorna nella condizione prima del segnale
4 principali meccanismi di trasduzione
A.
recettore
annesso a canali ionici: sono canali
presenti in proteine di membrana che si possono aprire o chiudere in risposta
ad una determinata molecola di segnale (ligando)
B.
recettori
enzimatici: sono recettori di
membrana che hanno attività enzimatica, si attivano con il ligame ed il ligando
nel dominio extracellulare, stimolando attività enzimatica nel dominio
intracellulare
C.
recettori
accoppiati a proteine G e secondi messaggeri: sono recettori proteici della membrana, che, legandosi ad altre
proteine (proteine G), attivano indirettamente enzimi che a loro volta
producono un secondo messaggio
D.
recettore
degli steroidi: gli ormoni non
solubili in acqua (come gli steroidi) attraversano facilmente la membrana e
raggiungono i loro recettori nel nucleo. Il compagno recettore-ormone trasporta
il messaggio ed interagendo con il DNA regola l’espressione di specifici geni.
Non hanno bisogno di mediatori sulla membrana, meccanismo più veloce, risposta
lenta.
La trasmissione del segnale
(messaggio) avviene attraverso le molecole segnale, che sono:
-
ormoni:
messaggeri che trasmettono l’informazione da una cellula ad un’altra.
Proteicià(es. insulina) viaggiano nel circolo sanguigno fino ad
arrivare alle cellule bersaglio.
Amminoacidi
(es. ormoni steroidei)
Steroideià (es.
colesterolo) derivano tutti dal colesterolo
Eicosanoidi
-
neurotrasmettitori: regola le informazioni tra cellula e sistema nervoso
Il tipo di segnale può
essere:
-
endocrinoàstimolano cellule lontane
-
paracrinoàstimolano cellule vicine
-
neuronicoànasce da segnale nervoso
-
contatto
dipendenteài segnali su una membrana possono legarsi ai recettori
della cellula adiacenti
Recettore può essere:
-
di superficieàveloce
-
intracellulareàlento
BIOENERGETICA
È lo studio quantitativo
delle trasduzioni energetiche che avvengono in una cellula. Il consumo di
energia è dovuto a:
-
metabolismo
basaleàenergia per mantenere funzioni vitali
-
termogenesiàenergia per mantenere la temperatura costante
-
attività
fisica
I sistemi biologici seguono
le leggi della termodinamica:
-
1 leggeàprincipio di conservazione di energia. L’energia non può essere né creata né distrutta, ma
trasferita o trasformata
-
2 leggeàentropia dell’universo. Nei processi natura l’entropia (disordine) aumenta.
Metabolismo: è la somma di tutte le trasformazioni chimiche che
avvengono in una cellula o in un organismo.
Catabolismo: fase degradativa del metabolismo. Le molecole
complesse (grassi) sono ridotte a molecole semplici (es. acido lattico). Le vie
cataboliche rilasciano energia, parte della quale utilizzata per formazione ATP
e trasporto di NADH, NADPH, FADH2; parte invece è rilasciata come calore.
Anabolismo: richiedono energia (ATP e NADH, NADPH, FADH2) per costruire
molecole semplici e molecole complesse più grandi (lipidi e proteine).
OSSIDORIDUZIONE
Ossidazione è quando un
elemento subisce una perdita di elettroni ad opera di un elemento che subisce
così il complementare processo di riduzione.
Gli enzimi coinvolti
nell’ossidoriduzione sono ossidoreduttasi, che catalizzano il
trasferimento di elettroni da molecola donatrice a molecola accettatrice.
Deidrogenasi, sottoinsieme dei ossidoreduttasi, hanno 2
funzioni:
1.
trasferimento di
idrogeno da un substrato ad un altro
2.
trasporto di
elettroni
Processo lattico deidrogenasi
Il piruvato (prodotto
finale della glicolisi), viene ridotto a lattato, grazie all’enzima
deidrogenasi, il quale compie il trasferimento di elettroni e dei gruppi
idrogeno, riducendolo e facendolo diventare acido lattico.
[vedi disegno]
NAD: coenzima deidrogenasi
che deriva dalla vitamina B (niacina)
NADH+H=forma ridotta
NAD=forma ossidata
FAD: coenzima della
deidrogenasi che deriva dalla vitamina B (riboflamina)
NAD e FAD acquistano due
elettroni e 2 protoni, però:
-
NAD lascia un
protone libero
-
FAD li lega al
proprio anello diventando FADH2
NADP: coenzima con gruppo
fosfato.
OssidatoàNADP+
RidottoàNADPH
Lattato per essere eliminato può essere trasportato dal sangue
al fegato (ciclo cori), e convertito in glucosio.
O2 è necessario a:
-
rifornire ATP
-
riossigenare
(emoglobina e mioglobina)
-
ricostruire
(scorte di fosfocreatina)
Lattato 2 strade:
1.
fibre rapide
2.
fibre lente
Respirazione cellulare e fosforilazione ossidativa
La respirazione cellulare è
il meccanismo attraverso cui la cellula, in presenza di ossigeno, è in grado di
ricavae energia, con scarto di anidride carbonica o acqua. Si articola in 3
fasi.
-
1 fase: avviene
nel citosol. Le molecole delle sostanze nutrienti (glucosio, acidi
grassi, amminoacidi) vengono ossidati da ACETIL COE A; il glucosio passa per la
glicolisi trasformandosi in piruvato.
-
2 fase: nella matrice
mitocondriale. L’ACETIL COE A combinandosi diventa OSSALACETATO per formare
CITRATO. Poi entra nel ciclo di Krebs, con formazione NADH e FADH2.
-
3 fase: nella membrana
interna. Processo di produzione di ATP, dove NADH e FADH2 vengono
riossidati in NAD E FAD, in un processo chiamato fosforilazione ossidativa,
processo di respirazione con produzione di acqua e liberazione di grandi
quantità di energia utilizzabile per sintetizzare ATP.
La fosforilazione
ossidativa avviene a livello delle creste mitocondriali, nella
membrana interna.
[VEDI DISEGNO]
Fosforilazione ossidativa
2 processi:
-
fosforilazione, processo che richiede l’energia (data
dall’ossidazione) per la sintesi di ATP a partire da ADP con aggiunta di un
gruppo fosfato
-
ossidazione, processo che fornisce energia necessaria
Catena respiratoria: 4 complessi enzimatici + ATP sintetasi.
Elettroniàmembrana interna
Protoniàspazio intramembrana
Disaccoppianti sono proteine che tagliano il processo. Termogenina
proteina canale presente nel tessuto adiposo. L’energia viene dissipata
sottoforma di calore per mantenere costante la temperatura corporea.
Inibitori: cianuro
NADH entra nella membrana
interna e cede elettroni e protoni al complesso enzimatico I, i protoni
(ioni H+) vengono pompati fuori tramite pompe idrogeno controgradiente, mentre
gli elettroni vengono ceduti insieme a quelli del complesso II
all’ubicazione (Q) che li trasporta al complesso III, dove vengono di
nuovo pompati verso l’esterno e gli elettroni sono ceduti ai citocromi (C) che
li trasportano al complesso IV, chiamato anche citocromo ossidasi, oltre a
pompare all’esterno i protoni, cede gli elettroni all’ossigeno molecolare O2 con formazione
d’acqua.
Dal complesso IV i
protoni passano attraverso l’enzima ATP sintetasi provocando energia raccolta
dall’enzima che passa per il complesso V e produce ATP.
[vedi disegno]
LA GLICOLISI
Avviene nel citoplasma.
Fosforilazione del
glucosio. Una volta che il glucosio
entra nella cellula, la prima cosa che avviene è la fosforilazione, ovvero ci
si attacca una molecola fosfato per aggiungergli energia, preparandolo al
processo di demolizione ed intrappolandolo nella cellula.
Il trasporto di fosfato
avviene grazie a 2 enzimi che utilizzano ATP:
1.
esochinasiàpresente in tutte le cellule, è attivo a bassa
concentrazione di glucosio, ed è inibito dal suo prodotto glucosio 6 fosfato.
2.
Glucochinasià presente
solo nel fegato e nel pancreas, non è inibita dal suo prodotto, importante è la
glicemia alta.
Per essere metabolizzato il
glucosio:
1.
deve essere
trasportato dalla cellula per mezzo di specifici trasportatori
2.
deve essere
fosforilato a glucosio 6 fosfato
[vedi disegno su vie di
utilizzazione del glucosio]
La glicolisi può funzionare
anche in assenza di ossigeno, una molecola di glucosio viene degradata per
produrre due molecole di piruvato. Durante la glicolisi, parte dell’energia
libera rilasciata dal glucosio è convertita in ATP e NADH.
Glicolisi divisa in 2 fasi:
1.
preparatoria
2.
di recupero
energetico
Eventi principali della
glicolisi:
1.
degradazione
dello scheletro carbonioso del glucosio nel piruvato
2.
fosforilazione di
ADP e ATP
3.
trasferimento di
atomi di idrogeno al NAD generando NADH
Resa energetica della
glicolisi:
1 molecola di glucosio [2ATP,
2NADH, 2 PIRUVATO]
NADG affinché la glicolisi
possa andare avanti deve essere riossidato in NAD:
1.
presenza di
ossigeno della fosforilazione ossidativa con produzione di 3 ATP
2.
in assenza di
ossigeno con la riduzione di piruvato in lattato (o acido lattico)
Piruvato può seguire 3 strade:
1.
in presenza di
ossigenoàvia aerobica entra nel ciclo di Krebs o
gluconeogenesi, con formazione 2ACETILCoA, ed è ossidato a Co2 e H2O
2.
in assenza di
ossigenoàprende via anaerobica e si riduce a lattato,
riossidando NADH e NAD
[vedi disegno PIRUVATO]
GLUCONEOGENESI
È una via anabolica nella
sintesi di glucosio a partire da precursori non saccaridi. Aumenta il suo
flusso quando il glucosio scarseggia, ad esempio nella notte, o durante
attività fisica prolungata.
Importante per il cervello.
Avviene nel fegato (90%) e
nei reni (10%). Ogni molecola che si può convertire in piruvato è detta
glucogenica, e sono:
-
lattato
-
alanina
-
glicerolo
Gluconeogenesi non è
l’inverso della glicolisi anche se utilizzano gli stessi enzimi, esclusi 4:
1.
piruvato
carbossilasi
2.
FosfoEnolPiruvato
Carbossichinasi
3.
Fruttosio 1,6
biosfatasi
4.
Glucosio
6-fosfatasi
I reazione: trasforma il
piruvato in OSSALACETATO tramite l’enzima piruvato carbossilasi che aggiunge un
gruppo carbossilico al piruvato e c’è consumo di ATP.
Poi l’ossalacetato è
convertito in FosfoEnolPiruvato carbossichinasi e c’è consumo di GTP.
Prodotto finale: da 2 molecole di piruvato ottiene 2 molecole di
glucosio.
Costo energetico: 4ATP, 2GTP, 2NADH
Glucagone
È un ormone polipeptidico,
rilasciato dal pancreas. Funzione opposta all’insulina. Aumenta livelli di
glucosio nel sangue.
È iperglicemizzante:
-
rallenta la
glicolisi
-
stimola la
gluconeogenesi
Ciclo di cori (o del lattato)
È un ciclo che collega il muscolo
(produttore di lattato) al fegato (produttore di glucosio). Il muscolo in
attività consuma glucosio e produce lattato (a partire dal piruvato) che manda
al fegato, che grazie alla gluconeogenesi fa tornare a glucosio.
Metabolismo del glicogeno
Il glicogeno è la forma di
riserva dei carboidrati, è un polimero di glucosio molto ramificato. È
abbondante nel fegato e nel muscolo scheletrico.
Metabolismo del glicogeno:
1.
sintesi (favorita
da insulina)àglicogenosintesi: accrescimento del glicogeno a partire da glucosio 6 fosfato.
2
enzimi:
-
glicogenosintetasi
-
ramificante:
forma una nuova ramificazione
2.
degradazione
(favorita dall’adrenalina)àglicogenolisi: degradazione
del glicogeno per ottenere glucosio.
2 enzimi:
-
glicogenofosforilasi
-
deramificante:
taglia un frammento di rametto
Glicogenolisi e
glicogenosintesi sono regolate in maniera reciproca.
Adrenalina (induce alla
degradazione del glicerolo per avere glucosio) e glucagone (glicogenolisi)
Insulina (glicogenolisi)
Via Pentoso Fosfato, 2 funzioni:
1.
produrre NADPH
che serve per biosintesi acidi grassi, biosintesi steroli
2.
produrre pentosi,
come D-Ribosio, fondamentali per la sintesi degli acidi nucleici
IL CICLO DI KREBS (dell’acido citrico)
È una via metabolica in cui
confluiscono gran parte dei nutrienti (carboidrati, lipidi…) per essere
completamente ossidati.
Avviene nella matrice
mitocondriale e dipende dalla presenza di ossigeno.
Dopo la glicolisi, in cui il
glucosio diventa piruvato, quest’ultimo può scegliere 3 diverse strade:
-
in condizioni
anaerobiche è ridotto a lattato. Il lattato ha lo scopo di riossidare NADH per
continuare la glicolisi.
-
In condizioni
aerobiche entra:
1.
Ciclo di Krebs,
dopo essere decarbossilato ad ACETIL CoA
2.
Gluconeogenesi,
dopo la carbossilazione ad ossalacetato
Per entrare nel ciclo di
Krebs, il Piruvato è ossidato in Acetil CoA, grazie alla decarbossilazione
ossidativa, che avviene nel complesso piruvato deidrogenasi.
Ciclo di Krebs, 3 fasi:
1, detta tappa limitante,
determina le velocità del ciclo. Avviene la condensazione tra Acetil CoA e
Ossalacetato (se diminuisce la concentrazione di ossalacetato, diminuisce la
velocità del ciclo), con formazione di citrato (6 atomi di C).
Viene ossidato il Piruvato in
Co2.
Per ogni ACETIL CoA ossidato
in un ciclo avremo: 1GTP, 3NADH, 1FADH2, 12ATP.
(il ciclo di Krebs si compone
in due giri)
Tra le tappe del ciclo si
formano degli intermedi:
-
a CHETUGLUTARATO, importante nelle reazioni di
transaminazione degli amminoacidi (lega il gruppo amminico di un amminoacido
per la sintesi di un nuovo amminoacido)
-
FUMARATO, collega
il ciclo di Krebs al ciclo dell’urea
METABOLISMO degli ACIDI GRASSI
Trigliceridi: lipidi di
riserva costituiti da GLICEROLO + 3 ACIDI GRASSI.
Per essere assorbiti
dall’intestino, i trigliceridi devono essere convertiti in micelle piccole
grazie ai sali biliari, che agiscono
come detergenti biologici.
6 tappe:
1.
i sali biliari,
prodotti nel fegato, convertono i grassi in micelle miste (àsali+trigliceridi)
2.
le lipasi (enzimi
che catalizzano l’idrolisi dei trigliceridi) convertono i trigliceridi in
monogliceridi, digliceridi, acidi grassi, glicerolo.
3.
Gli acidi
grassi ed altri prodotti sono assunti dalle mucose intestinali
4.
I prodotti sono
riconvertiti in trigliceridi e legati al colesterolo e specifiche proteine
formando chilomicroni, proteine pronte per essere trasportate nel
sangue.
5.
I chilomicroni
sono trasferiti al sistema linfatico, entrano nel sangue per andare a
rifornire sangue o tessuto adiposo.
6.
La lipoproteina
lipasi idrolizza i trigliceridi in acidi grassi e glicerolo per entrare nei
tessuti. Nel muscolo sono ossidati per ricavare energia. Nel tessuto adiposo
sono conservati.
Mobilizzazioneàprocesso per liberare acidi grassi dal tessuto adiposo
per ricavare energia.
Tessuto adiposo, funzioni:
-
protezione organi
interni
-
generatore calore
-
riserva
metaboliti energetici
Prodotti lipolisi:
1.
gliceroloàal fegato per gluconeogenesi, glicolisi
2.
acidi grassiàal cuore, fegato, muscolo. Trasportati dall’albumina.
Acido grasso, 3 processi:
1.
attivazioneàattraverso ACIL CoA SINTETASI
2.
trasporto
3.
b OSSIDAZIONEà
genera 1FADH2, 1NADH, 1ACETIL CoA
Corpi chetonici: quando si forma troppo Acetil CoA si trasforma in corpi chetonici (nel
muscolo, cuore, cervello). Corpi chetonici, in particolare acetone, acetato,
idrossiburato.
[L’Acetil CoA può entrare nel
ciclo di Krebs se c’è corrispondente quantità di ossalacetato]
Chetogenesi: sintesi dei corpi chetonici, avviene nel fegato.
Chetoacidosi: quando la produzione epatica supera la capacità di
utilizzazione. Pericolosa per la diminuzione di pH nel sangue.
PROTEINE
Sono macromolecole formate da
20 amminoacidi legati tra loro per legame peptidico (covalente)àrigido (non ci può essere rotazione) e planare.
Amminoacidiàdifferiscono per la catena laterale R (dimensione,
struttura, carica, polarità). Variano per dimensione, carica, capacità di
formare legami idrogeno, reattività chimica.
Amminoacidi in eccesso sono
eliminati o trasformati in grassi, glicogeno o energia.
Proteine classificate
secondo:
1.
struttura
(primaria, secondaria…)
2.
forma (globulari,
fibrose)
3.
funzioni
(contrattili, che legano ossigeno)
4.
composizione
chimica (semplici o coniugate)
1.
struttura
determina la funzione
2.
fibrosa=collageno.
Collageno:
protezione fibrosa con struttura secondaria. Elemento principale di pelle,
ossa, tendini, vasi sanguigni. È componente di tessuti connettivi; protegge e
sostiene i tessuti molli connettendoli allo scheletro.
o Proprietà: insolubile e alta resistenza elastica
o Struttura: diversa in base al tessuto in cui si trova,
quindi funzione diversa
o Composizione: a base di tropocollageno formato da 3
filamenti, legati attraverso legami idrogeno rinforzati da legami crociati, che
sono sia intramolecolari sia intermolecolari
1
amminoacido ogni 3 è glicina.
Tessuto
giovaneàpochi legami
Tessuto
vecchioàpiù legami
Malattie
collagenoàscorbto
-
Globulari
(mioglobina, emoglobina): contengono più tipi di struttura secondaria, possono
essere semplici o coniugate (associate ad altre molecole e ioni metallici).
3.
funzione:
proteine che legano O2.
-
Proteine
contrattili: organizzazione muscolo in fibre bianche (metabolismo anaerobico),
fibre rosse (più sottili, con più ossigeno). àogni fibra contiene 1000 miofibrille, ognuna di queste contiene
filamenti spessi e sottili (sarcomero, unità contrattile).
-
Miosina:
filamenti spessi, due lunghe catene con teste globulari per agganciarsi
all’actina.
-
Actina: filamento
sottile, doppia collana di perle (G-Actina) e troponina (Tàlega con le teste/Càlega
calcio/Iàinibitoria)
-
Proteine che
legano l’ossigeno mioglobina ed emoglobina.
Ligando: molecola che si
unisce reversibilmente ad una proteina. Il sito in cui si lega è detto sito di
legame.
Come si lega l’ossigeno ad
una proteina:
ferro e rame hanno tendenza a
legare l’ossigeno. Ferro allo stato libero può generare radicali liberi. Per
questo emoglobina e mioglobina lo rendono innocuo, allo stato ferroso Fe2+
(forma ridotta). Il ferro è legato ad EME che rende il ferro meno reattivo.
EME: gruppo prostetico,
struttura ad anello protoporfina a cui è legato un singolo atomo Fe2+.
FERRO: 4 legami con l’azoto
della protoporfina, 1 con la globina, 1 con l’ossigeno.
EMOGLOBINA
Si trova all’interno dei
globuli rossi. Globuli rossi sono piccole cellule, prive di organelli
cellulari, incapaci di riprodursi.
È una struttura quaternaria,
è una proteina coniugata (4 subunità, 2a 2b, ognuna con gruppo EME).
Funzioni:
-
trasporto
ossigeno
-
trasporto
anidride carbonica
-
azione tampone
sul pH del sangue
Metaemoglobina e
cardossiemoglobina: incapacità di
legame con l’O2.
Emoglobine patologicheàanemia a cellule falciformi. Sintomi: ingrossamento
cuore, addome, gonfiore mani e piedi. Cause: mutazione GLUB e VALB in una
catenab.
Ossiemoglobina: quando lega
con O2.
Deossiemoglobina: priva di O2.
MIOGLOBINA
Proteina coniugata, struttura
terziaria, 1 gruppo EME.
Funzioni:
-
trasporto e
riserva di O2 nel tessuto muscolare, trasferisce O2 dall’emoglobina
al sistema mitocondriale in cui si forma ATP.
-
Conserva e
facilita la diffusione dell’O2 quando il muscolo si contrae velocemente.
[proteina allosterica: lega O2 nei polmoni, lo
rilascia nei tessuti]
SISTEMI TAMPONE
Funzione: impediscono grandi
variazioni di pH nei fluidi corporei.
Sono sistemi tampone tutte le
sostanze che possono legare reversibilmente H.
L’emoglobina nei globuli
rossi agisce come un tempone nel sangueàsi
lega ad H+, formando una deossiemoglobina. Nei tessuti lascia l’O2 e torna
indietro legata al protone.
H+ + Hb=HHb=EFFETTO BOHR
3 fattori: pH, temperatura,
pressione O2
ENZIMI
Proteine globulari, semplici
o coniugate, struttura terziaria. Sono catalizzatori biologici, abbassano
l’energia di attivazione, modificano la velocità di reazione. Alcuni enzimi
hanno bisogno di:
-
cofattori (Fe2+ -
Mg2+ - Mn 2+)
-
coenzimiàpreparano il sito attivo per l’attività catalitica
[enzima+cofattore/coenzimi=gruppo
pirosteico]
Attività enzimi:
1.
modalità diretta
o adattamento indotto
2.
modalità
1.
l’enzima genera
una piccola cavità al suo interno che si chiama sito attivo, luogo fisico a cui
si lega il substrato (molecola). Il legame tra sito attivo e substrato è
debole.
Classificazione enzimi:
1.
ligasiàfusione tra due molecole
2.
isomerasiàraggruppamenti intramolecolari
3.
idrolasiàidrolisi
4.
osssidoredutasiàossidoriduzione
[gruppo prosteico=legato
all’enzima covalentemente]
Attività enzimi modificata
da:
-
temperatura=attivi
a 37°
-
pH=ottimale a pH
7 neutro
-
concentrazione
substratoàmaggiore concentrazione, maggiore velocità
Inibizione può essere:
-
specificaàirreversibile o reversibile
-
non specificaàdenaturazione
Enzimi regolatori:
-
allostericiàpossono essere stimolatori o inibitori
[inibizione retroattiva o a feedback:
enzima inibito dal prodotto finale]
-
controllati
mediante modificazioni covalenti
proteolisi: rottura di segmento proteico
isoenzimi: contenuto proteico glucidico
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