La fascite plantare è la più comune causa di dolore calcaneare, comunemente detta tallonite. Si manifesta soprattutto tra gli sportivi ed è causata dalla ripetizione continua di eccessivi sovraccarichi a livello podalico.
E' fondamentale analizzare l'anatomia del piede per capire la causa d'origine ed individuare gli adeguati trattamenti.
Il legamento arquato è una robusta fascia fibrosa che unisce la zona plantare interna del calcagno con la base delle dita. Questo legamento gioca un ruolo fondamentale nella corsa e nella deambulazione.
Quando si diagnostica una fascite plantare il legamento arquato è infiammato a causa di un eccessivo utilizzo. Il dolore inizialmente è localizzato nella zona calcaneare, per poi estendersi verso l'avampiede, risparmiando solamente le dita dei piedi.
Fattori predisponenti. Può derivare da più fattori combinati, quali piedi piatti o cavi, obesità, allenamenti inadeguati o debolezza di alcuni muscoli (peroneo, tibiale posteriore, gastrocnemio). A questi bisogna aggiungere un errato abbigliamento (scarpe troppo strette o troppo larghe).
Diagnosi. Non sono necessarie indagini strumentali per verificare l'entità dell'infiammazione, sebbene sono utili per escludere ulteriori problemi.
Sintomi. Il tessuto connettivo che forma la volta plantare si sfibra, infiammandosi: ciò produce dolore anche nelle attività comuni, quali camminare o salire le scale. Il sintomo principale è il dolore al risveglio, che tende a sparire velocemente, per poi tornare nel corso della giornata.
In ambito sportivo il dolore è forte durante le fasi di riscaldamento, si attenua durante la prestazione per tornare più intenso alla fine di questa.
Sono a rischio corridori di fondo, saltatori e calciatori.
Cura e trattamento. Il trattamento si basa su una fase iniziale di completo riposo, con applicazione di ghiaccio sulla zona dolorante.
Sono fondamentali esercizi di stretching per allungare la zona plantare, sia da in piedi che da seduti, con l'aiuto di elastici.
Allo stretching bisogna abbinare esercizi durante i quali si deve applicare pressione con la pianta del piede ad una pallina da tennis, per ristabilire l'arco plantare.
Tutori notturni possono essere di grande aiuto, come anche il massaggio della volta plantare.
Tempi di recupero. Seguendo attentamente i passaggi elencati (riposo, ghiaccio, stretching), nell'arco di 4-8 settimane si potranno apprezzare i primi miglioramenti, con la possibilità di riapprocciarsi con cautela all'attività sportiva, da prima con carichi bassi. Nei casi più estremi ci può volere anche un anno per poter recuperare completamente, o può addirittura diventare necessario l'intervento chirurgico.
Trattasi, però, di un intervento complicato, con dei tempi di recupero che vanno dagli 8 ai 12 mesi.
Per saperne di più:
http://www.my-personaltrainer.it/fascite_plantare.html
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