martedì 28 ottobre 2014

Riassunti Traumatologia

Fratture
Lesione potenzialmente grave. Può essere conseguenza di trauma diretto (impatto contro l’arto) o trauma indiretto (caduta scoordinata con arto bloccato).
Le lesioni possono essere trasversali, oblique, spirali o comminute. Si parla di fratture esposta quando osso perfora la cute, semplice o chiusa se cute non viene danneggiata.
I monconi dell’osso fratturato possono essere angolari, ruotati o sovrapposti.
Possono presentarsi lesioni associate dei tessuti molli. Queste lesioni possono causare emorragie e ritardare guarigione.
Sintomi e diagnosi. Edema ed ecchimosi progressiva a livello dell’area lesa; dolore riferito a pressione in prossimità dell’area lesa, scatenato anche dal movimento e dal carico dell’arto; alterazione profilo e mobilità.
Trattamento. Atleta o allenatore: coprire ferita; immobilizzare arto con tutore o stecca; elevare arto teso; rapido trasporto verso ospedale [atleta deve evitare di mangiare e bere in caso sia necessario intervento]. Medico deve correggere eventuale alterazione.
Rieducazione. Esercizi attivi per la muscolatura. Mantenere efficienza muscolare di parti non immobilizzate, prevenire ipotrofia muscolare.
Fratture da stress
Causa carichi ripetitivi sullo scheletro. Possono essere causate da carico normale applicato ad elevata frequenza, o da carico elevato a frequenza normale, o da carico elevato a frequenza elevata.
Due teorie: teoria del sovraccarico [certi gruppi muscolari si contraggono in maniera tale da causare flessione dell’osso], teoria della fatica [sforzo ripetuto e protratto, muscoli stimolati oltre loro resistenza, non sono in grado di mantenere sforzo].
Si verificano a livello tibia, perone, metatarsi e femore.
Sintomi e diagnosi. Compaiono insidiosamente nel 50% dei casi, e acutamente, senza traumi apparenti, nell’altro 50%; dolore in relazione ad attività fisica; edema e dolore alla palpazione possono essere rilevati a livello dell’area fratturata.
Trattamento. Atleta deve: tenere a riposo area interessata (2-8 settimane), mantenere condizione fisica nuotando o pedalando, tornare gradualmente ad attività quando passa dolore a palpazione e comuni attività giornaliere sono asintomatiche.
Lesioni legamentose
Lesione parziale: interessa solo alcune fibre, può occasionalmente procurare instabilità. Parte del legamento può essere rotta mentre il resto indenne; oppure parte dell’inserzione del legamento può essere strappata con o senza un frammento osseo.
Lesione completa: interessa gran parte delle fibre o l’intero legamento, l’articolazione interessata è instabile. Il legamento può essere completamente rotto e le estremità allontanate una dall’altra; l’intera intersezione legamentosa può essere distaccata dall’osso; il frammento di osso al quale il legamento si inserisce può essere strappato via dall’osso.
Classificazione lesioni in gradi:
-        I gradoàrottura poche fibre
-        II grado lieveàrottura meno metà delle fibre
-        II grado graveàrottura più 50% fibre
-        III gradoàrottura completa
Riabilitazione. Rafforzamento muscolare e mobilizzazione. Guarigione richiede tempo superiore alle 6 settimane.
Guarigione e riparazione. Il primo tessuto è immaturo, è necessario periodo di maturazione prima che la guarigione sia completa. Una sufficiente resistenza, per la maggior parte dei legamenti, viene raggiunta in 6-12 settimane.
Lussazioni
Lussazione completaàsuperfici articolari opposte sono state separate, non sono più in contatto l’una con l’altra.
Lussazione parzialeàsuperfici articolari rimangono in parziale contatto l’una con l’altra, ma non sono più correttamente allineate (sublussazione). Ci può essere una lesione della capsula, dei legamenti o della cartilagine anche in questo caso.
Patologie cartilagine articolare
Possono essere conseguenza di piccoli traumi ripetuti nelle attività di carico, comunemente chiamati artriti da carico  o osteroartriti. Sarebbe più opportuno chiamarle artrosi.
Classificazione lesioni:
-        lesione cartilaginea superficialeàsi estende fino a più 50% della profondità della cartilagine. Queste lesioni non guariscono e non peggiorano, a meno che siano localizzate in aree di carico
-        lesioni cartilaginee profondeàsi estende fino ad osso subcondrale ma non lo attraversa. Non guariscono ma possono degenerare in artrosi
-        lesione osteocondraleàsi estende ad osso subcondrale fino ad osso trabecolare, può guarire grazie a processo infiammatorio
Guarigione e riparazione. Hanno scarsa capacità di guarigione. La distruzione della matrice può causare un artrosi. Una lesione osteocondrale può guarire grazie alla migrazione dei fibroblasti dal midollo dell’osso subcondrale all’interno dell’area lesa.
Lesioni muscolari
Strappi. Avvengono frequentemente negli sport che richiedono sforzo muscolare esplosivo per un breve periodo di tempo (baseball e calcio). Interessano muscoli che muovono due articolazioni. Gradi:
-        I gradoàrottura meno 5%fibre muscolari
-        II gradoàinteressa parte importante del muscolo senza rottura completa
-        III gradoàlesione gravissima, interessa intero muscolo
Guarigione. Inizialmente presenta infiammazione, seguita da riassorbimento del sanguinamento. Nella guarigione abbiamo due momenti in competizione: formazione nuove fibre muscolari, simultanea produzione tessuto cicatriziale. Aree con differente elasticità si possono formare nel muscolo con aumento del rischio di lesioni ricorrenti.
Rotture da contusione. Impatto diretto, muscolo contratto compresso con osso sottostante.
Ematoma muscolare. Dimensioni ematoma, quando muscolo si lesiona, sono direttamente proporzionali a flusso ematico muscolare e inversamente proporzionali a tensione muscolare al momento del trauma.
Ematoma intramuscolare. Sanguinamento all’interno del muscolo può essere causato da una rottura o da un impatto. Gonfiore conseguente persiste per oltre 48 ore ed è accompagnato da dolore e limitazione mobilità. Gonfiore può aumentare. Se fascia muscolare è danneggiata, il sangue può espandersi intorno al muscolo.
Ematoma intermuscolare. Ematoma può situarsi tra i muscoli quando fascia e vasi sanguigni adiacenti sono danneggiati. Ematoma e gonfiore campaiono distalmente all’area lesa 24-48h dopo il trauma.
Trattamento traumi acuti. Atleta o allenatore devono bendare parte lesa (compressione per limitare emorragia); raffreddare parte lesa, elevare arto. Massaggio non deve essere impiegato nelle 48-72h successive a trauma. Dopo 72 ore: compressione con bendaggio elastico, applicazione locale di caldo, a volte alternare caldo freddo.
Ritorno a pratica sportiva. Può essere considerata completamente guarita quando non è presente dolore a contrazione muscolo. Da 3 a 16 settimane per guarire.
Crampi muscolari. Disidratazione predispone al crampo. Dipendono da iniziali sanguinamenti muscolari, da piccole lesioni muscolari o da condizione generale di salute o allenamento. La causa principale non è chiara, ma va considerato ogni fattore che riduce circolazione.
Trattamento. Contrarre muscolo antagonista.
DOMS
Patologia muscolare da sovraccarico. Dolore aumenta dopo 24 h da esercizio, con picco tra le 24 e le 72h, regredendo tra i 5 ed i 7 giorni. No ematoma e lesioni invalidanti.
Eziopatologia. Metabolica-riduzione sintesi ATP. Circolatoria. Meccanica (stress)
Trattamento. Riposo. Reintegro alimentare. Allenamento. Ginnastica passiva.
Tendinopatie
1.     peritenonite: infiammazione del solo peritenonio
2.     peritendonite con tendinosi: infiammazione guaina tendinea associata a degenerazione intratendinea
3.     tendinosi: degenerazione del tendine stesso dovuta a ipotrofia cellulare
4.     tendinite: degenerazione asintomatica del tendine con rotture e risposta infiammatoria di riparazione
Esercizi di rieducazione:
1.     stretching tipo allungamento tenuta
2.     lavoro eccentrico
3.     stretching statico
4.     applicare ghiaccio per 5-10 min per ridurre l’edema ed attenuare dolore.

[PRICE E RICE: Protezione, Riposo, Ice, Elevazione]

APPROFONDIMENTO TENDINI:
funzione principale: trasferire forza del muscolo all’osso. Sono vulnerabili quando:
-        tensione applicata in assenza di riscaldamento
-        tensione applicata obliquamente
-        tendine in tensione prima del trauma
-        tendine debole
Tendiniànon sono vascolarizzati. Solo all’attacco con l’osso il tendine è vascolarizzato (inserzionale). Sono rivestiti da peritenonioàfunzione di portare sostanze nutritive, serve a ridurre attrito.
[vedi sopra tendinopatie]
…ITE: malattie con infiammazione (non necessariamente infezione)
…OSI: processo degenerativo
Eziologia. Errori di allenamento. Cambiamenti dell’equipaggio. Variazioni ambientali. Dismorfismi arti inferiori (es. pronazione piede)
Diagnosi. Risonanza magnetica e ultrasuoni.
[rieducazioneàvedi sopra]
Patologie delle borse
Borse sono piccole sacche ripiene di liquido, funzione è ridurre attrito, distribuire carico e proteggere strutture sottostanti. Possono essere infiammatorie o causate da un impatto con conseguente sanguinamento.
Borsiti infiammatorie:
-        da sfregamento: quando tendine si muove ripetutamente su borsa
-        chimiche: causate da sostanze che si formano a seguito di processi infiammatori o degenerativi del tendine
-        settiche: causate da ingresso di batteri nella borsa (sia da circolo ematico che da lesione cutanea)
Borsiti emorragiche. Dovute ad un trauma diretto come una caduta.



MENISCHI
Sono posizionati tra condili femorali e tibia.
Menisco mediale ha forma a C, non è fisso, si muove.
Menisco laterale forma circolare, poiché i corni anteriore e posteriore sono fissati alla superficie non articolare del piatto tibiale.
Funzioni:
menisco laterale (o esterno), stabilità nelle rotazioni. Menisco mediale, assorbimento del peso.
Sintomi. Blocco, dolore, versamento e cedimento.

Lesione menisco mediale
Sintomi. Durante e dopo esercizio insorge dolore a livello del compartimento mediale. Versamento di liquido nell’articolazione.
Diagnosi. Dolore durante iperestensione del ginocchio. Dolore durante iperflessione del ginocchio. Dolore durante extrarotazione del piede con ginocchio flesso tra 70-90°. Perdita forza del quadricipite.
Lesione menisco laterale
Sintomi. Dolore in corrispondenza del versante laterale dell’articolazione. Si verifica un blocco. Versamento liquido.
Diagnosi. Dolore alla palpazione. Dolore durante iperestensione del ginocchio. Dolore durante iperflessione del ginocchio. Dolore durante intrarotazione piede. Perdita di forza quadricipite.
[liquido ginocchio:
-        IDRARTO: acqua, si gonfia anche giorno dopo
-        EMARTO: sangue, si gonfia subito
Trattamento. Esercizi isometrici per quadricipite.
Guarigione. Atleta riprende allenamento dopo 2-6 settimane.
Biomeccanica lesioni. Lesioni meniscali sono date da una torsione del ginocchio:
-        menisco medialeàextrarotazione della gamba
-        menisco lateraleàintrarotazione della gamba
In alcuni casi avviene anche per iperflessione o iperestensione.
Menisco discoide
Anomalia congenita. Generalmente si tratta di menisco laterale. Un menisco ispessito, allargato che ricopre la maggior parte del piatto tibiale.
Sintomi. Presenza di uno scatto durante flessione ed estensione del ginocchio. Sensazione instabilità.
Trattamento. Asportazione chirurgica.
Cisti meniscale
Menisco laterale. Degenerativaàrottura particolare, tre ipotesi:
-        traumatica
-        degenerativa
-        distrofica
Questa rottura orizzontale del menisco produce liquido resinoso che tende ad uscire in quanto viene compresso tra femore e tibia.
È una tumefazione esterna del ginocchio. Tipico di attività atletiche ripetitive.

ROTULA
Osso sesamoide: incremento forza, punto di fulcro. Comparsa di dolore durante salita e discesa.
Cause. Traumi, allineamento anomalo, instabilità.
Traumi. Può lussarsi (completamente fuori dall’articolazione) lateralmente. Sublussarsi lateralmente.
Questi associata da una lacerazione del retinacolo mediale e muscolo vasto mediale.
Fattori predisponenti. Rotula alta, rotula ipermobile. Incremento angolo Q [valore medio 10°]: angolo formato tra le line condotte attraverso gli assi longitudinali del retto femorale e tendine rotuleo. Ginocchio valgo. Variazione rapporto femore-tibia.
Stabilità rotula passiva data da legamenti e tendini; attiva data muscolo quadricipite.
Instabilità rotulea:
-        I grado: lateralizzazione rotula. A causa di un aumento dell’angolo Q durante la contrazione del quadricipite. La rotula si sposta lateralmente.
-        II grado: sublussazione rotula. Sublussazione vera e propria, accentua inclinazione.
-        III grado: lussazione della rotula. “Ginocchio che va fuori posto” [àva corretta precocemente]. Può essere di natura traumatica (in un ginocchio normale). Displasia femoro-rotulea da accentuazione angolo Q.
[immagine angolo Q]



Sintomi. Dolore. Rigidità alzandosi in piedi. Dolore all’atto di accosciarsi. Dolore alla palpazione. Gonfiore.
Trattamento. Sospensione attività fisica. Applicazione ghiaccio. Utilizzare tutore.
Guarigione. 6-8 settimane.
Tendine rotuleo
Fondamentale per stendere ginocchio: se non integro non si può estendere. Origina sulla rotula e si inserisce su tuberosità tibiale. Robusto, difficile la frattura.
Sintomi. Improvviso rumore (schiocco), in fase di spinta o di atterraggio in un salto. Impotenza funzionale immediata. Dolore alla palpazione e gonfiore (dislocazione della rotula). Atleta può non accorgersi immediatamente della lesione, in quanto può essere in grado di camminare.
Trattamento. Per rottura completa intervenire chirurgicamente. Riabilitazione lenta e prevede un graduale incremento dell’escursione articolare e potenziamento. Consentito ciclismo, ritorno attività sportiva in 6-8 mesi.
[operazione: suturare tendine all’osso. Può essere necessario rinforzarlo con un’aggiunta di tessuto come per esempio i tendini degli ischiocrurali]

GOMITO DEL TENNESTA
Eseguono gesti monolaterali nel lavoro.
Patologia interessa estensore radiale breve del capo (interessa tennisti), tendine estensore comune delle dita (avambraccio con tendini che superano a ponte il gomito, interessa attività lavorativa), alterazione processo degenerativo.
Sintomi. Dolore interessa versante laterale del gomito. Punto doloroso preciso (epicondilo lateale). Dolore sopra epicondilo laterale quando la mano è flessa contro resistenza. Test del dito medio.
Prevenzione. Adottare tecniche corrette. Tutore per l’avambraccio.
Trattamento. Ghiaccio per 2 giorni. Fase di riposo attiva. Applicare calore quando non è più in fase acuta. Massaggi ghiaccio-calore. Taping al polso. Tutore.
Esercizi di forza ed endurance iniziano dopo 3 settimane dall’intervento.
Guarigione. Può guarire spontaneamente, i sintomi possono persistere da 2 settimane a 2 anni. Dopo chirurgia si può tornare ad attività dopo 8-10 settimane.

INSTABILITA’ DELLA SPALLA
Differenza tra lassità e instabilità:
-        Lassitààè il referto medico obiettivo, nella spalla è la traslazione della testa omerale all’interno della cavità glenoidea
-        Instabilitààè sensazione soggettiva di perdita dei rapporti articolari tra testa omerale e glena. Sono presenti sintomi clinici e alterazioni patologiche.
Classificazione instabilità:
-        Grado: lussazione/sublussazione
-        Cronologiaàquando e quante volte si è verificato un trauma [primaria-ricorrente-cronica]
-        Direzione
Tipi di lussazione
-        Tubs: si tratta dell’instabilità post traumatica unidirezionale, caratterizzata dalla lesione di Bankart, dalle lesione di Hill Sachs. Può avvenire in avanti o indietro. Il trattamento è chirurgico.
-        Ambri: senza traumaàinstabilità atraumatica multidirezionale. Sono presenti segni clinici di lassità capsulo legamentosa. Il trattamento è conservativo.
Sintomi di instabilità. Dolore, braccio cadente, sensazione lussazione con braccio elevato.
Trattamento. Esercizi di potenziamento attivi. Esercizi per muscoli paravertebraliàin quanto sono stabilizzatori della scapola e permettono il giusto orientamento della spalla, così da poter effettuare l’esecuzione corretta dei movimenti.

Lesione cercine-glenoideo
Sintomi. Dolore durante attività fisica, sensazione di blocco-schiocco, leggera limitazione del movimento e dolore alla palpazione.
Trattamento. Evitare attività dolorose. Esercizi a catena cinetica chiusa ed aperta per la forza.
Guarigione. 3-4mesi. Per attività di lancio 3-6 mesi.

Cuffia dei rotatori
Principale causa è sovraspinoso. In seguito ad un uso eccessivo si assiste ad un decremento del flusso sanguigno, che causa alterazioni degenerative responsabili. Dà una ridotta elasticità ed aumenta fragilità.
3 cause: sindrome da conflitto. Tendinite da sovraccarico. Traumi.
Classificazione:
I: associata ad acromion uncinato di tipo 3 avviene lesione su lato bursale del tendine.
II: causata da instabilità glenomerale.
Lesioni parziali:
1.     minima irritazione superficiale della borsa
2.     sfilacciamento e rottura di alcune fibre
3.     lesione più grave con sfilacciamento o frantumazione delle fibre tendinee
4.     molto grave, oltre a sfilacciamento o frammentazione presenta una lesione che coinvolge più tendini
Lesioni complete [rivedere]

IMPINGMENT
[Contatto-sfregamento]
Patologia causata da un attrito tra la cuffia dei rotatori e le strutture ossee e tessuti molli circostanti che determina un’usura meccanica e dolore della spalla.
Cause predisponenti:
1.     displasie scheletriche
2.     alterazioni capsulo-legamentose
3.     alterazioni equilibrio muscolare


1.     Anomalia acromionàacromion piatto faccia inferiore/leggermente curvato faccia inferiore/uncinato. Diminuzione retroversione omero. Aumento antiversione gleno.
2.     Iperlassità costituzionali. Instabilità anteriore e superiore.
3.     Ipertono deltoide. Ipotono extrarotatori. Cifosi dorsale.
Durante il movimento i tendini e la borsa sfregano contro il legamento coracoacromiale, causando irritazione meccanica che da inizio ad infiammazione. Se l’infiammazione perdura può portare alla rottura della cuffia dei rotatori, in particolare all’altezza del tendine sovraspinoso.
Classificazione. Stadio I (fase di infiammazione): (<25 anni) edema (gonfiore), emorragia borsa, tendinite sovraspinoso.
Stadio II: (25-40 anni) fibrosi, ispessimento borsa, tendinite sovraspinoso.
Stadio III: (>40 anni) rottura cuffia, rottura capo lungo bicite, alterazioni ossee.
Sintomi. Dolore con braccio sopra la testa. Dolore si manifesta di notte. Mobilità limitata. Ipotrofia deltoide e muscoli dorsali. [utilizzo maggiore scapola].
Prevenzione. Esercizi riscaldamento e flessibilità. Esercizi di forza. Evitare abusi.
Trattamento. Eseguire movimenti attivi, mantenere escursione articolare. Applicare calore dopo la fase acuta. Riprendere gradualmente allenamenti. Ghiaccio dopo esercizio.
Ritorno attività sportiva 2-3 mesi dopo intervento chirurgico.
Tendinite calcifica
Infiammazione cronica con deposito di calcio. I depositi di calcio possono rompersi all’interno della borsa, determinando un temporaneo miglioramento della condizione. Può, però, causare una borsite.
[infiltrazioniàsi fanno nella borsa, non nel tendine]
Sintomi. Dolore intenso da impedire il sonno. Impingment.
Trattamento. Conservare mobilità. Conservativoàonde d’urto.
Medico deve pungere ed aspirare depositi di calcio. Eseguire infiltrazioni.

SPALLA
4 articolazioni: sternoclavicolare-acromioclavicolare-scapolotoracica-glenoomerale (più importante).
Stabilità spalla.
-        Staticaàlegamenti capsulari: glenomerale superiore, mediale ed inferiore (Inferiore è più importante, si rompe quando si lussa una spalla), coracoomerale.
Cercine glenoideo è fibrocartilagine a cuneo che circonda la glena per rinforzare articolazione e stabilità, offre ancoraggio a capsule e legamenti. Mantiene pressione negativa intrarticolare; ha funzione capsula.
-        dinamicaà cuffia dei rotatori: sottoscapolare, sovraspinoso, sottospinoso, piccolo rotondo, grande rotondo. Capo lungo bicipite. Deltoideàmuscolo guida. Trapezioàimportante stabilizzatore della scapola.
Testa dell’omero può uscire in avanti; difficile che esca lateralmente o in alto (dato che è bloccata dall’acromion).
Non basta rinforzare i muscoli per stabilizzare l’articolazione, perché la lussazione è data anche dall’instabilità della capsula articolare.
Alla lussazione della spalla si può associare la rottura del cercine glenoideo, che non essendo vascolarizzato non si rigenera, quindi c’è bisogno di un intervento chirurgico per evitare una recidiva.
La testa dell’omero dopo esser uscita in più occasioni si ammacca, non è più tondeggiante, quindi incide sulla stabilità della spalla.
Lussazione è una completa perdita dei rapporti articolari, mentre la sublussazione è una perdita parziale degli stessi rapporti articolari.
Cosa succede quando si lussa una spalla?
-        Lesione cardini anatomici. Anteriormente (cercine anteroinferiore, inserzione glenomerale inferiore). Superiore: inserzione bicipite.
-        Lesione Bankart. Distacco del cercine della glena, la testa dell’omero è forzata al di fuori.
-        Bankart ossea. Distacco del cercine e si stacca un frammento di osso (glena). Bisogna operare poiché è più grave, ma è più semplice da guarire.
-        No bankart lesion. Capsula talmente elastica e lassa che non riesce più a mantenere la testa dell’omero all’interno della glena. Si lussa senza trauma.
-        Lesione Hill Sachs. Trauma provocato dall’impatto della testa omerale contro la cavità glenoidea, che comporta una lesione omerale. [si tratta di una lesione ossea]
Sintomi. Dolore, perdita mobilità, profilo della spalla irregolare.
Trattamento. Riportare articolazione in posizione anatomica. Braccio immobilizzato aderente al corpo. Esercizi mobilità articolare precocemente.
Guarigione. Ritorno attività sportiva 2-3 mesi dopo la lesione, 4-6 mesi dopo la lesione.

INSTABILITA’ CRONICA DELLA CAVIGLIA
Meccanica: è caratterizzata da mobilità della caviglia superiore ai limiti fisiologici [instabilità meccanica rara].
Funzionale sensazione di cedimento. Associate spesso a debolezza muscolare.
Esercizi propriocettivi sulla pedana basculante. Usare tutore.
Tempo di guarigione: 6 settimane. Si torna all’attività in 10-14 settimane.

Cisti di Baker. Distensione borsa poplitea (tra semimembranoso e gastrocnemio), il rilascio di liquido calcificato crea una ciste. Terapia è conservativa (riduzione attività che creano dolore), chirurgica (rimozione ciste). 4-8 settimane dopo intervento ritorno a attività.

Morbo di Osgood-Shalatter. Dolore e gonfiore a livello tuberosità tibiale (inserzione di 3 tendini stabilizzatori del ginocchio), dovuto a stress ripetuti; provocherà dolore, gonfiore, emorragia e ridotta vascolarizzazione dell’area. Riabilitazioneàconservativa, riduzione attività che danno stress, potenziamento quadricipite, stretch, riposo. Potenziare muscoli flessori.